Basilicata. Bardi si affida a un sondaggio per sapere se fa bene o male. E fa male
Che bisogno c’era? L’unico presidente di regione che si affida ai sondaggisti per sapere se sta lavorando bene in questa emergenza covid-19. Perché, lui non è capace di valutarsi?
Che bisogno c’era? L’unico presidente di regione a commissionare un sondaggio per sapere se ha fatto e sta facendo bene in questa difficile fase di gestione dell’emergenza covid-19. Un presidente che affida ai sondaggi la valutazione del suo operato, è un’anomalia che segnala l’estrema fragilità politica del suo governo. Bardi non si fida di se stesso e ricorre all’oracolo dei sondaggi.
Nel momento in cui la percezione pubblica della sua gestione appare assolutamente negativa, nel momento in cui i vertici regionali e della sanità sono sotto attacco della stampa critica e dell’opinione pubblica, il re e la sua corte si serrano nella torre e si affidano a gli arcieri.
L’arciere in questione è l’istituto di sondaggi, diretto da Antonio Noto. Sarebbe interessante sapere con quali modalità sia stato scelto quel sondaggista e non altri. Sulla base di quali valutazioni Bardi si è affidato a Tizio anziché a Caio. Ma soprattutto, sul piano politico, Bardi deve spiegare perché ha avvertito la necessità di affidarsi a un sondaggio di opinione.
Un leader che si nasconde dietro i sondaggi di opinione, tende a non preoccuparsi delle conseguenze delle sue azioni. I cittadini gli chiederanno conto dei errori anche se la decisione che li ha provocati aveva riscosso, quando è stata presa, il consenso generale.
I sondaggi di opinione, diceva McLuhan, creano la non-persona: l’uomo che non è mai esistito. E funzionano più come organismi educativi che come enti di ricerca.
Il presidente della Basilicata farebbe bene a rispondere lui, nel merito, alle nostre domande di queste settimane, anziché farci rispondere genericamente da un campione di intervistati telefonicamente in base al quale “i lucani promuovono Bardi”. I lucani chi?