Sanità. Il Crob di Rionero rischia di perdere il riconoscimento scientifico

Investire sul clientelismo, sul potere politico, sul consenso elettorale alla lunga produce questi risultati
In due giorni, tra il 25 e il 26 febbraio la direzione generale del Crob di Rionero ha deliberato 3 assunzioni di personale amministrativo attingendo da una graduatoria del 2011. Almeno in un caso, la persona assunta era undicesima classificata. La fretta, sembra determinata dal fatto che le graduatorie del 2011 possono essere utilizzate fino al 31 marzo 2020. Quanto sta accadendo al Crob conferma “l’allergia” ai concorsi di alcune strutture sanitarie lucane.
L’allegra gestione “familistica” della struttura, in tutti questi anni, non ha certo portato fino ad oggi a grandi risultati sul piano della qualità dell’Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico). Tra gli Irccs in Italia, quello di Rionero risulta essere agli ultimi posti (47esimo su 51) sia per numero di pubblicazioni sia per la rilevanza scientifica delle pubblicazioni. Agli ultimi posti anche per numero di pazienti in sperimentazioni cliniche interventistiche. Scompare addirittura dalle classifiche per attrazione dei fondi europei e per brevetti prodotti. Sono evidenze, queste, emerse nell’ultima inchiesta di Milena Gabanelli sul Corriere della Sera, basata su dati 2018 del ministero della salute.
Dati impressionanti che chiamano in causa l’intera politica sanitaria regionale in questi ultimi 18 anni almeno. La legge 288/2003 è chiara a proposito dei requisiti e delle performance degli Irccs. Quello di Rionero è ai livelli più bassi.
Investire sul clientelismo, sul potere politico, sul consenso elettorale alla lunga produce questi risultati. La qualità del ruolo scientifico del Crob è andata costantemente scemando fino a rischiare la perdita del prestigioso riconoscimento. Perché, date le condizioni attuali, è proprio questo il rischio.