
Tu a quale tipologia senti di appartenere?
Se osserviamo la Basilicata da una prospettiva semplicemente ironica, con uno sforzo di immaginazione, scopriamo tre tipologie differenti – anche se assimilabili – di lucano
Il lucano è una figura legata alla storia della terra di Basilicata sin dalle origini. Si comporta da cittadino, seppure vessato o complice delle vessazioni del Potere. Si comporta da cittadino, seppure è nato e vissuto in un paese di campagna. Usa l’amicizia con scopi ben precisi, banalizza le relazioni con le persone esterne ma radicalizza quelle all’interno della propria famiglia. Eppure, basta aver preso un caffè insieme al bar e scambiato due parole di circostanza che già ti chiama amico, soprattutto se sei una persona di una qualche importanza. “Chi, quello? siamo amici”. Appare mansueto ma ha una tempra dura e resistente. Di sani principi ma pronto a calpestarli per il bene dei suoi cari e di se stesso. Pragmatico, non ama i giri di parole e le lungaggini burocratiche, anche se sa pazientare a tempo indeterminato. Non è cattivo, magari ignavo, tuttavia sempre pronto a offrire una lacrima per le disgrazie altrui. Si lamenta in pubblico ma in privato ha già la soluzione ai suoi pianti. Tendenzialmente, al momento opportuno, ti gira le spalle.
Il lucanico non è affatto mansueto, sempre arrabbiato, critico, polemico. Della Basilicata non gli va mai bene nulla. Deve fare emergere in ogni circostanza le carenze, le disfunzioni, i mali della sua terra. Lo riconosci dal volto quasi sempre arrossato con l’ira incorporata, leggermente ansioso, non ama le lunghe attese, alla prima mezz’ora scalpita, si spazientisce. Tuttavia è un amicone, un buon compagno di merende e di bevute. Ama i prodotti tipici, il vino e le chiacchierate intorno al fiasco. Preferisce discorsi metafisici sul sesso della Bramea e sulla “fase rivoluzionaria” del brigantaggio. Parla con tono alticcio e tende sempre ad avere ragione, tuttavia è sempre pronto a chiedere scusa. Nonostante tutto, ispira fiducia e non ama gli inganni. Disprezza le ingiustizie e, nel caso, prova a ribellarsi.
Il lucanista è un vero e proprio tifoso della Basilicata, di quelli della curva sud. Spesso vive e lavora altrove. Della sua regione ama tutto e guai a parlarne male. La sua è una terra bellissima, ricca di tradizioni, di paesaggi incantevoli, di bella gente, di buon cibo e aria pura. E se gli fai notare che qualcosa non funziona, che non tutto è oro, lui fa spallucce: “la perfezione non esiste”. Il lucanista conserva gli odori, i colori, le voci i suoni della sua infanzia. Custodisce nella memoria i sapori antichi del sugo della mamma, del vino del nonno, e crede che laddove c’era l’erba oggi ci sia ancora l’erba. La Basilicata non si tocca, è la regione più bella del mondo, con la sua storia, le sue antichità, le sue montagne, il suo mare, i suoi personaggi illustri. Se un suo corregionale diventa famoso in Italia o nel mondo per un qualunque motivo, lui va in estasi, fa un pieno di orgoglio bastevole per la vita. Ama crogiolarsi nella sua ovattata ingenuità. In fondo, è una brava persona.