
Non resta altro che denunciare Schauble, Dijsselbloem, Merkel, Lagarde, Draghi, e tutti i protagonisti di questo scempio di umanità sia al Tribunale Europeo per i diritti umani sia all’analogo organismo dell’Onu
Gli errori di Varoufakis
A mio modo di vedere Varoufakis nella sua interpretazione di quanto successo commette tre errori.
Il primo è che, come tutti gli economisti, ritiene che la crisi economica e finanziaria di uno stato possa essere risolta con ricette di finanza pubblica. Mai questo è successo nella storia. Basta pensare al New Deal, al piano Marshall e all’unificazione delle due Germania, casi di successo frutto di visione e non di finanza pubblica o di modelli econometrici. Sempre a mio modo di vedere anche se fosse stato approvato il piano predisposto da Varoufakis, che prevedeva la ristrutturazione del debito greco come prima cosa, nel medio periodo si sarebbero generati gli stessi squilibri.
Il nodo dell’economia europea è che c’è una moneta unica senza un governo unico, che sopravvivono gli stati nazionali, e quindi fiscalità diverse, sistemi di welfare diversi e strutture produttive diverse. In aggiunta c’è una BCE senza i poteri di garanzia sul debito dei singoli stati e quindi costretta a una gestione fantasiosa, vedi Q.E., della garanzia e a strumentalizzazioni politiche, vedi caso Grecia. Che logica c’è nel tenere lo stato che ne ha e che ne ha avuto maggior bisogno, la Grecia, fuori dal Q.E.? Vergogna!!! Tra le altre cose i differenti fondamentali dell’economia tra i vari stati generano lo spread nel finanziamento del debito pubblico e questo spread può essere facilmente pilotato e utilizzato per ricattare governi eletti democraticamente.
Inoltre la Germania è al centro fisico dell’Europa, è al centro di uno dei più grandi sistemi logistici al mondo, è al centro del più grande nodo infrastrutturale europeo, se non mondiale, e tutte le sedi delle principali istituzioni europee sono nei suoi pressi. Questo implica la continua divergenza tra le economie europee.
Per chiarire il concetto della centralità in economia basta pensare a una linea metropolitana dove le tratte tra stazioni centrali sono sempre più affollate di quelle ai capolinea e periferiche. Solo per chiarire, grazie alle politiche europee, la Grecia è passata da un rapporto debito PIL del 109% pre – crisi all’attuale 180% ma anche la Francia è passata dal 65% al 100% e l’Italia dal 102% al 140%. Nel mentre la Germania, procedendo nelle condizioni attuali, si avvia ad avere un rapporto debito / PIL sotto al 50%. O si da una spiegazione antropologica a questi andamenti o la risposta va ricercata nell’assetto strutturale dell’economia europea.
Come spiega egregiamente Joschka Fischer nel suo libro ‘Se l’Europa fallisce?’ la continua divergenza tra le economie all’interno di una unica entità politica, come dovrebbe essere in teoria l’Europa, dovrebbe essere compensata da continui trasferimenti di ricchezza onde evitare l’ampliarsi di queste divergenza che alla lunga demolisce l’unità della entità politica. Noi italiani dovremmo saperne qualcosa viste le spinte autonomiste e separatiste presenti in Italia. Ma per fare questo ci vorrebbe un governo unico e liberamente eletto. Ma voi riuscite ad immaginare i tedeschi trasferire ricchezza e risorse alla Grecia o all’Italia? Tornando all’esempio della metropolitana che ne direste se un sindaco ordinasse di chiudere le stazioni periferiche e lasciasse aperte solo quelle del centro perché più produttive? Direste che è scemo e che questo significa chiudere la metropolitana poiché non avrebbe più nessuna funzione utile. Ma se questo semplice ragionamento è difficile spiegarlo a Zaia e ai veneti figuriamoci a Schauble e ai tedeschi.
Certo questa divergenza potrebbe essere mitigata in altro modo. Per esempio cercare di costruire (Italia, Spagna, Grecia e Francia) una nuova centralità di sviluppo al centro del Mediterraneo che faccia da secondo polo logistico europeo in competizione/cooperazione con il sistema portuale di Amburgo, Rotterdam e Anversa del nord Europa e stabilendo rapporti commerciali stretti con la Cina e investendo sullo sviluppo di tutte le nazioni che si affacciano sul Mediterraneo. Da orticaria pura per i tedeschi! E poi se tutto quello che la politica italiana è in grado di produrre è l’asfittico piano per il Sud di Provenzano? Se tra i governi di Francia, Spagna, Italia e Grecia c’è la gara a chi bacia per primo l’anello della Merkel? Se Macron, di cui Varoufakis parla molto bene, invece di mettersi a capo dei paesi del Sud Europa ha deciso di recitare il ruolo del primo della classe o se preferite di presidente della seconda repubblica francese … di Vichy? Se appena un nostro governate fa un viaggio di troppo in Cina non c’è neanche bisogno che intervenga la Merkel perché si alza forte il coro della stampa e della intellighenzia germanofila per gridare al tradimento dell’Italia nei confronti dell’Europa insieme al codazzo di imbecilli sedicenti imprenditori che non vedono l’opportunità ma la minaccia?
Un altro modo per diminuire la divergenza è la collocazione delle Agenzie europee. Se si fossero avute realmente a cuore le sorti della Grecia e la sua capacità di ripagare il debito perché l’agenzia per il farmaco, a titolo di esempio, è stata collocata in Olanda e non ad Atene o, perché no? a Matera? Per la cronaca l’agenzia per il farmaco per il paese che la ospita vale da sola un miliardo di euro di PIL anno. Ecco io al posto di Varoufakis invece di chiedere la ristrutturazione del debito avrei firmato immediatamente il piano ma dicendo che la Grecia voleva ripagare il debito e quindi di essere messa in condizioni di farlo. Come? Costruendo in Grecia le BMW, per esempio. Oppure chiedendo il trasferimento della Agenzia Spaziale in Grecia, oppure chiedendo alla Merkel di non interferire con i rapporti tra Grecia e Cina in modo da attrarre i loro investimenti o, infine, visto che la Troika ci teneva tanto a stazionare ad Atene e dare ordini ai ministri, liberamente eletti, che almeno la sede europea del FMI fosse trasferita ad Atene. Sicuramente il risultato sarebbe stato lo stesso, perché l’unico scopo di Schauble era di dare un esempio a Italia, Spagna e, soprattutto, Francia punendo i greci ma dal punto di vista mediatico una cosa era chiedere la riduzione del debito un’altra dire: vogliamo lavorare a costruire la vostra macchine giorno e notte pur di pagarvi.
Il secondo errore è nella comprensione che ha nei confronti dei tedeschi e delle scelte dei carnefici europei testimoniata dalla umana simpatia che dichiara nei confronti di Schauble. Sembra, meno di Tsipras, preda in parte della sindrome di Stoccolma e non riesce ad individuare con chiarezza che il problema principale per la costruzione europea è la Germania e la sua politica di potenza.
Mitterand, Thatcher e Andreotti erano preoccupati che l’unificazione delle due Germania avrebbe portato alla germanizzazione dell’Europa. Kohl riuscì a convincere tutti che finalmente i tedeschi si sarebbero occidentalizzati e non sarebbero più stati un popolo nordico tribale e quindi pericoloso. Purtroppo i fatti hanno dato ragione alle preoccupazioni di Mitterand, Thatcher e Andreotti. Se non si riconosce che il problema vero dell’Europa è nella Germania non si porranno i rimedi giusti.
Il terzo errore è che ritiene che la pubblicazione dei fatti e la prossima pubblicazione, prevista per il 14 marzo prossimo, delle registrazioni delle sedute dell’Eurogruppo scandalizzi i popoli europei e che in un rinnovato sentimento democratico questo civilizzi i processi decisionali europei e le istituzioni europee e i suoi meschini riti.
Niente di più sbagliato! Anzi il vedere l’impunità di chi ha generato la crisi europea e della Grecia può portare da un lato alla rassegnazione a diventare colonia tedesca e dall’altro a disamorarsi del progetto europea portando alla disgregazione dell’Europa stessa.
Basta poco a dimenticarsi della pregevole testimonianza di questo libro e delle registrazioni.