Basilicata. La Regione paga per un servizio inesistente. Milioni di euro sottratti alla collettività

24 luglio 2020 | 12:42
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Basilicata. La Regione paga per un servizio inesistente. Milioni di euro sottratti alla collettività

È una storia di negligenze, coperture, abusi di funzionari, dirigenti, politici che si sarebbero resi responsabili di gravi reati a danno dei cittadini

Pago una ditta per dei lavori mai realizzati. La ditta grazie alle somme da me pagate accresce il suo fatturato e ottiene finanziamenti agevolati. Io continuo a pagare, ma dei lavori nemmeno l’ombra. Nessuno di noi farebbe una cosa del genere. Ebbene, qualcuno lo ha fatto, ma non è un cittadino, è la Pubblica Amministrazione. Questa è la storia di soldi – milioni di euro – versati dalla Regione all’ex Provincia di Potenza, per compiti delegati. Compiti mai eseguiti. È la storia di negligenze, coperture, abusi di funzionari, dirigenti, politici che si sarebbero resi responsabili di gravi reati ai danni della collettività.

“Le funzioni in materia di politiche ittico venatorie sono delegate alle Province le quali assolvono ai compiti di vigilanza e controllo”.

Con Delibera di Giunta Regionale, del 17 novembre 2015, n. 1467 a firma Marcello Pittella, viene disposto il riordino delle funzioni Provinciali previste dalla legge di riforma Delrio. Con quella legge i costi del personale delle Province subiscono un taglio del 50%. Vi è l’obbligo di comunicare l’elenco del personale “non fondamentale” per inserirlo nel Portale della Funzione Pubblica così come richiesto dalla legge. Sul portale è inserito il tenente della Polizia Provinciale, Giuseppe Di Bello, quale unico ufficiale addetto al coordinamento e controllo della vigilanza ittico venatoria

Con decreto presidenziale della Provincia di Potenza, n. 104 del 9 novembre 2015 a firma del presidente Nicola Rocco Valluzzi si stabilisce che tra le funzioni non fondamentali c’è un contingente di 8 unità di addetti a caccia e pesca, tra le quali il tenente Di Bello come unico ufficiale.

“Le Province forniscono alla Regione, i dati necessari alla quantificazione delle spese relative alla gestione di tali funzioni in maniera analitica sia riguardo agli oneri del personale che per le attività in corso”  

Con delibera di Giunta n. 280 del 29.03.2016 a firma Marcella Pittella Presidente della Giunta, si stabilisce un Accordo per la delega alle Province delle funzioni non fondamentali. Nel verbale d’accordo annesso alla delibera si stabilisce all’art. 9 comma 3: “Le Province forniscono alla Regione, i dati necessari alla quantificazione delle spese relative alla gestione di tali funzioni in maniera analitica sia riguardo agli oneri del personale che per le attività in corso”

Trattandosi di materia delegata, la Regione Basilicata si è fatta carico a far data dal 2015, del costo a copertura degli oneri connessi alla delega, servizio di polizia provinciale settore caccia e pesca per il personale di otto unità addetti alla vigilanza ittico venatoria.

Ma il tenente Di Bello, non è “rinchiuso” nel Museo Provinciale a fare tutt’altro?

Il tenente Di Bello però, non è affatto alla guida del contingente di 8 unità con funzioni di vigilanza e controllo in materia ittico venatoria, egli è ancora relegato nel Museo Provinciale a fare altro. E questo fino al marzo del 2020. Dunque, il suo nome viene usato per l’inserimento nel Portale quale ufficiale del contingente anche perché l’unico a non avere conflitti di interesse in quanto – a differenza di altri – non esercita l’hobby della caccia. La Provincia nel frattempo incassa i soldi della Regione per l’attività delegata compreso i costi del personale addetto e dunque anche gli oneri contributivi e retributivi di un ufficiale che però, essendo assegnato ad altra mansione, costa molto di meno alla Provincia. Intanto la Regione paga.

Ma paga per cosa?

La vicenda dell’ufficiale assente dalla funzione per la quale è stato inserito nel Portale della Funzione Pubblica e per la quale la Provincia prende i soldi non è l’unica anomalia rispetto alla delega ricevuta dalla Regione Basilicata.

Degli appartenenti al nucleo preposto vi sarebbero due agenti che non escono in servizio da 5 anni, svolgendo lavori di ufficio. Vi sarebbero altri due agenti facenti funzione che nel corso di questi anni sono deceduti, uno nel 2015, e l’altro nel 2018 Nessuno dei due sarebbe stato sostituito con altro personale. I rimanenti agenti sarebbero stati per lo più addetti a ruoli di diretta competenza della Provincia e quindi sottratti alle funzioni per le quali la Regione Basilicata paga. Dunque, a fare vigilanza ittico venatoria chi c’è? A quanto pare nessuno.

Chi doveva occuparsi amministrativamente della faccenda non ha visto né capito nulla? Chi, dalla Regione, predisponeva i mandati di pagamento non sapeva che il tenente Di Bello era al Museo Provinciale?

Fatto sta che la ex Provincia di Potenza ha incassato milioni di euro dalla Regione per un servizio sostanzialmente mai svolto. In questo modo la Provincia ha eluso la norma sui tetti di spesa. Infatti la Corte dei Conti della Regione Piemonte esprimendosi sul tema delle deleghe e dell’effettivo utilizzo del personale nominativamente indicato ha sancito che “ai fini dell’esclusione dal calcolo del tetto di spesa di personale delle Province bisogna tener conto dell’effettivo esercizio di funzioni delegate da parte della Regione. In assenza di tale valutazione, la “neutralità” delle spese di personale non adibito a funzioni fondamentali si risolverebbe in una elusione, da parte delle Province, della norma di contenimento della finanza pubblica di cui alla L. 205 del 2017 e ss.mm.ii.”

Insomma, la Provincia, con la “magagna” della delega, per avere più soldi dallo Stato ha certificato spese più alte di quelle che avrebbe sostenuto.

Danno erariale, sostituzione di persona, falso ideologico, truffa?

Il danno erariale salta all’occhio, il resto sarebbe bene lo verifichi chi di competenza. Intanto anche la sostituzione di persona salterebbe all’occhio. Perché i compiti che solo sulla carta venivano assegnati a Di Bello – a sua insaputa –  di fatto erano svolti da un comandante facente funzioni che, stando alla legge non poteva fare alcun tipo di vigilanza in quanto iscritto a tutti gli ATC (ambiti territoriali di caccia) della Provincia di Potenza ed a quelli della Provincia di Matera. Questo in totale violazione di legge (controllore e controllato). Il signore in questione è un cacciatore.

Qualcuno avrebbe il dovere di vederci chiaro

E mentre aspettiamo che la magistratura dia uno sguardo alla documentazione relativa alla vicenda qui narrata, della quale naturalmente abbiamo riscontri ufficiali, ci chiediamo chi protegge la fauna e le specie selvatiche in questa regione? Chi controlla le bande di bracconieri che in silenzio e con la complicità di qualcuno distruggono tutto? Chi vigila sui selezionatori che cacciano i cinghiali? Come al solito, i soldi girano ma la legalità è in gabbia.

Il tenente Giuseppe Di Bello

Giuseppe Di Bello