Coronavirus Basilicata. La Task Force per l’emergenza sia più trasparente. Chi comanda?

25 marzo 2020 | 11:40
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Coronavirus Basilicata. La Task Force per l’emergenza sia più trasparente. Chi comanda?

I verbali delle riunioni siano resi pubblici, l’opinione pubblica ha diritto di sapere chi fa che cosa e come. Basta confusione

I cittadini dovrebbero essere informati sul lavoro della Task force regionale. I verbali delle riunioni dovrebbero essere pubblici. I contenuti dovrebbero essere comunicati con semplicità, efficacia, chiarezza. È un diritto che fino ad oggi è stato negato. Un comunicato al giorno che diffonde numeri – non sempre esatti – relativi ai tamponi effettuati e ai contagiati non dà contezza del lavoro che viene svolto dall’équipe di gestione dell’emergenza.

Come vengono seguite tutte le persone con sindrome respiratorie che non rispondo ai trattamenti tradizionali? Chi fa il monitoraggio di tutti i sintomatici isolati nelle abitazioni? E come? Chi fornisce i dispositivi di protezione ai familiari delle persone sintomatiche isolate? E come? Chi monitorizza le centinaia di persone in quarantena obbligatoria? Vengono tracciati i contatti dei positivi? Se sì, come e chi lo fa?

Il ritmo lento nell’analisi dei tamponi può essere fatale. Perché nessuno ha immaginato all’inizio dell’emergenza l’acquisto di almeno un’altra macchina e degli strumenti di analisi? In Basilicata saremmo in grado di processare circa un centinaio di tamponi al giorno, avremmo bisogno di una produttività maggiore, tuttavia neanche quelli che si possono analizzare riusciamo a farli. Sarebbe stato il caso di prevedere con oculatezza le esigenze dell’emergenza.

E ci assale un’amara ironia quando scopriamo che la direzione generale dell’ospedale san Carlo di Potenza in piena crisi, il 21 febbraio scorso, disponendo “l’acquisto di dispositivi urgenti per l’emergenza Coronavirus” compra due poltrone, tre sedie a rotelle, trenta porta pappagalli.

Ecco, la Task force dovrebbe informarci su tutto questo, su come funziona la macchina dell’emergenza, su che cosa si sta facendo e come lo si sta facendo. Perché, a quanto pare, la confusione e la lentezza nella gestione della crisi si consuma in quelle stanze.

Non vogliamo numeri ma contenuti. I numeri, ormai, li danno tutti, ad ogni ora del giorno, corretti o sbagliati che siano. E questa circostanza è un’altra prova della confusione che circola più veloce del virus.

Vogliamo sapere che cosa fate. E non crediamo che state lì solo per raccogliere dati, mentre alcuni Comuni, centinaia di cittadini, presidi ospedalieri, medici di medicina generale, e alcuni centri nevralgici del sistema sanitario regionale lamentano ogni giorno gravi criticità e carenze.