Coronavirus. Perché chi ha voglia di dare una mano viene fermato?

1 aprile 2020 | 17:27
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Coronavirus. Perché chi ha voglia di dare una mano viene fermato?

C’è gente che fugge dal lavoro e gente che vorrebbe lavorare

Salve, sono un affezionato del vostro giornale, sono molto orgoglioso ed onorato del lavoro che svolgete per la nostra comunità.

Vi scrivo con la speranza che possiate fare un po’ di “rumore” a proposito della situazione che vi vado ad esporre. La mia fidanzata, è un tecnico di laboratorio di microbiologia (per intenderci il laboratorio dell’ospedale San Carlo dove attualmente effettuano i tamponi per il Covid-19) ed ha lavorato per 42 mesi consecutivi fino al 30 novembre 2019 con un contratto a tempo determinato. In seguito non gli è stato rinnovato il contratto ma nonostante tutto eravamo tranquilli perché lei ha tutti i requisiti per la stabilizzazione, avvenuta i primi mesi del 2020 ma solo per le figure di infermieri ed Oss, escludendo quella dei tecnici.

Ora, vedendo la condizione in cui versano i colleghi tecnici i quali sono costretti ad effettuare dei turni estenuanti che sommati alla reperibilità, li fanno praticamente “vivere” in laboratorio, non sarebbe meglio fare uscire la delibera di stabilizzazione per l’unico tecnico non stabilizzato che andrebbe ad alleggerire il carico di lavoro dei colleghi?

La mia ragazza non fa altro che ripetermi ogni giorno che questo periodo storico particolare non lo vorrebbe vivere a casa ma ha l’entusiasmo di viverlo in campo facendo del suo lavoro un mezzo per aiutare tutti i cittadini lucani.

Non può capire che rabbia ci sta in questo periodo. C’è gente che ha il posto fisso in ospedale e trova ogni scusa per non andare a lavorare tra cui aspettativa, 104, malattia, ecc. e poi c’è gente che ha una voglia matta di lavorare ed essere d’aiuto ed ha i pieni diritti per essere assunto, ma è costretto a stare a casa.

Spero di non avervi annoiato troppo e ribadisco i miei complimenti per l’importante lavoro che svolgete.

Lettera firmata

Caro lettore, non possiamo fare altro che pubblicare la sua lettera. Ci auguriamo che qualcuno ascolti. Grazie per le parole di stima verso il nostro giornale.

Giusi Cavallo