Polemiche su nomina di Francesco Basentini al Dap. Le domande che interessano la Basilicata

6 maggio 2020 | 16:45
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Polemiche su nomina di Francesco Basentini al Dap. Le domande che interessano la Basilicata

Che cos’è successo tra maggio e luglio 2018 in questa regione?

Siamo all’inizio dell’estate del 2018. Al governo Lega-M5S, ministro dell’interno Matteo Salvini, ministro della Giustizia, Bonafede. In quei mesi in Basilicata un terremoto giudiziario investe la sanità, con l’arresto del presidente Marcello Pittella. Indagini e arresti di cui era titolare il pm Salvatore Colella, poi diventato consulente del ministro Savona. In quei mesi alla procura di Potenza c’è Francesco Basentini, il magistrato che ha seguito le indagini su Total e poi su Eni. Il pm potentino il 27 giugno 2018 è nominato capo del Dap.

Ma chi, in quelle settimane, presenta Basentini al ministro Bonafede? L’ipotesi sarebbe quella dell’attuale vice capo di Gabinetto dello stesso ministro, Leonardo Pucci, nominato nel giugno 2018 e riconfermato nel settembre 2019.

Chi è Leonardo Pucci e che c’entra con la Basilicata?

Nel biennio 2014-2015 è stato referente per l’informatica del Tribunale di Potenza. Nello stesso periodo è membro della Commissione flussi del distretto di Potenza e magistrato ordinario del Tribunale di Arezzo. Dal 2012 al 2015 è stato membro della Giunta distrettuale di Potenza dell’Associazione Nazionale Magistrati – Anm- in qualità di segretario e tesoriere. Nel 2009-2015 è giudice del lavoro presso il Tribunale di Potenza. Tuttavia lui è fiorentino, della stessa città in cui vive Bonafede ed è uomo di fiducia del ministro. I due sono praticamente coetanei Pucci è del 77 e il ministro del 76 e si conoscono dai tempi dell’università.

Leonardo Pucci sarebbe, secondo alcuni, amico di Luigi Spina, già magistrato a Potenza e indagato per rivelazione di segreto nella vicenda Csm-Palamara.

In questi giorni si scopre, per causa di una dichiarazione rilasciata da Nino Di Matteo nella trasmissione di Giletti a la7, che la nomina a capo del Dap sarebbe stata proposta in prima istanza al magistrato antimafia attualmente membro del Csm.

Il ministro si è fidato di Pucci?

Le dichiarazioni di Di Matteo hanno suscitato un fuoco di polemiche contro il ministro Bonafede e anche il sospetto che l’esponente del governo abbia cambiato idea per causa delle minacce mafiose che si erano sollevate nelle carceri. Il sospetto appare assolutamente infondato per diverse ragioni. Piuttosto la nomina di Basentini al posto di Di Matteo sarebbe da attribuire all’endorsement di Pucci a favore del magistrato lucano. E sarebbe plausibile: il ministro si fida del suo amico di lungo corso.

Perché tutto accade tra maggio e luglio 2018?

A parte le ricostruzioni più o meno plausibili, ciò che salta all’occhio sono le date e gli avvenimenti collegati. Sembra che tutto sia accaduto tra maggio e luglio 2018: arresto di Marcello Pittella, nomina del pm Salvatore Colella a consulente giuridico dell’allora ministro Paolo Savona, nomina di Basentini a capo del Dap. E siamo in periodo elettorale. Le domande sono: che cosa è successo di fatto in quelle settimane? Siamo di fronte a sconvolgimenti all’interno delle Procure lucane? Siamo di fronte a promozioni e carriere non del tutto spiegabili? Siamo di fronte a un rovesciamento di reciproche protezioni e di relazioni tra alcuni esponenti delle istituzioni? Marcello Pittella sarebbe stato mollato da chi? Insomma sarebbe tutto riconducibile alla sintesi “cambia il vento, cambiano i rapporti di potere”? E ci chiediamo anche quanto abbia interferito la Lega di Salvini in alcune di queste dinamiche. Un’altra domanda è d’obbligo: perché Di Matteo solo dopo due anni mette in piazza una vicenda fondamentalmente riservata? Forse perché la “scarcerazione” di alcuni mafiosi al 41bis ha fatto arrabbiare molti magistrati? Il tempo, forse, ci dirà come sono andate veramente le cose.