Acquedotto lucano, Femca Cisl e Uiltec Uil: “Rischia il collasso. Bardi convochi incontro”
Per “individuare le soluzioni appropriate alle varie problematiche evidenziate chiarendo al contempo le relative responsabilità”
I segretari regionali di Femca Cisl e Uiltec Uil, Francesco Carella e Giuseppe Martino, tornano alla carica su Acquedotto Lucano. Le due sigle sindacali lamentano il mancato avvio del confronto con la giunta regionale “sulle criticità riguardanti l’espletamento del servizio idrico integrato da parte del gestore Acquedotto Lucano”. I segretari Femca e Uiltec spiegano che “il gestore del servizio idrico integrato, come ben si sa, svolge una funzione indispensabile, vitale e fondamentale per la vita dell’intera comunità lucana”, però “da anni è in continua sofferenza, sia dal punto di vista finanziario, sia da quello gestionale”; una situazione determinata, secondo i sindacati, “dall’avvicendarsi di più amministratori che hanno posto poca attenzione all’attività della società e dei propri dipendenti.
Al presidente Bardi – spiegano Carella e Martino – non può sfuggire che la situazione economica e finanziaria di Al non è certamente florida, tanto da portare al collasso economico di tutto il sistema acquedottistico e in particolare delle imprese e dei fornitori che orbitano intorno ad Acquedotto Lucano. A questo va aggiunto – continuano i segretari di Femca e Uiltec – che a distanza di circa 17 anni dalla nascita di Al le perdite nel sistema di distribuzione idrica non sono diminuite malgrado i notevoli fondi stanziati dalle comunità. Tutto ciò ha portato all’aumento delle tariffe pur avendo un servizio che non rispetta i canoni minimi”.
Carella e Martino scrivono inoltre che “Acquedotto Lucano non rispetta gli istituti contrattuali e spesso alle organizzazioni sindacali vengono inviate solo informative dopo aver messo in atto modifiche organizzative, malgrado il fatto che le stesse dovrebbero essere discusse prima con le Rsu e i sindacati. Negli ultimi mesi si è inoltre rischiata la mancata erogazione delle retribuzioni, ipotesi scongiurata, a quanto ci è dato sapere, solo grazie alla cessione dei canoni preventivati e da riscuotere da parte dell’utenza, ma a nostro parere si tratta di una questione solo rimandata”, avvertono i due sindacalisti che sollecitano, pertanto, il presidente della Regione Basilicata, in qualità di socio maggioritario, a convocare un incontro urgente per “individuare le soluzioni appropriate alle varie problematiche evidenziate chiarendo al contempo le relative responsabilità: tutto ciò al fine di evitare il collasso definitivo della società con la cessione dei crediti futuri”, concludono i segretari di Femca e Uiltec.