Ortodonzia infantile: quando vale la regola “prevenire è meglio che curare”

29 dicembre 2019 | 17:42
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Ortodonzia infantile: quando vale la regola “prevenire è meglio che curare”

Perché è importante la prevenzione e la cura dei denti nell’infanzia?

I bambini vanno portati per la prima volta dal dentista intorno ai 4 anni cioè quando sono spuntati tutti i denti da latte e prima che eruttino i denti definitivi. Questo è necessario per poter analizzare se ci sono problemi in corso o anomalie legate all’occlusione scheletrica mascellare o mandibolare. Lo screening fatto in età pediatrica permette di intervenire il prima possibile così da accorciare i tempi terapeutici e ottenere anche risultati migliori. Si parla in questo caso di ortodonzia intercettiva perché si intercetta un problema prima che si manifesti.

Se tutto è ok in questo primo momento non significa tuttavia che non si debba più avere a che fare con l’apparecchio per i denti, perché dipende dal singolo caso clinico. Nella maggior parte dei casi, anzi, il primo apparecchio si mette proprio successivamente in età adolescenziale a partire dagli 11 anni e sulla dentatura definitiva.

A nessun ragazzo piace l’idea di mettere l’apparecchio e sicuramente farà un po’ d’opposizione, ma è compito dei genitori far comprendere l’importanza dell’ ortodonzia infantile e del “prevenire piuttosto che curare”. L’obiettivo dell’apparecchio, infatti, è duplice: da una parte c’è l’estetica, dall’altra la salute. I denti storti e la scorretta occlusione scheletrica sono problemi che possono compromettere la salute della bocca e portare conseguenze anche gravi: il consumo dei denti, infezioni, dolori articolari etc.

Mettere l’apparecchio ai denti: cosa aspettarsi e come funziona

Prima di mettere l’apparecchio lo specialista prescriverà una serie di esami utili a capire bene la situazione della bocca e del cranio per valutare al meglio la situazione e il tipo di problema presente. Si farà quindi l’impronta dei denti, la panoramica, la teleradiografia del cranio, la cefalometria e in taluni casi esami per capire il livello di sviluppo osseo e la qualità della funzione respiratoria.

La durata della terapia dipende dal problema e dall’età: di solito comunque nei bambini non si superano i due anni e si va da un minimo di 6 mesi. Dopo una prima visita valutativa e l’analisi di tutti i risultati dei suddetti esami, l’ortodontista proporrà un piano di trattamento con le diverse fasi, le tempistiche e, ovviamente, i costi.

In base al caso, una volta che i genitori decideranno di procedere, si procederà con l’installazione dell’apparecchio fisso o mobile. In questo momento è importante avere la collaborazione del bambino per lavorare bene e per non creare in lui traumi. È qui che si capisce bene l’importanza di aver portato periodicamente il piccolo a fare un controllo dal dentista sin dall’età di 4 anni: appuntamenti che sono utili anche per familiarizzare con questo tipo di specialista.

Ogni passo, ogni strumento va descritto con pazienza al bambino per rassicurarlo e far sì che non sia più terrorizzato all’idea.

Convivere con l’apparecchio

Il piccolo paziente con l’apparecchio ai denti dovrà far visita al dentista una volta al mese o anche di più se lo specialista lo ritiene. Ogni volta si valuterà la progressione della cura e, di solito, si fanno foto della bocca e del viso per poter meglio monitorare la situazione. Dopo qualche controllo l’appuntamento diventerà una routine e finalmente la paura dovrebbe passare totalmente. È importante durante la terapia eseguire una corretta igiene e che si eliminino determinati vizi come la suzione del ciuccio, del dito, l’onicofagia.