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Crisi economica. Amori platonici e di interesse. L’Italia con chi si bacia?

22 aprile 2020 | 17:10
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Crisi economica. Amori platonici e di interesse. L’Italia con chi si bacia?

Il governo cinese, prima di questa tragedia, aveva dichiarato di voler spingere sui consumi interni della Cina dove ci sono 250 milioni di persone milionarie in euro e che hanno bisogno di status symbol made in Italy

Un curioso articolo di formiche.net  che mette tra i paesi più amati dagli italiani Cina, Russia e USA, e tra i paesi nemici Germania, Francia e UK  mi ha spinto a riflettere su quali siano le mie preferenze.

Partiamo dalle ragioni del cuore. Al primo posto c’è l’Albania. Paese povero che non ha esitato a mandarci quel poco che ha in questa circostanza per ricambiare la nostra vicinanza passata. Segue la Grecia, ancora con il cuore gonfo di rimorso per come abbiamo lasciato i nostri fratelli greci in balia della Troika.

Poi, devo dirlo, ci sono gli americani. Ci hanno sempre dato una mano. Nelle due guerre mondiali e per cacciare via i tedeschi nell’ultima, e con il piano Marshall. Certo avevano anche i loro interessi di geopolitica ma in Normandia ci sono andati e in tanti ci hanno lasciato le penne e in guerra ci sono entrati e lo hanno fatto principalmente perché noi stavamo soccombendo di fronte al nazifascismo.

Anche in questa circostanza Trump prende un assegno da 100 milioni di dollari e lo firma per noi. Avvisate il PD che Trump passa ma l’amicizia con gli USA resta.

Sempre per le ragioni del cuore dopo gli USA vengono la Spagna, il Portogallo, il Belgio, e la Francia. Devo dire che non so bene dove collocare nel mio cuore Londra perché da quando Baglioni cantava ‘prego prego sali pure’ e a Carnaby Street c’erano i Beatles e i Rolling Stone, oltre a Mary Quant che a noi maschietti ha offerto la bellezza dell’altra metà della mela, l’Inghilterra ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore. E la Russia? Non so. Come direbbe Churchill ‘Se al Londra Hitler non ha banchettato a Buckingham Palace è perché i russi hanno lasciato sul terreno 27 milioni di morti’. Forse dovremmo ricordarlo anche noi un poco quando, per seguire gli interessi tedeschi, applichiamo le sanzioni alla Russia.

E dove mettere Cuba e Fidel? Classifica complicata almeno per gli amici

Classifica chiara invece per le nazioni che amo meno. L’Olanda first! Ci fregano miliardi di imposte ogni anno e ci offendono pure? Subito dopo c’è la Germania. Diciamoci la verità. Tutte le volte nella storia in cui ci siamo alleati con la Germania abbiamo dato il peggio di noi stessi. E poi il sospetto che di noi vogliano farne polpette, come con la Grecia, nessuno ce lo toglie dalla testa. Tobias Piller, prototipo del giornalismo teutonico, ‘manendo monet’.

Poi ci sono le ragioni di interesse e le speranze sul nostro futuro

La Cina è al primo posto. Ma guai a dirlo, perché c’è un sacco di gente che pensa di essere smart e acculturata che ritiene che Germania e Europa siano sinonimi e che gli interessi della Germania coincidano con quelli dell’Europa e quindi con i nostri.

Così questi, per lo più liberal – liberisti ad oltranza e geniacci del PD, pensano che alla Germania sia consentito di avere la Cina come primo partner commerciale con scambi per circa 200 miliardi di euro anno, pari al 6% del PIL tedesco, mentre ogni volta che noi pariamo con i cinesi gridano al tradimento. Di chi? Ma dell’Europa, tanto che le teste di uovo di La Repubblica titolavano poco più di un anno fa ‘L’Italia giallo verde e il cavallo di Troia dei cinesi per entrare in Europa’.

Così il nostro scambio con la Cina si riduce a un misero 2,6% del PIL, pari a 45 miliardi scarsi e quasi tutti questi scambi prima di arrivare in Italia passano dal distretto portuale di Rotterdam – Anversa- Amburgo e una buona parte dell’import della Germania dalla Cina, presumibilmente usato come componente di qualche cosa, viene in Italia con il marchio ‘Made in Germany’. Ovviamente ci sono infinite ottime ragioni per avere scambi pari al 7,3% del nostro PIL con la Germania e con un deficit negativo di 12 miliardi di euro alla faccia dei trattati europei.

Eppure la Cina è la speranza per il Paese e il Sud soprattutto. Il PIL cinese è quasi 14mila miliardi di Euro. Il loro incremento negli ultimi 10 anni è stato del 123%. Per dare una idea in questo periodo il PIL cinese è cresciuto in cifra assoluta di 8 miliardi, ossia di più di due volte l’intero PIL tedesco e di più di 4 volte quello Italiano.

Il governo cinese, prima di questa tragedia, aveva dichiarato di voler spingere sui consumi interni della Cina dove ci sono 250 milioni di persone milionarie in euro e che hanno bisogno di status symbol made in Italy.

Certo se facessimo un accordo di scambio commerciale con la Cina di 200 miliardi anno, noi e non i tedeschi, a saldo zero (100 di import e 100 di export) e che per la Cina sono una fetecchiosa briciola, magari facendo infrastrutture utili al Sud anche in joint venture con la Cina, avremmo risolto il problema del Sud. Magari i cinesi un accordo su un surplus pari a zero lo accettano e, al contrario delle Germania, magari lo rispettano pure.

Ma per farlo ci sono i tedeschi di mezzo

Quando Varoufakis si trovò alle strette per rimborsare una rata di 1,5 miliardi di euro al MES il suo capo di allora e di oggi, Regling, gli disse di non pagare le pensioni. Varoufakis chiese ai cinesi di investire sul Pireo e sulle ferrovie greche e di redigere insieme un piano industriale. I cinesi si offrirono di acquistare 1,5 miliardi di euro di titoli greci con cui Varoufakis avrebbe pagato la rata al MES. Angela Merkel telefonò al suo collega cinese e riuscì a bloccare tutto. Questa è storia non fake news.

Beh, qualche motivo per cui consideriamo i tedeschi e gli olandesi “nemici” dell’Italia c’è.

Chi è Pietro De Sarlo