Lavoro, Usb: “La Fca di Melfi riparte nonostante l’emergenza”

9 maggio 2020 | 10:39
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Lavoro, Usb: “La Fca di Melfi riparte nonostante l’emergenza”

Il sindacato critico sulla ripresa dell’attività fissata al 21 maggio

Nello stesso giorno in cui in Italia sono morte di coronavirus 243 persone e se ne sono ammalate altre 2474, la Fca di Melfi ha comunicato che il 21 maggio riprenderà a pieno regime le attività produttive.

Questa la fotografia della contrapposizione tra gli interessi economici  di pochi e la vita umana di tanti. Mentre i padroni forzano per ripartire, anche quando il mercato è fermo, la classe indifesa e sottomessa continua a morire e ad esporsi per uno stipendio da fame.

Il 21 maggio migliaia di lavoratori usciranno dalle proprie abitazioni per andare in fabbrica a costruire auto che un mondo in ginocchio non acquisterà, mancano i soldi per pagare bollette, mutui, per fare la spesa, per il carburante, figurarsi per auto nuove da 30 mila euro. 

Ma questa apparente incoerenza non interessa alla classe dirigente, l’importante per loro è riavviare un carrozzone vecchio anche prima dell’emergenza.

I padroni sanno che rimettere in moto la macchina produttiva serve solo a gonfiare una bolla finanziaria che muove miliardi, i loro miliardi, e poco importa se affinché ciò avvenga si  espongono al contagio migliaia di persone.

La prima cosa che i lavoratori faranno dopo essere usciti di casa sarà salire su un numero insufficiente di pullman, poiché nessuno metterà a disposizione tanti autobus quanti ne necessitano per affrontare il viaggio, in alcuni casi anche di diverse ore, di migliaia di persone in massima sicurezza. 

Entreranno in fabbrica e non ci saranno misure di sicurezza in grado di evitare il contatto tra colleghi sulla catena di montaggio, nelle aree relax, nei bagni, alle fermate degli autobus, sugli autobus, e di conseguenza non si potrà che aumentare il rischio anche una volta rientrati in famiglia.

Usb di stabilimento ritiene assolutamente inaccettabile la decisione di Fca di riaprire, non si assume la responsabilità di chiedere maggior sicurezza non avendo alcuna competenza in materia scientifica, così come non ce l’hanno tutti quelli che hanno forzato per la ripresa delle attività in piena emergenza.

Usb agirà esclusivamente con gli strumenti della denuncia e della lotta, non cercherà punti di caduta con coloro che oggi hanno deciso di esporre i lavoratori al contagio, non lo ha fatto prima per altre questioni molto meno gravi, a maggior ragione non lo farà ora, non darà consigli per migliorare una situazione che non ha alternative se non quella di restare tutti a casa.

Il 30 marzo Usb con un comunicato dichiarava che le attività produttive non sarebbero riprese prima del 15 maggio, così è stato, tutti si auguravano che entro quella data il virus sarebbe stato sconfitto, così non è stato, adesso l’azienda riapre, se ci saranno nuovi contagi a causa di questa forzatura la responsabilità sarà della Fca di Melfi.

Usb Basilicata

Usb di stabilimento