Basilicata, sanità. Dina Sileo: è ora di agire, se non si cambia passo ci saranno delle conseguenze nella maggioranza
La consigliera regionale della Lega, attacca la lentezza della Giunta e le indecisioni sulla sanità e sulla rimozione del Dg Massimo Barresi
Il cambiamento, sbandierato in campagna elettorale dal centrodestra lucano, sarebbe dovuto partire dalla sanità. Al momento resta incompiuto, “ma non c’è più tempo, bisogna agire ora”. “Tempestività”: è il termine che la consigliera regionale Dina Sileo, Lega, ripete nel corso dell’intervista che ci ha concesso su quanto sta accadendo nella sanità lucana dopo l’emergenza Covid. Non si contano più, ormai, le segnalazioni dei cittadini lucani alle prese con l’impossibilità di prenotare una visita o un esame diagnostico nelle strutture pubbliche della regione.
Sileo non nasconde il rammarico per quello che sta accadendo, in particolar modo nell’Azienda ospedaliera regionale. “Mi fermano per strada-racconta- mi sono capitate persone che piangevano per non essere riuscite a fare una visita o un esame diagnostico”.
Arrivano numerosissime segnalazioni da lucani che devono fare esami visite e che sono disperati perché è tutto fermo.
Lei ha contezza di questo? E che ne pensa della richiesta di rinvio a giudizio di Barresi e altri dirigenti?
Assolutamente sì. Sono a conoscenza di quanto sta accadendo ai cittadini lucani rispetto alla sanità in generale e ai servizi offerti dall’Azienda ospedaliera San Carlo. Al di là di quelle che sono le fasi successive all’emergenza pandemia, che ha sicuramente ingolfato le liste d’attesa già lunghe, è da tempo che i lucani si lamentano. E questo è il segnale che evidentemente qualche difetto gestionale e organizzativo all’interno, in particolar modo dell’Azienda regionale ospedaliera, c’è. La richiesta di rinvio a giudizio è un altro disagio che viene creato da Barresi alla Giunta e ai lucani.
E qual è questo difetto? Cosa sta accadendo
Già da un anno continuo a girare attraverso tutti i presidi ospedalieri territoriali, mi sono fermata solo nel periodo dell’emergenza, ho preso contezza di quella che è la situazione sanitaria lucana ed in particolar modo dell’Aor San Carlo. Non a caso ho presentato una mozione e diversi interventi forti di sollecito a che si provvedesse immediatamente a dare risposte ai cittadini.
Che tipo di risposte?
Per intanto credo che un governo del cambiamento dovrebbe affrontare le situazione con tempistica quasi immediata, perché la sanità che abbiamo ereditato era già in fase emergenziale. Risposte immediate significa che superato il tempo di osservazione di chi gestisce la macchina sanitaria, valutati i risultati e gli obiettivi, si agisce di conseguenza. E allo stato dei fatti considerate le lamentele dei cittadini e del personale sanitario immagino che non vi siano obiettivi raggiunti. Preso atto di questo, bisognava intervenire immediatamente facendo gestire la sanità a persone competenti.
E perché secondo lei non si è intervenuti immediatamente?
Prima si è proceduto ad una fase di osservazione, poi si è preso atto, effettivamente già da dicembre, del difetto gestionale contabile del San Carlo e dell’Asp; veniva segnalato all’interno del bilancio dell’Aor qualche forte criticità: sulla produttività, sulla spesa farmaceutica, sui ricavi da prestazioni. Un disavanzo c’era, ed era evidente, ma in un primo momento è stato in un certo senso sormontato nella distribuzione provvisoria del Fondo nazionale indistinti. Oggi, con la ripartizione definitiva e quindi secondo criteri di legge, il bilancio negativo dell’Azienda ospedaliera regionale si rivela chiaramente.
E a fronte di ciò cosa sarebbe dovuto accadere?
La legge è chiara, così come i contratti dei direttori generali: nel momento in cui c’è un mancato raggiungimento dell’obiettivo, e c’è un bilancio negativo sia in termini contabili che più strettamente sanitari, vai a casa. Io ho ricevuto persone – come le dicevo – che piangevano perché non riescono a fare un esame di laboratorio o una visita. Non si scherza con la salute delle persone.
Il senso di responsabilità deve prevalere di fronte al grido d’allarme, perché si tratta di un vero e proprio grido d’allarme dei cittadini che meritano risposte immediate. Non c’è più tempo. Non c’è più tempo di attendere il Tar per una nomina illegittima, non c’è più tempo di attendere una riforma sanitaria, che è anche giusta, ma non immediata. La sanità lucana in questo momento vive un momento di forte criticità.
Lei dice che non si scherza con la salute dei lucani…
Un politico serio non deve scherzare con la salute di nessuno.
E quindi c’è qualcuno che sta scherzando?
Credo che qualcuno approfitti del fattore tempo, o prenda tempo, dimenticando che nel momento in cui il cittadino ha un problema reale di salute, in questa situazione, o muore o va altrove. E questo non è accettabile
E quindi non è accettabile che si prenda tempo anche se è la sua maggioranza a farlo?
Ho letto oggi sulla stampa di una maggioranza e un’opposizione fortemente decise a portare avanti un’azione di sfiducia nei confronti del direttore Barresi. Sono dispiaciuta di non aver letto il mio nome, essendo stata io colei che, per prima, si è assunta la responsabilità di portare avanti azioni forti e soprattutto dichiarazioni di coerenza. Mi dispiace da un punto di vista della comunicazione ma mi fa piacere che finalmente si sia giunti a questa conclusione. E nel prossimo Consiglio regionale voglio vedere le risultanze di queste dichiarazioni. Al momento non le vedo. Magari preparerò un atto da sottoporre a queste persone, le metterò alla prova.
E cioè?
Abbiamo un’infinità di strumenti. Mi auguro che prima del prossimo consiglio si intervenga definitivamente. La Giunta deve assumersi la responsabilità di agire prima, non può arrivare in Consiglio, che è la massima assiste, un’istanza che la solleciti essendo già al corrente di quello che accade. Cosa aspettiamo ancora? Nel momento in cui un direttore generale si rivolge al Tar e fa causa alla Regione che è l’ente che lo ha nominato e che gli ha dato gli indirizzi e gli obiettivi da raggiungere evidentemente qualche cosa non funziona.
La Giunta deve oggi prendere atto che forse quel mandato di fiducia conferito ad un direttore generale è venuto meno. Insomma vi sono un’infinità di argomenti dall’illegittimità della nomina, alla cattiva gestione, al bilancio in disavanzo, senza dimenticare la voce dei cittadini: sono elementi che dovrebbero far saltare la Giunta dalla sedia.
Elementi che non emergono da oggi eppure non hanno fatto saltare dalla sedia la Giunta. Perché?
Credo, e la mia non è una risposta diplomatica, o a giustificazione, che determinati passaggi e processi si erano avviati già a dicembre quando sono emerse forti criticità contabili, vale per il San Carlo ma anche per altre aziende sanitarie. Non siamo stati aiutati dall’emergenza Covid perché operare un’azione forte nei confronti di un direttore generale in un momento emergenziale significava essere irresponsabili. Purtroppo, non si poteva in quel momento sottrarre ad una struttura così importate una figura apicale. C’era un’emergenza da gestire. Poi su come è stata gestita, emerge un secondo problema.
E come è stata gestita?
Si è cercato in alcuni casi di penalizzare la classe medica e infermieristica che si è sacrificata facendo ricadere le responsabilità su chi lavorava per giustificare alcune cose che non hanno funzionato. Fermo restando che non è stato facile gestire un’emergenza sanitaria di questo tipo. Abbiamo dovuto affrontare anche un problema di approvvigionamento degli strumenti di prevenzione e controllo del virus.
Ora però la fase critica è passata, ma le azioni di cambiamento della sua maggioranza, nella sanità in particolar modo, non si vedono
Il problema è mettere le persone giuste al posto giusto: in questo momento non ci sono e devono essere immediatamente sostituite. Perché se nella fase iniziale di questo governo del cambiamento si è deciso di osservare, di monitorare lo stato dei fatti, oggi non c’è più alcuna ragione per mantenere a posti di vertice della gestione sanitaria persone che si sono rivelate completamente inadeguate e incompetenti. La fase dell’osservazione è finita, bisogna agire.
Lei sta tirando le orecchie al presidente Bardi?
No, con il presidente abbiamo più volte affrontato la questione in maggioranza. Bardi non può che convenire sul dover dare risposte ai cittadini sulla sanità. Il problema è di fare scelte tempestive, Ribadisco: il periodo di osservazione è terminato. Il presidente Bardi è perfettamente a conoscenza di tutto quello che accade è il primo ad essere informato, dagli assessori competenti e dai direttori generali, su quelle che sono le risultanze adesso deve semplicemente operare una scelta consequenziale. Perché si tratta di consequenzialità di atti in regime di legalità e trasparenza. Che è inevitabile visti i risultati, ad oggi sotto gli occhi di tutti.
Insisto: consequenzialità e tempestività che finora la maggioranza di cui fa parte non ha messo in campo.
Adesso non c’è più nessuna ragione per non prendere atto della situazione e agire di conseguenza. Se è vero, come è vero il cammino di forte attenzione verso la sanità intrapreso da questa Giunta adesso è il momento di dimostrarlo. Lo chiedono i cittadini, lo chiedono la maggioranza e l’opposizione. La Giunta deve agire.
Lo farà?
Devo essere certa, in questo momento, che agirà. Perché diversamente credo che ci saranno altre scelte consequenziali. Io sono consigliere di maggioranza e sostengo questa Giunta ma la sostengo nei principi e negli impegni che io e il presidente Bardi abbiamo preso con i cittadini lucani. Se qualcuno viene meno all’impegno allora se ne assumerà le conseguenze.
E quali sarebbero le conseguenze?
L’esperienza di governo di Matteo Salvini insegna. Quando non ha trovato più ragione di stare nella maggioranza si è ritirato. Ecco, io potrei fare lo stesso qui.
Quindi si è perso troppo tempo?
Credo non bisogna perdere più altro tempo. Il primo step per guarire la sanità lucana è questo: bisogna dare un segnale chiaro. Quando si conferiscono incarichi manageriali bisogna scegliere chi ha realmente competenze per poter organizzare una sanità efficiente.
La politica può dare l’indirizzo nominando la persona giusta al posto giusto. E questo vale per tutti gli enti regionali. Non è più tempo di superficialità. Anche nelle nomine, non è più tempo di nomine politiche. Servono i tecnici.
In questo anno lei ha notato superficialità nelle nomine fatte magari solo per “accontentare” qualcuno?
Per scardinare il vecchio sistema ci vuole molto tempo, o azioni di profondo coraggio.
E questo coraggio è mancato?
Credo che probabilmente candidarsi a Governare è una cosa, farlo è altro. Ma nel momento in cui ci siamo candidati sapevamo che avremmo ereditato una situazione difficile. Ora, lo ribadisco, è il momento di agire.