Arci Basilicata: necessario ripristinare immediatamente l’operatività della Commissione Pari Opportunità
La decisione della Regione di non rispettare la sentenza del Tar Basilicata e la riunione della Commissione di ieri pomeriggio, sono atti gravissimi e pericolosi
La decisione della Regione Basilicata di non rispettare la sentenza n. 352/2020 del Tar Basilicata, con la quale si sono annullate le nomine di quattro componenti in rappresentanza di associazioni in seno alla Crpo (Commissione Regionale Pari Opportunità) e la riunione della Commissione Regionale di ieri pomeriggio, sono degli atti gravissimi e pericolosi in quanto minano alla base il tema della rappresentatività e della partecipazione delle organizzazioni che perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, gli enti del terso settore, alle politiche pubbliche.
L’atto di derubricare la posta in gioco ad una mera questione amministrativa tale per cui la Commissione Regionale Pari Opportunità può continuare le proprie attività, tra l’altro in una composizione esigua, non può passare in silenzio, in quanto costituisce un precedente pericoloso. Proprio nei giorni scorsi un’altra sentenza, questa volta della Corte Costituzionale, ha ribadito e sancito il valore costituzionale delle organizzazioni di terzo settore e della loro capacità di rappresentanza di tematiche di interesse generale della comunità e in piena attuazione al principio costituzionale di sussidiarietà.
Una Commissione che si propone di assicurare la piena realizzazione delle finalità previste dagli artt. 2 e 3 della Costituzione, con particolare riferimento ai principi fondamentali di parità e di pari opportunità, non può operare illegittimamente e soprattutto senza la componente delle ETS (Arci, Arcigay ) che si occupano ed operano sul territorio regionale di questi temi.
E’ necessario ristabilire subito la legittimità della Commissione con l’obiettivo di lavorare, senza perdere ulteriore tempo, anche nel nostro difficile contesto regionale, a politiche a favore della parità di genere, che siano incisive, a tutti i livelli, dal lavoro alla vita domestica, fino alla rappresentanza politica. E’ lo stesso articolo 55 della Riforma del terzo settore che impone alle pubbliche amministrazioni il coinvolgimento attivo degli enti di terzo settore nella co-progettazione e co-programmazione. Escludere e perseverare nella illegittimità fa male alla democrazia (partecipazione e rappresentanza) e porterà la nostra regione a fare un salto in un tempo passato, buio e tempestoso.
Claudio Persiani Membro della Presidenza del Comitato Arci Basilicata -Membro del Coordinamento del Forum Regionale del Terzo Settore