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Matera: 100milioni di euro per le opere pubbliche, ma la bonifica di La Martella finisce in cantina

4 maggio 2020 | 18:49
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Matera: 100milioni di euro per le opere pubbliche, ma la bonifica di La Martella finisce in cantina

Abiusi (AeL): L’intervento pronto ad andare in appalto, avrebbe permesso di uscire dalla procedura di infrazione comunitaria

Al Comune di Matera stanno sperimentando altri metodi per addormentarsi ma lasciano aperto il recinto e le mucche scappano! Il metodo che si sta sperimentando consiste nel contare le opere pubbliche da realizzare con le relative risorse. Il conteggio dei milioni da spendere è arrivato a 100 e poi si sono addormentati; in realtà, volendo, si va ben oltre perchè vanno conteggiate tutte quelle risorse disponibili e che servivano per finanziare progetti previsti nella programmazione europea 2000/2006- i fondi PISU-, quei fondi divennero poi “ risorse liberate” e la spesa si sarebbe dovuta sostenere massimo entro il 9 pttobre 2016 ma il termine è passato inutilmente.

Vi è stata la programmazione europea 2007/2013, i fondi Pisus, decurtati e confluiti negli FSC con accordo di programma del novembre 2013. All’atto dell’insediamento della giunta De Ruggieri le risorse disponibili erano praticamente intatte, dal 2016 alcuni interventi sono stati realizzati ma le opere giacciono inutilizzate, per altri i lavori si sono interrotti, per altri bisogna già reintervenire e così vengono spacciati come nuovi di zecca.

E’ venuta poi la programmazione europea 2014/2020, i fondi ITI, praticamente inutilizzati se non per gli interventi affidati alle FAL che a dire il vero sono apparsi di dubbia utilità ed abbondantemente contestati. Sembra sia andato meglio per gli interventi finanziati con i fondi del bilancio nazionale e rientranti nelle leggi 208/2015 e 205/2017previsti nel Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) “Matera Capitale Europea Cultura 2019”; la realizzazione delle opere programmate è stata affidata in buona parte ad Invitalia così si avrà la certezza della realizzazione.

Non si può dimenticare il Piano Città finanziato nel 2013 ed il Programma straordinario di intervento per la riqualificazione delle periferie del 2016; entrambi prevedevano un pronto utilizzo delle risorse ed erano stati creati proprio per fungere da volano finanziario.

Come si vede la “lista è lunga” si va ben oltre i 100 milioni di euro, forse è meno faticoso continuare a contare le pecore ma bisogna chiudere il recinto altrimenti le mucche scappano! E’ così che un intervento pronto ad andare in appalto e che permette di uscire dalla procedura di infrazione comunitaria: la bonifica della piattaforma per la gestione dei rifiuti urbani non pericolosi di “La Martella” è finito in cantina.

La Regione Basilicata ha nominato un commissario ad acta per l’esecuzione degli interventi volti al superamento della predetta procedura di infrazione, sono state individuate le risorse stimate in 10,5 milioni di euro, Invitalia ha aggiudicato i “Servizi tecnici di architettura e ingegneria per la redazione del progetto definitivo e quello esecutivo e per la direzione lavori e il coordinamento della sicurezza; l’intervento può essere messo a gara ma….gli interventi di bonifica non sono stati previsti nel Piano Triennale dei lavori pubblici 2020-2022 che è propedeutico all’appalto degli stessi.

Il buon dirigente all’Ambiente del Comune di Matera, il solito, che è anche prossimo al pensionamento non ha predisposto gli atti e nessuno si è preoccupato di sollecitarlo tanto è che nello sbandierato consiglio comunale telematico che si è tenuto nei giorni scorsi la variazione non è stata prevista. Che sia questo un pretesto per concedere la proroga al Dirigente che lascerà il servizio il 30 maggio? Non è da escludere perchè la sua partenza non può lasciare orfani i suoi danti causa.

Visto che il Sindaco sta contando le pecore, siano i consiglieri a richiedere la convocazione urgente per approvare la variazione al Piano Triennale tenuto conto che è tutto pronto: risorse e procedure utili per l’appalto. La Corte di Giustizia Europea ha condannato l’Italia con Sentenza del 21 marzo 2019 al pagamento delle spese legali per non aver adempiuto alla direttiva 1999/31/CE relativa alla gestione delle discariche. Alle spese legali andranno aggiunte le penalità sulla base di un calcolo effettuato partendo da un importo forfettario giornaliero moltiplicato una serie di coefficienti, non è possibile determinare oggi l’ammontare esatto delle sanzioni pecuniarie ma prima si interviene e minore sarà la sanzione. Quando la Corte di Giustizia richiederà all’Italia l’esborso, verrà determinato un danno erariale che andrà perseguito,l’urgenza di mandare in cantiere l’intervento e pensionare definitivamente il bravo dirigente sono ben motivate.

Pio Abiusi, associazione Ambiente e Legalità