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Sciopero carburanti in autostrada, gestori allo stremo

8 maggio 2020 | 09:50
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Sciopero carburanti in autostrada, gestori allo stremo

Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio: rischi sanitari, vendite -92%, banche sorde, Governo indifferente

Nonostante i fattori di crisi siano evidentemente generalizzati, il Governo ha adesso il dovere tassativo di prendere atto -agendo di conseguenza- che i gestori carburanti sono la categoria di piccole imprese più colpita dalle conseguenze dell’emergenza Covid-19. Anche considerando l’alto rischio sanitario che implica di per sé l’attività di distribuzione carburanti.

E’ quanto emerso dalla riunione di ieri 7 maggio dei dirigenti di Fegica Cisl e Figisc-Anisa Confcommercio che ha confermato lo sciopero di 48 ore delle Aree di Servizio della viabilità autostradale ed assimilabile già fissato dalle ore 22.00 del prossimo 12 maggio, fino alla stessa ora del 14.

Con una attività che per il suo carattere essenziale non ha potuto chiudere ed a cui non è stato neanche consentito di ridurre orari ed applicare turnazioni per contenere i costi e utilizzare almeno la cassa integrazione, le imprese di gestione, in particolare in autostrada, hanno continuato a garantire il servizio 7 giorni su 7, 24 ore al giorno, malgrado oltre 2 mesi di vendite letteralmente crollate in media del 92%. In tali condizioni ed a costi inalterati -si legge in un nota sindacale congiunta diffusa al termine della riunione- la liquidità è ormai da tempo prosciugata anche a causa di un sistema bancario rigidamente attestato sulle disposizioni degli innumerevoli “Accordi Basilea”, più che impegnato a dare attuazione i Decreti della Presidenza del Consiglio.

Senza contare che il tavolo di crisi avviato dal Ministro Patuanelli è fermo ormai da un mese per il semplice fatto che -si dica apertamente o meno- che il Governo non ha forza ed autorità sufficienti per imporsi su società concessionarie autostradali che sono divise su tutto, tranne che sulla convinzione (incontrastata) di poter agire da “padroni” anziché, appunto, da concessionarie di un bene pubblico. Al Governo ed in particolare ai Ministri del Mit e del Mise, competenti per materia, la categoria chiede, quindi, non solo di poter essere messa finalmente nelle condizioni di beneficiare delle misure generali assunte in precedenza ed ora annunciate -cassa integrazione in deroga, finanziamenti a fondo perduto, bonus affitti e bollette, ecc.- ma anche di predisporre interventi mirati, riconvocando il tavolo di crisi e rispettando gli impegni già assunti, capaci di affrontare le condizioni peculiari a cui sono state e sono tuttora sottoposte le imprese di gestione.