Basilicata al vento. La beffa della Regione sull’eolico
I lucani ingannati dalla politica piegata ai voleri dei predatori
La Giunta Regionale con deliberazione del 12 settembre scorso aveva espresso parere sfavorevole nell’ambito del procedimento di V.I.A. nazionale relativamente al progetto per un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica costituito da 18 generatori con una potenza complessiva di 36 MW. Un investimento di 39 milioni di euro. Il progetto, presentato dalla I.V.P.C. Power 8 S.p.A., interessa i Comuni di Acerenza, Banzi, Palazzo San Gervasio, Genzano di Lucania e Forenza. Si tratta di mostri di ferro dall’altezza di 152 metri con una potenza unitaria di 2MW con rotore di 120 metri, chilometri di cavi sotterranei e aerei.
La Giunta aveva così motivato il parere negativo: “…per l’intervento in esame non possono essere esclusi impatti significativi negativi a carico dell’ambiente interessato”.
L’assessore all’ambiente Gianni Rosa da noi allora contattato aveva dichiarato che “questi sono i primi segnali importanti di una politica per l’ambiente completamente rovesciata rispetto al passato e coerente con le proposte fatte ai cittadini lucani nel corso della campagna elettorale”.
Il dubbio che quei primi segnali fossero fuffa allo stato brado sono stati confermati in questi giorni quando abbiamo fatto un’amara scoperta: la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale del ministero dell’Ambiente, il 20 dicembre scorso ha dato il via libera al progetto della Power 8 S.p.A.
La fuffa della politica lucana emerge dal fatto che alla riunione della Commissione non ha partecipato la Regione Basilicata: assente. È come sostenere una causa e non presentarsi all’udienza per difendere le proprie ragioni.
Non avevamo dubbi circa le conclusioni della Commissione ministeriale. Per il ministero poco importa se in quell’area esistono altri impianti eolici distanti da 1 a 2 chilometri l’uno dell’altro. Poco importa se quel parco impatta fortemente con il paesaggio di una zona tra le più belle della Basilicata. Poco importa se nelle vicinanze, a distanze che variano da 3 a 5 chilometri insistono importanti beni monumentali. Poco importa se la Basilicata è ormai intollerabilmente sovraccaricata di impianti per miglia di aerogeneratori con un surplus senza pari di energia prodotta. Alla Commissione ministeriale interessano gli obiettivi nazionali di produzione energetica da fonti rinnovabili, il prezzo dell’energia prodotta, le motivazioni programmatiche contenute nel documento sulla Strategia Energetica Nazionale. Le osservazioni, fondatissime, presentate dalle associazioni, da singoli cittadini e dal Comune di Acerenza, sono state trattate come “populismo energetico”.
Non è ancora chiaro fino in fondo il motivo per cui debba essere la Basilicata a sacrificarsi oltre ogni limite per garantire la realizzazione delle policy nazionali sull’energia. O forse, il motivo è chiarissimo.
Fatto sta che la Regione non si è presentata alla riunione per sostenere le ragioni del suo parere sfavorevole alla realizzazione del progetto eolico. Al danno delle società d’affari e del ministero si è aggiunta la beffa della Regione.
Intanto, altri mega parchi sono stati autorizzati, da ultimo l’impianto da 72 MW a San Mauro Forte.
La sensazione è che l’attuale maggioranza di governo regionale stia prendendo in giro i cittadini. La realtà, oltre le chiacchiere, ci consegna dati di fatto: della Commissione d’inchiesta sull’eolico selvaggio si sono perse le tracce, le “cupole” del business del vento continuano indisturbate nell’opera di devastazione del territorio, la magistratura, al momento, non pervenuta sulle continue denunce di associazioni, cittadini e giornali.
Ormai sono evidenti comportamenti illegali e sul filo della legalità. Evidenti anche progetti fondati su presupposti completamente legali, come quello della Power 8. Ma legalità non sempre è sinonimo di giustizia. La Basilicata è vittima di ingiustizie.
E mentre qualcuno si arricchisce, in nome della legge, dell’energia “pulita”, degli obiettivi di policy, gli indicatori socio-economici della regione si impoveriscono, l’ambiente viene continuamente violentato, gli indicatori sulla salute dei lucani non promettono nulla di buono, l’emigrazione giovanile cresce, i dati sull’occupazione fanno pena, le mafie si accomodano alla tavolata e la Giunta regionale lucana fa “maramao” ai cittadini.
Ripetiamo la domanda: per favore diteci dove volete portare la Basilicata e i lucani.