I fiori di Daniela D’Agostino: osmosi tra arte e libertà

In mostra dal 30 luglio al 2 agosto nella Tenuta Vannulo a Capaccio-Paestum
I fiori si fanno fare il ritratto da Daniela. Si mettono in posa e danno vita alla follia della bellezza. Acquerelli per fissare petali e corolle che a breve scompariranno dalla scena dei prati. Fiori che lasceranno le sponde dei fiumi e dei laghi, il dorso delle colline e i piedi degli alberi. Grazie all’opera di D’Agostino, quei culmini di boccioli avranno il loro momento di immortalità. Certo, rinasceranno a primavera, ma nessuno di loro sarà lo stesso fiore di oggi qui: con i colori, i profumi, gli spazi dell’attimo.
Sarà orgoglioso, e magari vanitoso, quel fiore che spalanca il sorriso mentre il pennello lo accarezza come farebbe lui stesso guardandosi allo specchio. Nel momento di splendore all’apice della fioritura egli scorre nell’acqua di pittura che si asciuga nel tempo di un bacio di farfalla.
Sui fogli di Daniela si scatena, con eleganza e sobrietà, un lembo di natura che si immerge nella linfa dell’artista.
È la prima volta che i fiori guidano un pittore. Niente nature vive o morte, qui siamo di fronte all’osmosi tra arte e libertà. Ma sono loro, i fiori, a decidere la scena. Si mostrano in volo, sospesi nel cielo, per dire agli uomini: non siamo ai vostri piedi.
È la prima volta che i fiori esprimono la loro poesia con l’autorevolezza di un artista. Questi non sono i “Fiori di Daniela”. Scavate nello spazio che separa quei battiti di petalo dai vostri sguardi, scoprirete un’altra realtà: “Daniela è dei Fiori”.
Confermo che la pittura di D’Agostino è naif-concettuale, un naif che apre orizzonti di libertà alle emozioni e all’immaginazione di una realtà che esiste nonostante gli uomini la vivano al contrario.
La locandina
Alcuni dipinti in mostra


