Addetti forestali nuovamente sul piede di guerra

2 giugno 2020 | 10:59
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Addetti forestali nuovamente sul piede di guerra

Comitato Spontaneo operai: non tollereremo la perdita di nemmeno un giorno di lavoro

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del CSAF-Comitato Spontaneo Addetti Forestali

Gli addetti al settore forestazione del Progetto speciale Vie Blu, 700 addetti, apprendono da fonti sindacali che è intenzione della Giunta Bardi la diminuzione delle giornate lavorative rispetto agli anni precedenti. Facciamo presente al presidente Bardi che per il suddetto progetto da sempre, ovvero dal 2008, a seguito di accordi sindacali, le giornate garantite di lavoro sono state 150 effettivamente lavorate, ovvero 180 CAU. All’epoca degli accordi i lavoratori dovettero rinunciare a una tipologia contrattuale particolarmente favorevole, bacino EX-SMA, con il passaggio a un contratto idraulico forestale diverso e meno remunerativo rispetto al precedente. Tanto che si dovette rinunciare ad una parte consistente di reddito. Gli accordi prevedevano che gli addetti non avrebbero perso reddito. Così non è stato.

Ora siamo ben contenti che negli anni addietro i colleghi forestali della 42/92 sono riusciti a spuntare più giornate lavorative e a far aprire il turn-over. Saremo ben contenti se le giornate dei colleghi forestali saranno le stesse del Progetto Vie Blu. Per quanto ci riguarda non tollereremo però la perdita di nemmeno un giorno di lavoro. Davvero non riusciamo a capire la logica di questa scelta. In questi anni il Dipartimento di competenza ha pubblicato, con cadenza annuale, il famoso Piano Operativo Annuale forestale pieno di belle speranze, “esaltazione delle professionalità, rimodulazioni squadre operative, produttività esaltata da uso di attrezzi e mezzi specifici, turn-over con ingresso di forze giovani” e tanto altro ancora. Ci sembra ora, la stessa e solita prassi burocratica del cambiare tutto per non cambiare niente. Anzi una cosa forse cambierà, falcidiare le nostre giornate di lavoro incidendo sulla vita delle famiglie.

Presidente Bardi e assessore Fanelli chiediamo uno slancio istituzionale. Impedite questa scelleratezza e soprattutto create le condizioni per portare tutti gli addetti alle 180 giornate CAU e aprire il turn-over. In questa regione da troppi anni si parla del problema Progetto Vie Blu. In un precedente comunicato stampa abbiamo rilevato che “dal 2008 al 2016 il progetto per un importo complessivo annuo di 12.500.000 euro risultava finanziato nell’ambito del PO FESR 2007-2013, dunque fondi comunitari, come obiettivi strategici inquadrati all’interno dell’Asse IV Valorizzazione dei beni culturali e naturali e Asse VII Energia e sviluppo sostenibile. A partire dal 2017 il progetto grava interamente su capitoli di spesa esclusivamente rinvenienti dal bilancio regionale. Riteniamo incomprensibile e scellerata tale scelta”. “Operando una sintesi del PO FESR 2014-2020 si evince una dotazione finanziaria complessiva totale pari a circa 850 milioni (mln, ndr) di euro (50% sostegno Ue/ 50% finanziamento pubblico nazionale), risorse destinate alle regioni meno sviluppate. Grave e incomprensibile la scelta della Regione Basilicata di non aver individuato, nelle attività del progetto Vie Blu, gli Assi strategici dello stesso, attraverso gli strumenti finanziari che la Comunità Europea (CE, ndr) mette a disposizione”.

“La sintesi del Dipartimento Programmazione e Finanza che accompagna il documento PO FESR 2014/2020, descrive uno scenario economico-sociale devastante. Inesorabile declino di quasi tutti gli indicatori principali: crescita, sviluppo, occupazione e altro. Pertanto, in coerenza con la strategia della CE riferita a una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva e al raggiungimento della coesione economica, sociale e territoriale, la Regione Basilicata individua gli Assi prioritari. Nove per la precisione. Ora la domanda diventa legittima: la lenta e progressiva spoliazione, attuata con inganno, delle attività di Vie Blu, sarà pagata a caro prezzo da tutti i lavoratori, operai, impiegati, circa 700 persone? Non è forse vero che in Basilicata stiamo assistendo da molti anni a un aumento delle diseguaglianze tra persone, quella che oppone la democrazia e la giustizia sociale all’ascesa di lobby e oligarchie? Non saremo gli agnelli sacrificali di qualche Ente deciso a sopravvivere a se stesso e alla devastazione economica che ha prodotto, come non saremo e non diventeremo il sacrificio al fine del riordino di gruppi di potere all’interno della macchina regionale”.

In questi anni abbiamo capito certamente due cose. La prima e che il settore forestazione, compresi tutti i progetti speciali con il loro corredo economico, hanno tenuto in vita i 3 Consorzi di Bonifica della Basilicata, falliti con più di 100 mln di euro di debiti, e confluiti poi nel Consorzio Unico della Basilicata. Se in questi 3 anni di gestione del Consorzio di Bonifica, parliamo di complessivi 160 mln di euro, si pensa di fare ulteriori risparmi sulla nostra pelle, scordatevelo. La seconda è il conflitto e il problema della gestione sindacale dei vari progetti, ognuno con una sua specificità. Chiediamo perciò il rispetto dei patti e della nostra dignità. Siamo certi di un intervento immediato e risolutivo della Giunta regionale, in caso contrario trarremo le opportune considerazioni.

Mario Di Noia e Mariano Nicola Benedetto, Comitato Spontaneo Addetti Forestali