Ospedale San Carlo, a casa 40 dipendenti. Si rischia il caos
Infermieri, Oss e tecnici di laboratorio, assunti a tempo determinato, entro fine dicembre saranno licenziati
Entro fine dicembre tutti fuori i circa 40 dipendenti dell’ospedale San Carlo di Potenza- tra infermieri, Oss e tecnici di laboratorio- assunti a tempo determinato per 36 mesi. “Sarà un disastro completo-sostengono alcuni infermieri dell’ospedale potentino che invece hanno un contratto a tempo indeterminato e soprattutto il polso della situazione che si vive e si vivrà nei reparti in cui il personale verrà meno.
Probabilmente- spiegano- il direttore Barresi si è trovato nelle condizioni di doverlo fare, potendo incorrere, se il personale avesse superato i 36 mesi stabiliti all’atto del contratto nel giudizio della Corte dei Conti. Resta il fatto che, andando a casa circa quaranta operatori, l’ospedale ne risentirà. Soprattutto, essendo la maggior parte Operatori socio sanitari, ne risentiranno le attività domestico-alberghiere.
Lo stallo che potrebbe crearsi non è di facile soluzione considerato che l’azienda sanitaria non potrà fare altre assunzioni a tempo determinato. E allora che si fa? Il concorso? Quest’ultimo, nel caso degli Oss è stato bandito nel 2016, poi a causa di un ricorso l’azienda è stata tenuta a scorrere le liste di mobilità interregionale e della selezione pubblica si sono perse le tracce.
Molto più diretti i sindacati che attribuiscono la responsabilità di quanto sta accadendo alla mancata previsione delle risorse economiche da parte della Regione Basilicata per il proseguimento dei contratti dei lavoratori precari, presso l’AOR San Carlo, con la conseguenza che la Direzione Strategica sta procedendo al licenziamento di detti operatori.
Per Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Fials, infatti, non solo in questo modo si “straccia” un accordo, sottoscritto appena un mese fa, con l’Assessore Regionale alla Salute, ma si vanificheranno tutti i benefici del nuovo piano “assunzionale” che è in via di completamento.
E, come gli infermieri hanno ribadito, e anche per le organizzazioni sindacali, il risultato sarà nuovamente “il caos più completo con un inasprimento dei carichi di lavoro degli operatori sanitari e la inevitabile chiusura di Unità Operative”.
È questo il meccanismo perverso di una congiuntura straordinaria che si è determinata con la dinamica dei pensionamenti e l’introduzione della cosiddetta “quota 100”. In realtà le attuali assunzioni non coprono le scoperture delle aziende, per cui la situazione ritorna al punto di partenza. L’imposizione alle Aziende Sanitarie del pareggio di bilancio scarica sugli operatori, già sotto pressione per i pesanti carichi di lavoro, il pesante fardello di garantire i servizi. A ciò si aggiunge il dramma di chi, dopo che si è tanto sacrificato, aspettava almeno un segnale di attenzione.
Il sindacato- aggiungono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Fials- che da anni si batte per introdurre elementi di trasparenza e di ricorso ai concorsi pubblici, è evidente che nello stesso tempo non può chiudere gli occhi di fronte ad una realtà, che è il frutto di anni di blocco del turnover e di tagli indiscriminati alla spesa pubblica che hanno portato l’Amministrazione pubblica a ricorrere al lavoro precario e allo sfruttamento di migliaia di operatori per consentire il funzionamento dei servizi.
Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Fialsnel denunciano con forza “questa incresciosa situazione che si sta determinando” e chiedono al Presidente Bardi, all’Assessore Leone di onorare l’impegno sottoscritto ovvero di mettere le risorse economiche per il completamento dei trentasei mesi agli operatori precari dell’Azienda Ospedaliera San Carlo, ed allo stesso tempo far continuare anche gli over 36 in attesa che il governo centrale nella prossima legge finanziaria inserisca le risorse per la proroga e per la stabilizzazione. Per tutte queste ragioni proclamano lo stato di agitazione nonché le procedure di raffreddamento innanzi al Prefetto affinché si ritirino le lettere di licenziamento già inviate.