“Dalla parte dell’assassino”. C’è molta Basilicata nell’ultimo libro di Pietro De Sarlo
Un romanzo giallo, dalla trama intrigante, ma anche una illuminante metafora letteraria della condizione morale del Paese
C’è molta Basilicata nell’ultimo libro di Pietro De Sarlo, “Dalla parte dell’assassino”. Certo, un giallo intrigante, con una trama inzuppata nell’esperienza dell’autore, ma è anche una illuminante metafora letteraria della condizione morale del Paese e, lasciatemelo dire, della Basilicata. Il lettore più navigato nella realtà lucana, può scorgere personaggi, fatti e situazioni già note in un territorio dove il malcostume politico, il malaffare, gli intrighi di palazzo, le connivenze con le compagnie petrolifere, la corruzione, il cinismo di un sistema malato, sono all’ordine del giorno.
Il romanzo è scritto con un linguaggio vivace, ritmico, ironico, gradevole per il lettore che si addentra nei vicoli di un giallo che ad ogni pagina rilancia con leggerezza la curiosità di scoprire il dopo. Ecco perché il libro si legge tutto d’un fiato.
Interessante il personaggio del Commissario Achille Schietroma. Nel quadro di quella metafora illuminante, egli rappresenta chiunque voglia combattere il peggio di questo Paese, attanagliato da mille difficoltà, dagli sgambetti del sistema che lo circonda, dalle tentazioni di cedere a ricatti e alle lusinghe del potere. Schietroma è una persona onesta che in fondo non vuole fare altro che il suo lavoro nel migliore dei modi: lui vuole scoprire e arrestare il killer che semina cadaveri nel Municipio X di Roma. Vuole farlo nonostante in più circostanze si rende conto che l’obiettivo è quasi impossibile da raggiungere. Ma è suo dovere farlo.
Un romanzo poliziesco, ma dipinto su sfondi psicologici e sociologici dei personaggi e del contesto che li circonda. Chissà quanto c’entri, con il libro, Francesco De Sarlo, importante filosofo e psicologo vissuto tra la fine del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo. Anch’egli originario di San Chirico Raparo, professore a Firenze, in conflitto con Benedetto Croce e Giovanni Gentile che ritenevano, al contrario di De Sarlo, che si dovesse separare il metodo della filosofia da quello della scienza. Francesco il filosofo, non so se sia un avo di Pietro lo scrittore, ma pare, leggendo il romanzo che alcune tesi del professore siano sperimentate nella narrazione dello scrittore lucano. Schietroma incorpora nella sua coscienza la realtà, ed è per questo, forse che alla fine, ce la farà.
Nella foto, Pietro De Sarlo