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Coronavirus. Addetta alle pulizie del Pronto Soccorso di Policoro al lavoro senza protezione

28 marzo 2020 | 18:18
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Coronavirus. Addetta alle pulizie del Pronto Soccorso di Policoro al lavoro senza protezione

La donna, che ha dovuto insistere per farsi fare il tampone, si è rivolta a un avvocato

Ha dovuto far ricorso a un legale un’addetta alle pulizie del Pronto soccorso di Policoro, per veder garantito il suo diritto alla salute.

A spiegarci i dettagli della vicenda è l’avvocato Floriano Zullino, del Foro di Matera. L’avvocato Zullino spiega che la lavoratrice pur essendo esposta quotidianamente al rischio di contaminazioni da sostanze biologiche, (sangue, eiezioni, ecc.), o chimiche pericolose, (medicinali, ecc.)-, non sarebbe mai stata dotata, dalla datrice di lavoro, appaltatrice esterna, di presìdi individuali di sicurezza.

Le condizioni di pericolo sul lavoro-aggiunge il legale- si sono di recente aggravate a seguito della diffusione del coronavirus tra la popolazione locale. I primi pazienti contagiati dal pericoloso virus hanno fatto ingresso al Pronto Soccorso dell’ospedale di Policoro già dalla scorsa settimana, tanto che è stato infettato anche personale del nosocomio; ma tuttora la donna è senza dispositivi di protezione personale, anzi, nessuna delle operaie addette alla pulizia, oltretutto sfornite di attrezzi e prodotti adeguati, è in grado di svolgere la procedura di sanificazione degli ambienti, particolarmente quando infestati da Covid19. In tal modo, il Pronto Soccorso rischia di diventare un moltiplicatore del contagio.

L’operaia, dopo aver appreso che nel Pronto Soccorso dove aveva fatto le pulizie erano stati accolti pazienti affetti da Covid-19, ha chiesto con veemenza e finalmente ha ottenuto di essere sottoposta a tampone di verifica in data 25 marzo 2020, ed ora è in ansiosa attesa del risultato.

Giustamente- spiega ancora l’avvocato-rifiuta di svolgere le sue mansioni se non vengono adottate le giuste misure di sicurezza. Pur avendo rappresentato la situazione a diverse Autorità, comprese l’Azienda sanitaria di Matera, Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri, ad oggi sono tutti silenti.

I nostri generali-conclude l’avvocato- vogliono fare la guerra con i soldati disarmati. Viva l’Italia.