Coronavirus Basilicata. Diteci la verità
I problemi bisogna renderli pubblici per favorire la collaborazione nella ricerca di soluzioni. Chi li nasconde è inadeguato ad occupare ruoli istituzionali e di vertice delicati
Che cosa non ha funzionato e non funziona nella comunicazione istituzionale sul l’emergenza in Basilicata?
Altri governatori, per esempio il pugliese Michele Emiliano, non hanno mai nascosto difficoltà e criticità nella gestione dell’emergenza covid-19. Loro hanno adottato uno stile comunicativo franco, chiaro, per niente ambiguo. In breve, hanno sempre detto la verità ai loro cittadini. “Mancano i test diagnostici, mancano gli anestesisti, mancano gli infermieri, abbiamo difficoltà”. Frasi tipiche di politici seri che non si sono mai permessi, in questa delicata fase di crisi, di scaricare le responsabilità sui medici, né di nascondere la realtà dei fatti.
In Basilicata, la comunicazione istituzionale, oltre che confusa e pasticciata ha sistematicamente provato a nascondere le verità. Atteggiamento tipico di chi non si fida della sua stessa professionalità ed esercita il proprio ruolo con insicurezza.
I vertici della Regione, in primo luogo, hanno provato in ogni modo a velare la verità, con un’informazione ambigua, affidata all’improvvisazione ora dell’uno ora dell’altro esponente della task force, o della Giunta regionale, o degli stessi consiglieri di maggioranza. Con un atteggiamento spesso difensivo e a volte irresponsabile.
Abbiamo così assistito a una comunicazione in difesa e reattiva alle sollecitazioni dell’opinione pubblica, attraverso i giornali più critici. A “spizzichi e bocconi” ci hanno fatto sapere quello che volevano farci sapere. Mai la verità fino in fondo. Non sarebbe stato meglio informarci subito circa le difficoltà di reperimento sul mercato dei test diagnostici, invece di martellarci con “stiamo facendo”, senza che nessuno capisse cosa stessero facendo?
Invece di raccontarci la storia che con i tamponi va tutto bene, che i medici di base hanno ceduto le armi e che non segnalano i casi di sintomatici da testare, non sarebbe stato meglio dirci la verità vera?
Invece di dirci che il monitoraggio presenta delle falle da colmare, ci hanno raccontato che va tutto bene o che la responsabilità è dei medici di base. Non è così che si trattano i cittadini. E sappiate che una comunicazione ambigua non vi rende credibili e affidabili.
Le uniche, probabili, circostanze che dovreste nascondere, sarebbero gli eventuali privilegi sulla somministrazione dei test diagnostici: a chi si e a chi no, medici anche sintomatici che vanno a lavorare senza aver fatto il tampone e tamponi effettuati e immediatamente processati ad amici e amici degli amici, assessori, direttori, presidenti amanti ed affini. Ecco, se dovessero emergere queste verosimili ipotesi, allora avreste tutte le ragioni per tenerle nascoste. Perché farebbero male, molto male, ai cittadini. Sul resto per favore, dite sempre la verità, nessuno vi colpevolizza, l’opinione pubblica è in grado di capire, ma non è disponibile a sopportare le mezze frasi che suscitano incertezze e paure. I problemi bisogna renderli pubblici per favorire la collaborazione nella ricerca di soluzioni. Chi li nasconde è inadeguato ad occupare ruoli pubblici delicati.