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Arrestati ex dirigente e assistente giudiziario della Corte d’Appello

17 dicembre 2019 | 12:14
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Arrestati ex dirigente e assistente giudiziario della Corte d’Appello

Entrambi impiegati all’Ufficio Unep. Le indagini della Procura di Potenza per peculato e favoreggiamento

Un ex dirigente dell’Ufficio Unep della Corte di Appello di Potenza, Pasquale Gugliemo di Gioia, è stato arrestato e posto ai domiciliari per peculato aggravato e continuato di somme di denaro di cui aveva la responsabilità in ragione delle sue funzioni per oltre 70 mila euro. Ai domiciliari anche un assistente giudiziario della Corte d’Appello potentina, Claudio Giangrande, indagato per favoreggiamento personale (in favore dell’avvocato Raffaele De Bonis già detenuto) e peculato aggravato e continuato di marche da bollo per migliaia di euro di cui  aveva disponibilità in ragione della sua funzione.

Le misure cautelari, disposte dal gip ed eseguite in mattinata dai militari del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Potenza unitamente a personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della GdF della Procura e della Polizia di Stato – Squadra Mobile di Potenza arrivano nell’ambito delle indagini dirette e coordinate dalla Procura del capoluogo lucano.

Nel caso di Di Gioia, il denaro illecitamente trattenuto era quello che lo stesso riceveva dagli avvocati per l’esecuzione delle notifiche e che avrebbe dovuto esser versato a Poste Italiane per i servizi di notifica degli giudiziari.

Le indagini avevano tratto origine da una segnalazione proveniente proprio dalla Presidenza della Corte di Appello di Potenza che aveva rilevato delle gravi irregolarità ed ammanchi nella gestione del denaro che doveva essere utilizzato per il pagamento delle notifiche

Le investigazioni hanno permesso di accertare anche il coinvolgimento di un altro funzionario impiegato nel medesimo Ufficio U.N.E.P., il quale si sarebbe appropriato della somma di 7.000 euro, in relazione al quale il giudice ha ritenuto insussistenti le esigenze cautelari. Le indagini proseguono anche al fine di verificare eventuali complicità di cui ha goduto il Di Gioia.
Parte del denaro è stata restituita dall’ indagato, tuttavia riguardo la restante parte, circa la metà, è stato altresì eseguito un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente fino alla concorrenza della somma di circa
30.000 euro.

La figura del secondo arrestato, Claudio Giangrande, è invece emersa nel corso delle indagini svolte a carico dell’avvocato Raffaele De Bonis (già tratto in arresto per corruzione ed altri gravi delitti, ed attualmente agli arresti domiciliari). Dalle investigazioni, l’assistente giudiziario sarebbe apparso come persona molto legata al legale potentino.
Dalle indagini a suo carico, infatti, è emerso un grave quadro indiziario in ordine ai reati di favoreggiamento-avrebbe proceduto alla bonifica dello studio dell’avvocato De Bonis al fine di individuare microspie- di peculato, si sarebbe impossessato di marche da bollo per migliaia di euro (rinvenute nella sua abitazione) che i legali depositavano come per legge presso la cancelleria in cui lo stesso operava, e per abuso di ufficio poichè avrebbe  omesso di ritirare le marche da bollo in tutti i procedimenti civili patrocinati dallo Studio De Bonis.

Nel corso delle indagini, inoltre, è emerso che, Giangrande, per agevolare lo studio dell’avvocato De Bonis si sarebbe prestato a sostituire alcune pagine dei fascicoli processuali civili (i cosidetti fascicoli cartacei di cortesia) secondo i desiderata dello stesso legale De Bonis.