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Le raccomandazioni ai tempi del coronavirus. Ecco il documento che inchioda i vertici dell’Ospedale San Carlo

17 marzo 2020 | 13:08
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Le raccomandazioni ai tempi del coronavirus. Ecco il documento che inchioda i vertici dell’Ospedale San Carlo

Violata l’ordinanza di sospensione dei ricoveri non urgenti. L’assessore Rocco Leone nega l’evidenza. Quando la smettiamo con i giochetti sulla pelle dei cittadini comuni mortali?

Vi mostriamo il documento del ricovero a Potenza di un cittadino residente a Napoli in barba alle disposizioni di divieto. Tanto per essere più chiari con chi smentisce l’evidenza.

Tutte le ordinanze e le disposizioni nazionali e regionali, sanciscono “la sospensione con decorrenza immediata e fino al 3 aprile dei ricoveri programmati sia medici che chirurgici in tutte le strutture pubbliche, ad eccezione dei ricoveri con carattere d’urgenza e indifferibili provenienti dal Pronto Soccorso”

Ora, il fatto che all’ospedale san Carlo di Potenza venga ricoverato, in cardiochirurgia, un paziente residente a Napoli città, in piena emergenza coronavirus, senza che vi fosse l’urgenza del caso, configura una violazione dei divieti imposti dalla stessa Regione Basilicata il 9 marzo scorso? A naso sembra di sì.

Il fatto che questa violazione sarebbe stata commessa dai responsabili di un ospedale pubblico, qual è il San Carlo di Potenza, dovrebbe interessare, oltre che la magistratura, i vertici politici della Regione.

Alle domande poste nell’articolo pubblicato ieri, nessuno dei vertici ha sentito il dovere di rispondere. E quindi abbiamo chiamato noi l’assessore alla sanità Leone, il quale, seppure c’entri poco con l’inguacchio consumato da Barresi o chi per lui, ha provato in tutti i modi a difendere l’indifendibile. Dobbiamo dargli atto della serietà con cui esercita il suo ruolo di tutore dell’onorabilità della sanità pubblica lucana.

Riferendosi all’articolo pubblicato da noi ieri, 16 marzo, l’assessore non ha dubbi: “la notizia è falsa e infondata”. Lui, Rocco Leone, avrebbe verificato la cartella clinica e accertato che l’urgenza del ricovero ci sarebbe tutta. Parla di un paziente di 35 anni, e invece il paziente ha 38 anni. Ci dice che i medici avrebbero riscontrato nell’uomo le patologie che hanno determinato l’urgenza del caso.

E dunque si accetta un ricovero ordinario e poi lo si fa diventare urgente attraverso “le valutazioni soggettive di un medico”.

Nulla contro quella persona 38enne ricoverata che non ha fatto altro che difendere la propria salute ricorrendo ad ogni mezzo, come avrebbe fatto chiunque.

Tuttavia, il tentativo di confondere le acque, spostando l’asse delle questioni su altri versanti, è mestiere di certa politica. Il fatto è evidente: ricovero non urgente e differibile nel pieno di una disposizione che lo vieta, e in una condizione di precarietà delle strutture ospedaliere in questa fase di emergenza.

scheda accettazione

La scheda di accettazione dovrebbe essere inequivocabile, vogliamo negare l’evidenza? E neghiamola. La domanda a questo punto è: quale cartella clinica ha letto l’assessore Leone? Che cosa gli ha raccontato il primario della cardiochirurgia? Quando la smettiamo con i giochetti sulla pelle dei cittadini comuni mortali?

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