Ma quale cambiamento, Bardi ci ha traditi: il vecchio sistema è nella pancia di questa maggioranza
Intervista a Roberto Robilotta, coordinatore regionale del Movimento civico Basilicata Positiva nella cui lista è stato candidato ed eletto il presidente della Regione
Basilicata Positiva è il nome della lista in cui alle elezioni del marzo 2019 sono stati eletti il presidente Vito Bardi e il Consigliere regionale Piergiorgio Quarto. Tutti e due fanno parte del Gruppo consigliare Basilicata Positiva. Scopriamo, da una dura nota diffusa alla stampaieri 27 luglio, che esiste un Coordinamento regionale di Basilicata Positiva. Pensavamo si trattasse di una lista elettorale e invece, a quanto pare, è un movimento, un gruppo civico più o meno organizzato. Coordinatore regionale è Roberto Robilotta, ingegnere e architetto potentino, tra i fondatori del Movimento e presidente e animatore dell’Associazione “La Quinta Porta”.
Dunque Robilotta, ieri avete diffuso una nota durissima all’indirizzo del presidente Bardi, della sua Giunta e del vostro Consigliere regionale. La sintesi del ragionamento è la seguente: “Un governo regionale che naviga a vista e che ha perso completamente dignità. Noi non ci stiamo!” Non ci state a cosa, di preciso?
Non ci stiamo all’uso del simbolo del nostro Movimento da parte di chi ha tradito il cambiamento che sin dalle origini attendavamo con l’insediamento di Vito Bardi alla presidenza della Regione. Abbiamo contribuito con passione e grande speranza all’affermazione elettorale di Bardi e abbiamo “prestato” il nostro simbolo e le nostre energie per creare la lista del presidente, impegnato i nostri soci nella campagna elettorale e fornito i capisaldi del futuro programma di governo regionale. Insomma, siamo stati i protagonisti, esterni al sistema dei partiti, portavoce di pezzi della società civile che aspirava ad un profondo cambiamento dopo decenni di strapotere del centro sinistra.
Ci racconti la storia. Com’è nata la candidatura di Bardi? Voi dite che a lanciarla sia stato il vostro Movimento, ma tutti sanno che a imporlo è stato Berlusconi
Da molto prima delle elezioni, avevamo individuato in Bardi una figura di persona preparata, onesta, dai modi gentili che avrebbe potuto rappresentare un fronte di cambiamento per la Basilicata. C’è stata una fase in cui questa ipotesi è stata avversata da molti. Erano in tanti contro l’ipotesi di candidatura di Bardi anche all’interno dei partiti alleati. Poi, gli accordi romani hanno rimesso in piedi l’ipotesi. Ci hanno chiesto di partecipare alla costruzione di una lista di riferimento per il presidente Bardi con il nostro Movimento e rendendo disponibile il nostro logo, e noi lo abbiamo fatto volentieri. Inizialmente ci hanno fatto credere di tenerci in grande considerazione, lo stesso Piergiorgio Quartosa bene che senza la nostra lista, senza il quorum raggiunto grazie alla nostra lista non sarebbe mai stato eletto. Ingenuamente noi non abbiamo nemmeno partecipato fino in fondo alla costruzione delle liste anche se siamo riusciti ad evitare candidature improponibili di provenienza dal centro sinistra e dalla vecchia politica.
E quindi?
E quindi niente. Ci hanno usati e poi ci hanno mollati, reciso i contatti. Nessuno più ci ha chiamati al tavolo delle discussioni, al confronto sulle scelte. Persino Bardi veniva filtrato dal suo staff e allontanato dalle nostre richieste di incontri e dalle nostre sollecitazioni sul programma. Siamo stati ingenui. Ammetto l’errore, avevamo una speranza e questa speranza è stata violentemente delusa. Delle istanze della società civile a loro non interessa nulla.
Ci può declinare meglio in termini programmatici questa delusione?
Non è una questione di simboli è un problema di tradimento. Le nostre istanze all’origine erano chiare: fuori i volponi della vecchia politica dalle postazioni chiave dell’amministrazione regionale; trasparenza nelle relazioni con le multinazionali del petrolio; trasparenza nelle nomine e massima qualità di dirigenti e manager; cambio netto di passo nelle politiche energetiche; no eolico selvaggio; cambio ai vertici della sanità e nomine trasparenti; una visione strategica dello sviluppo. Tanto per fare qualche esempio.
E invece?
E invece continui inciuci. Uomini e donne del passato legati al Pd sono ai vertici dell’amministrazione regionale. Uomini della segreteria e dello staff legati al vecchio sistema. Trasparenza zero. Relazioni opache con le compagnie petrolifere. Alla direzione dell’Azienda Ospedaliera San Carlo l’uomo nominato dal Pd e mantenuto al suo posto da una politica senza coraggio. Insomma, basta guardarsi intorno: la sanità è allo sbando, le politiche ambientali inesistenti, per il resto si naviga a vista. Nessuno conosce il programma di questa maggioranza, eppure noi lo avevamo un programma.
Ve ne siete accorti solo oggi? Ormai è oltre un anno che questa Giunta si è insediata
No. Ce ne siamo accorti subito, subito dopo la presentazione delle liste e ancor di più al momento dell’insediamento. In questo tempo abbiamo provato in tutti i modi a farci ascoltare, anche avanzando proposte, osservazioni critiche, indicazioni circa le soluzioni ai problemi. Ma niente. Ci siamo aggrappati alla speranza che qualcosa nel corso dei mesi potesse cambiare, che finalmente qualcuno, Bardi per primo, ci avesse ascoltati. Poi c’è stato il Covid e abbiamo preferito attendere la fine della fase emergenziale. Adesso però il tempo è abbondantemente scaduto.
Piergiorgio Quarto rispondendo alla vostra dura nota diffusa alla stampa, ha chiaramente detto di dissociarsi da voi e da quei contenuti.
Quarto sa bene che senza di noi non sarebbe stato eletto. Egli stesso è un uomo del sistema, legato alla vecchia politica e anche al Pd, addirittura era uno dei probabili candidati del centro sinistra alla presidenza della Regione. Non ha i titoli per attaccare un Movimento civico. Le sue dichiarazioni sono inopportune. Infine, visto che dichiara di dissociarsi, seppur tardivamente, lasciasse il logo così come legittimamente gli abbiamo chiesto, perché di fatto non gli appartiene e non ci rappresenta. Sia lui che Bardi dovrebbero avere la correttezza e il buon gusto di lasciare il gruppo, lasciare il simbolo e trovare un’altra soluzione. Il fatto che Quarto distingua e metta a confronto e in contrasto il gruppo di Matera con il gruppo di Potenza è la dimostrazione che non ha compreso quale debba essere il ruolo di un consigliere regionale e che di fatto non ci rappresenta e mai ci ha rappresentati. Gli “esperti” di meccanismi elettorali lo hanno inserito nella nostra lista e lui si è ben guardato dal rifiutare la proposta. Non è mai c’entrato nulla con il nostro Movimento, eppure si tiene stretto il simbolo e il Gruppo con tutti i vantaggi ad esso connessi.
Adesso che cosa si aspetta possa accadere?
Ci aspettiamo che Quarto e Bardi restituiscano il simbolo e dunque che venga sciolto il Gruppo consigliare Basilicata Positiva. Continueremo a sperare che qualcosa cambi, intanto lavoreremo per un’alternativa civica a questo sistema che come è evidente non vuole cambiare. Nei limiti delle nostre possibilità faremo una dura campagna critica a questa Giunta e a questa maggioranza e a tutto ciò che rappresenta la vecchia politica a destra e a sinistra. Siamo certi di interpretare il pensiero di molti delusi.
E chi sarebbero questi altri delusi?
Molti elettori di questa maggioranza sono in sofferenza. Mi fermano per strada, mi scrivono sulle chat lamentando l’invisibilità del cambiamento promesso. Le assicuro i delusi sono tantissimi. Soprattutto gente alla base dei partiti della coalizione di governo, e anche di nessun partito che semplicemente aveva una speranza.
Nella foto Roberto Robilotta e Vito Bardi