Acque minerali, lavoratori Fonte Itala di Atella da 15 mesi senza stipendio nè ammortizzatori

16 giugno 2020 | 10:30
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Acque minerali, lavoratori Fonte Itala di Atella da 15 mesi senza stipendio nè ammortizzatori

Dopo il fallimento dell’azienda e numerosi cavilli burocratici

Acque agitate per i lavoratori della Fonte Itala. La storica azienda produttrice di acque minerali di Atella (Potenza), fondata nel 1873, dopo aver dichiarato fallimento nel febbraio 2018 e sospeso le attività nel settembre dello stesso anno, vede i suoi 6 dipendenti dall’inizio del 2019 ancora senza stipendio né ammortizzatori sociali. Una situazione paradossale che questo piccolo gruppo di lavoratori, che non può contare sulla logica e sul clamore dei grandi numeri, deve affrontare da solo, a causa delle varie traversie burocratiche succedutesi negli ultimi mesi.

Stabilimento e lavoratori Fonte Itala

Dopo che tutte le case produttrici vulturine – Traficante, Gaudianello e Cutolo – sono state rilevate da parte dei grandi colossi nazionali, solo Fonte Itala era rimasta ancora di proprietà lucana, della famiglia rionerese Tirico, una sorta di baluardo che resisteva alla crisi e alle varie proposte di acquisto pervenute negli ultimi anni. Questa resilienza ha portato però a una situazione limite nella gestione aziendale, un vero e proprio punto di non ritorno, tanto da essere messa all’asta.

Dopo la prima asta andata deserta nell’aprile del 2019, l’aggiudicazione della gara avviene nel settembre dello scorso anno da parte del gruppo campano Givad, leader nel settore della distribuzione delle bevande. Ma quando sembra che i dipendenti siano finalmente alla vigilia del trasferimento ufficiale alla nuova gestione, accadono ulteriori rallentamenti. Il primo è un ricorso fatto a marzo da parte della vecchia proprietà nei confronti dell’azienda acquirente, una vicenda legale del tutto privata che ha ulteriormente e ingiustamente gravato sulla riattivazione dei contratti dei lavoratori. La sopravvenuta emergenza COVID ha poi ulteriormente prolungato i vari iter.

Fin quando finalmente ad aprile i lavoratori passano sotto la nuova proprietà, ma non possono ancora accedere alla cassa integrazione in quanto rigettata dell’Inps, poichè risulta che la Regione Basilicata non abbia ancora trasferito la concessione mineraria alla nuova azienda, requisito che non permette a quest’ultima di dimostrare di svolgere l’attività di estrazione e di imbottigliamento delle acque. Nonostante l’impegno dell’Assessore regionale alle Infrastrutture, Donatella Merra, che ha sempre seguito il gruppo Givad e la vicenda di questi lavoratori, la pratica è ancora ferma sul tavolo del Direttore Generale, con delega all’ufficio geologico. Manca cioè una firma per sbloccare questa situazione. Lo scorso venerdì 12 giugno si è svolto anche un incontro tra i lavoratori, la parte sindacale, rappresentata da Vincenzo Esposito della Flai Cgil, e l’Assessore regionale alle Attività Produttive, Francesco Cupparo, nella speranza che questi lavoratori non siano più “trasparenti come l’acqua” nei confronti delle istituzioni.

Lavoratori Fonte Itala Atella