Sanità. La Basilicata è sveglia o sta sognando?
Tra giochi di prestigio e numeri al lotto la salute dei lucani è in mano alla sorte
Il Bilancio Economico preventivo 2020 e triennale 2020/2022 dell’AOR San Carlo contiene informazioni interessanti sulla gestione 2019 ricavabili, in particolare, dal pre-consuntivo 2019, non passibile di variazioni significative essendo stato redatto ad annualità ormai conclusa (deliberazione n. 26 del 14 gennaio 2020).
La situazione in sintesi
I numeri della gestione di Massimo Barresi sono preoccupanti.
Il calo della produzione sarebbe di 5,9 milioni di euro, -3,11% nel 2019 rispetto all’anno precedente. Al contrario, l’aumento dei costi nello stesso periodo rispetto al 2018 sarebbe di 3,6milioni (+2,93%).
Già esaminando le sole precedenti due macro-voci – che sommate portano al rilevante importo di € 9.557.592 – emerge un evidente peggioramento della gestione dell’Azienda Ospedaliera dal 2018 al 2019. Le perdite sono state ripianate dall’intervento regionale in più riprese, grazie al recupero di alcuni accantonamenti 2018 per conguagli di mobilità non addebitata in pari misura, al riconoscimento di un significativo pay-back per le annualità 2013-2017 e, soprattutto, all’aumento dell’aliquota di Fondo Sanitario indistinto concesso con Delibera di Giunta n. 848 del 2019. Delibera che – da più parti – viene considerata illegittima poiché avrebbe violato la normativa nazionale.
La condizione appena delineata e derivata dal pre-consuntivo 2019 si traduce in una evidente inefficienza gestionale da parte dell’attuale Direzione Aziendale.
La legge dispone l’”obbligo in capo alle regioni di garantire in sede di programmazione regionale, coerentemente con gli obiettivi sull’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, l’equilibrio economico-finanziario delle proprie aziende sanitarie, aziende ospedaliere, aziende ospedaliere universitarie ed Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico sia in sede di preventivo annuale che di conto consuntivo, verificando la coerenza degli andamenti con gli obiettivi dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche e prevedendo l’obbligatorietà dell’adozione di misure per la riconduzione in equilibrio della gestione ove si prospettassero situazioni di squilibrio, nonché l’ipotesi di decadenza del direttore generale”.
Dai conti emergerebbero in maniera piuttosto chiara le condizioni penose della situazione finanziaria dell’AOR San Carlo, in quanto evidenziano uno scostamento nettamente superiore alla soglia prevista dalla normativa vigente. Situazione che avrebbe dovuto determinare la decadenza del direttore generale.
Abbiamo assistito, invece, al soccorso finanziario della Regione – in violazione della legge – senza che vi sia stato un provvedimento di decadenza del direttore generale.
Le giustificazioni da parte della direzione generale su calo produzione e aumento dei costi
“Aumento dei costi è conseguenza della necessità di assumere ulteriore personale attesa la disastrosa situazione ereditata dal passato.”
Questa giustificazione appare debole, in quanto la Regione ha fissato il tetto di spesa per i costi del personale in misura pari alla spesa del 2018, per cui l’Azienda non può aver speso per il personale più dell’annualità precedente. Non sarà che le spese incontrollate ripetutamente denunciate anche da questo giornale hanno avuto un ruolo importante nell’aggravio della spesa? Ricordiamo i costi per le consulenze legali, le consulenze per le gare, i servizi esternalizzati (sicurezza), guardianìa all’esterno della direzione, rimborsi, eccetera. E che dire dell’inefficienza di tutta la macchina? Caos nella gestione del personale, malessere lavorativo in alcuni reparti, leggerezza e superficialità nella gestione dei macchinari e delle tecnologie mediche, ambiguità e anomalie nelle nomine, giochi di prestigio sulle liste di attesa. E ci fermiamo qui.
“Il calo della produzione è dovuta alla maggiore appropriatezza delle prestazioni.”
Anche questa motivazione è deboluccia se non addirittura fasulla. Bastano semplici osservazioni per confutarla.
Secondo il DPCM 12 gennaio 2017, che ha aggiornato i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), la maggior parte dei DRG (Raggruppamenti omogenei di diagnosi) a rischio di inappropriatezza sono quelli medici. Il Rapporto sull’attività ospedaliera 2018 del ministero della Salute, scrive che in Basilicata l’inappropriatezza si concentra sulle prestazioni mediche. Il calo della produzione al San Carlo risulta concentrato sulle prestazioni chirurgiche e non su quelle mediche.
L’inappropriatezza o appropriatezza è un concetto che riguarda prevalentemente i ricoveri di branca medica. È molto improbabile che una struttura pubblica sia inappropriata sugli interventi chirurgici. Tradotto, è facile che qualcuno si ricoveri per un controllo generale e non per farsi fare un intervento chirurgico. Il San Carlo è calato invece nelle prestazioni chirurgiche per i noti problemi di sale operatorie, anestesisti, eccetera. La cosa sarà evidente con l’aumento della mobilità passiva 2019 (gente che si va ad operare fuori), che tuttavia sarà conguagliata tra le regioni nel 2021.
Queste brevi osservazioni dimostrerebbero due cose: che Barresi non sappia nulla di appropriatezza e inappropriatezza delle prestazioni sanitarie; oppure che Barresi fa il furbo e qualcuno glielo lascia fare.
Arrampicarsi agli specchi è uno sport difficile
Massimo Barresi può leggere i dati a piacimento, girare le frittate e fare giochi di prestigio contabili, ma la situazione dell’Azienda è davvero drammatica. E sono gli stessi numeri – anche se maltrattati nella loro autenticità – a dirlo. Eppure, in Basilicata, tutto è possibile. È possibile che il direttore generale Barresi, nonostante i disastri, stia ancora al suo posto. È possibile che il presidente della Regione addirittura ringrazi quel direttore per il lavoro svolto. E dunque noi non sappiamo se sogniamo o siamo svegli. Massimo Barresi anziché analizzare le gravi criticità dell’azienda che dirige e proporre soluzioni, perde il sonno per inventarsi improbabili giustificazioni.
Stiamo ancora aspettando chiarimenti sulla inutile nomina di un inutile portavoce che nel suo curriculum – ancora segreto – pare abbia omesso di riportare una referenza: “madre dell’editore di un giornale che difende a spada tratta la permanenza di Barresi su quella poltrona e che elogia ogni giorno colui che lo ringrazia per il lavoro svolto”.