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Potenza. Medico di famiglia attende 7 giorni per avere il tampone e dopo 9 giorni non sa ancora l’esito

4 aprile 2020 | 13:16
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Potenza. Medico di famiglia attende 7 giorni per avere il tampone e dopo 9 giorni non sa ancora l’esito

La donna aveva visitato un paziente positivo al Covid poi deceduto

Il coordinatore della Task Force, Ernesto Esposito il 25 marzo, in un’intervista aveva assicurato “sui tamponi non ci sono arretrati”. Le testimonianze che giungono invece da chi sta aspettando un test o il suo esito sono numerose e le abbiamo raccontate nei giorni scorsi. 

L’ultima in ordine di arrivo è quella di Francesco Giuzio, consigliere comunale di Potenza, il quale, sul suo profilo fb, dettagliatamente racconta cosa è accaduto alla madre, medico di famiglia nel capoluogo lucano.

Il 17 marzo 2020 la dottoressa visita un suo assistito, “un suo nuovo assistito, abbastanza anziano- racconta Giuzio- I suoi dispositivi di protezione sono: 3 mascherine. Questo è quanto gli ha fornito l’Asp. Riscontra i sintomi del Covid-19. Avvia la procedura per il ricovero. La situazione è grave.

Il 18 marzo l’anziano signore viene ricoverato e sottoposto a tampone che dà esito positivo per Covid-19. Il 19 marzo 2020 il medico viene informata della positività del paziente che solo 48 ore prima aveva visitato. Segnala questa situazione all’Asp e richiede il tampone”. Intanto il medico “Sospende in via precauzionale tutte le visite a pazienti, e si pone in autoquarantena in casa”.

Il 26 marzo 2020 il suo paziente non ce la fa. Lo stesso giorno, in serata viene fatto il tampone al medico.

A nove giorni dal tampone però la dottoressa ancora non ne conosce l’esito.  Scrive ancora il figlio: “4 aprile 2020 ancora nessun risultato per il tampone, che pare sia arrivato fino a Foggia per essere processato. Ora, mia madre sta bene, non ha sintomi di nessun tipo…ma è la stessa incommentabile sfilza di ritardi accumulati da tanti altri cittadini che purtroppo non ce l’hanno fatta!”

“Sette giorni di attesa per avere un tampone e altri nove (per ora) per avere l’esito dello stesso, equivalgono a una condanna a morte per chi è positivo al covid-19. E qui -conclude Giuzio- un’altra domanda: Ma allora, tutti i dati che ogni giorno alle 12 la task force ci propina, che valore hanno? Se il tampone di mia madre, fatto il 26 marzo, ancora non è stato processato, vuol dire che i risultati che arrivano fanno riferimento a data antecedente ?
Quindi noi il 4 aprile sappiamo i numeri del 25 marzo?”