Basilicata. Tamponi come nel gioco delle tre carte
Coronavirus. Alcune domande ingenue alla Task Force: fortunato l’assessore Rosa, sfortunati molti altri?
Certo lui è giovane. Che fortuna! Il suo stato di salute è pure migliorato prima di sapere che fosse positivo al coronavirus. Complice l’età, un ragazzo di 24 anni di Potenza, ha avuto fortuna, solo fortuna.
I primi sintomi a metà marzo con febbre e tosse, il sospetto che potesse essere il Covid-19 corroborato dai contatti avuti con persone risultate positive qualche giorno prima. L’inizio di una lunga serie di telefonate e richieste, affinché lui e sua madre facessero il tampone. E l’isolamento, come previsto in questi casi.
Quando la sua storia viene raccontata sul nostro giornale, il 26 marzo, qualcosa si muove. La Task Force chiama il ragazzo e sostanzialmente gli dice di avere pazienza. Il giorno dopo, finalmente il tampone. Il risultato arriverà in via informale dopo altri 8 giorni.
Quindi 12 giorni affinché gli venisse fatto il tampone, altri 8 per sapere che era positivo grazie a una persona che lo ha avvisato “informalmente”, in attesa dell’ufficialità. Venti giorni in totale ad aspettare. E sì lui è giovane, e nel frattempo lo stato di salute non si è aggravato. Se si fosse aggravato sicuramente lo avrebbero ricoverato, ma abbiamo visto cosa è accaduto a chi è arrivato in ospedale troppo tardi.
E’ notizia di oggi che un’infermiera di Tramutola ha atteso sette giorni l’esito del tampone, (negativo) dopo aver aspettato altri giorni per farlo. La sua “trafila” era cominciata 16 giorni fa. Fortunata pure lei.
Fortunatissimo, invece l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Rosa. Il 14 marzo ci aveva informato di aver fatto il tampone per essere stato in contatto con l’onorevole Edmondo Cirielli, risultato positivo al Covid-19, e che l’esito era stato negativo. L’accertata positività di Cirielli si è avuta tra il 10-12 marzo .
Dunque all’assessore il tampone è stato effettuato e processato in 2/4 giorni, nonostante fosse asintomatico. Qualcuno obietterà che lui, facendo parte del governo regionale e dovendo essere operativo, non poteva aspettare. E allora gli infermieri, i medici?
Eppure-non ci stancheremo di ricordarlo- il coordinatore della Task Force regionale per l’emergenza coronavirus il 25 marzo aveva assicurato, con certezza quasi matematica, che sui tamponi non c’erano arretrati.
Quel che è meno certo è perché queste persone, ma ce ne sono altre, abbiano dovuto attendere tanto. Così come non è certo a quali tamponi si riferiscano i dati che ogni giorno alle 12 la Task Force diffonde in modo ufficiale specificando che si riferiscono ai test effettuati il giorno prima. Sono queste le domande che si fanno i cittadini lucani.
Noi possiamo solo provare a fare delle ipotesi: la prima è che in realtà si sia molto indietro con i dati e dunque con l’analisi dei tamponi; la seconda è che qualcuno stia centellinando i dati per qualche ragione che ci sfugge; la terza è che alcuni tamponi si perdano per strada al contrario di altri. Eventualità non meno grave delle altre due.
In Basilicata la pandemia non ha avuto i numeri drammatici registrati altrove. La fortuna, si sa, aiuta gli audaci, potrebbe però invertire la rotta. Ammesso che di sola fortuna si tratti. Quella che Antonio Nicastro e Palmiro Parisi non hanno avuto.