Il Principato di Basilicata. La Lega di Salvini sta costruendo i confini dell’isolamento
L’idea di alcuni è ridurre questa regione a una landa deserta al servizio delle “confraternite” dell’energia e degli affari
Il partito dei petrolieri, i difensori dell’Eni e di Descalzi, la Total, le cupole della cosiddetta energia pulita, gli ipocriti della green economy, la corporazione della gestione dei rifiuti, in Basilicata possono stare più tranquilli. Non perché prima, sereni non lo fossero, ma adesso gli spazi di manovra sono più liberi da una politica che negli ultimi tempi aveva dato segnali di tentennamento fino a provare una svolta ambientalista strumentale a fini elettorali. Spazi di manovra liberi dagli “intollerabili” conflitti tra una parte dell’opinione pubblica e le compagnie petrolifere.
Oggi, la protesta ambientalista sembra essere in letargo, l’indignazione popolare contro lo sfacelo del territorio e dell’economia e contro l’impoverimento complessivo del tessuto sociale, sembra praticamente scomparsa. In concomitanza con la vittoria elettorale delle destre a trazione leghista, la Basilicata è diventata, per i potenti dell’energia, terra più facile.
I segnali c’erano ai tempi delle scorribande elettorali di Matteo Salvini e di Silvio Berlusconi. E si sono rinforzati con la gestione – dilettantistica – delle contrattazioni con Eni e Total da parte della Regione Basilicata governata dal centro destra. Le mire del sistema di potere intorno agli affari dell’energia, legale e illegale, erano chiaramente delineate nei discorsi dei leader nazionali di Lega e Forza Italia: consentire le estrazioni laddove si sia già verificato che il petrolio c’è ed è abbondante, concedere tutti i permessi di ricerca già richiesti, rinnovare tutte le concessioni Oil & Gas in scadenza, eliminare le liste di attesa delle trivelle, consentire maggiori investimenti alle società e alle holding dell’eolico e del fotovoltaico, privatizzare, di fatto, la gestione delle risorse idriche, mettere il silenziatore ai rumori dell’inquinamento, sottoporre a forte controllo politico il sistema sanitario e tutti gli enti sub regionali che contano.
La strategia – letta con la logica dell’alleanza politico-affaristica – mira a fare della Basilicata la piattaforma di produzione e stoccaggio di energia, sporca o finta pulita che sia, che garantisca sviluppo diretto e indotto di Pil e occupazione. In verità l’idea di alcuni è ridurre questa regione in uno stato di beato isolamento, un “Principato” energetico autonomo, libero da lacci a lacciuoli, dove Shell, Mobil, Esso, Edison, Rockhopper, Eni, Total, Terna spa, Enea, Sogin, le varie Eolico S.r.l. e S.p.a. e le imprese collaterali, le varie Ecological gestione rifiuti S.r.l., e tutto il sistema che gira intorno, possano agire indisturbate. E qualcuno, nei piani alti delle strategie energetiche tra Roma e Milan, non avrebbe ancora mollato l’idea del deposito unico di scorie nucleari in Basilicata.
Oggi si è creato un campo di alleanze tra i poteri che agiscono in nome dello Stato, le multinazionali, le imprese locali, la politica e la gestione degli enti funzionali al sistema del Principato. Non che prima fosse diverso, ma oggi – ripetiamo – “semplice vuol dire facile”.
Acquedotto Lucano, Società energetica lucana, Arpap, comparti sanitari e compagnia bella sono gli anelli di garanzia di quel Principato. Da un lato la politica piazza i suoi uomini, garantendosi così il potere necessario alla semina e alla raccolta del consenso, dall’altro il sistema economico-affaristico del Principato tutela i propri interessi.
Come dobbiamo interpretare la nomina di Michele Busciolano a Commissario dell’Arpab e prima ancora a direttore del dipartimento Ambiente? Come dobbiamo interpretare la nomina del leghista Luigi Modrone ad amministratore unico della Società energetica lucana?
Questa maggioranza di governo o gioca con le cose serie o risponde agli interessi di certi poteri.
Non ci risulta che questo signor Modrone abbia le competenze e l’esperienza per occupare quel posto. Laureato in giurisprudenza, è manager di un’azienda di infissi e serramenti, ma nel curriculum ha l’asso nella manica di leghista della prima ora. Ci pare, al contrario, che quella nomina sia funzionale a qualcun altro che dalle quinte dovrà gestire politicamente la partita. Speriamo di sbagliarci, speriamo che il signor Modrone faccia tanto bene e smentisca in futuro queste nostre preoccupazioni. Luigi Modrone, ci dicono, è un bravo ragazzo. Non abbiamo dubbi, il dubbio è che sia stato scelto proprio per questo.
In attesa di essere smentiti su tutto, dai fatti, lasciamo al neo amministratore unico della Sel, la presentazione di se stesso:
“Entrai nel MSI quando tutti uscivano, dicevano che ero pazzo, fondai Noi con Salvini in Basilicata quando eravamo allo 0,3% dicevano che ero pazzo, il 21 dicembre 2017 (oggi due anni) immaginai il Futuro e mi dicevano che ero pazzo. Oggi quel Futuro è Magnificamente surclassato. Grazie Dio, grazie a chi mi ha creduto e grazie anche a chi non ha dormito la notte e con tutte le sue forze ha tentato come uno scoglio di arginare il mare, perché grazie a questi temibili avversari che si è Palesato l’Immaginifica forza della LEGA, e abbiamo VINTO. Ora convintamente tutto propenso per la Lucania e i Lucani. Tutto ciò che è Politico e Pubblico a mio parere ha un principale scopo: l’abbattimento della disoccupazione. E ora ridatemi del pazzo!!! “(Post su fb, del 22 dicembre 2019)
Buona fortuna a Luigi Modrone e ai lucani tutti.