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A Matera i “ricordi di un ergastolano” nel libro di Pierdonato Zito

22 novembre 2019 | 16:38
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A Matera i “ricordi di un ergastolano” nel libro di Pierdonato Zito

L’evento rientra nella manifestazione Con lo guardo “di dentro”, serie di mostre fotografiche e pittoriche, film, opere teatrali, libri e percorsi di lettura, realizzati all’interno degli istituti penitenziari italiani

Oggi alle 18, al Cinema Comunale di Matera, sarà presentato in anteprima  il libro “Indimenticabile Padre: ricordi di un ergastolano” (Herald Editore, 224 pagine) di Pierdonato Zito. L’evento rientra all’interno del programma della manifestazione Con lo guardo “di dentro” (Matera, 22 – 24 novembre), serie di mostre fotografiche e pittoriche, film, opere teatrali, libri e percorsi di lettura, realizzati all’interno degli istituti penitenziari italiani, organizzata dal CESP-rete delle scuole ristrette e Fondazione Matera Basilicata 2019 con il sostegno del Mibac.

Il libro, pubblicato da Herald Editore, racconta la vita del padre dell’autore, scritto in un periodo particolare della vita di Zito, quando era sottoposto al regime penitenziario dell’art. 41 bis, il cosiddetto “carcere duro”. Lo scrittore è in carcere ininterrottamente dal 1995, condannato alla pena dell’ergastolo ostativo. In prigione si è diplomato da privatista e, attualmente, è iscritto alla Facoltà di Sociologia, presso il polo universitario nel Centro Penitenziario di Secondigliano Napoli, “Federico II”.

L’evento sarà moderato dal professor Antonio Belardo, docente dell’IIS “ E. Caruso” di Napoli, e vedrà la partecipazione di Pierdonato Zito, a seguito di autorizzazione concessa dal magistrato.

Quanto più ero ‘compresso’ – ricorda Pierdonato Zito – tanto più sentivo forte ribollire il desiderio di scrivere delle mie radici. Questo libro rappresenta tutto ciò che fermentava nel mio animo, e venne fuori come un’esplosione. Lo scrissi, immaginando di avere di fronte i miei tre figli, Mariana, Nunzio e Francesco, piccoli ai tempi della stesura, ai quali raccontavo la storia del loro valoroso nonno paterno che non avevano mai conosciuto. Sepolto in quel rigido regime di custodia, scrivere fu un’espressione di vita”.

Nella biografia si parla di eventi accaduti nel Corno d’Africa durante la Seconda Guerra Mondiale con una finestra sulla vita dei prigionieri italiani nei campi di concentramento inglesi, aspetto fino a pochi anni fa poco conosciuto e discusso.

Quando ho incontrato Pierdonato – racconta il professor Antonio Belardo, autore della prefazione del libro – era arrivato da diversi mesi al carcere di Secondigliano dove insegno. Mi ha subito parlato con entusiasmo e orgoglio della stesura di un manoscritto riguardante la biografia del padre.  A un primo rapido sguardo mi hanno colpito i luoghi descritti durante la permanenza del genitore nel Corno d’Africa nella campagna dell’Africa Orientale alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Anch’io ero stato in quei luoghi, quando da militare fui “catapultato” nel Corno d’Africa per la missione IBIS (dicembre 1991-marzo 1992), una spedizione umanitaria “di pace” ma di fatto in un paese in guerra.”

La seconda parte del libro affronta l’Italia degli anni ’50, ’60, ’70, ’80. I ricordi sono legati al paese natìo, Montescaglioso, rappresentativo di tutti i paesi dell’Italia meridionale con le loro problematiche legate soprattutto alla disoccupazione, all’arretratezza delle infrastrutture e a quella culturale che costringevano intere famiglie a emigrare. La commozione che si prova leggendo le pagine conclusive è certamente una riprova di quanto Zito abbia voluto bene al padre.

La rilevanza del libro deve essere vista sotto un duplice aspetto – sottolinea il professor Belardo – E’ un documento di grande valore storico, viste anche le fonti da cui sono state attinte le notizie e i fatti: lettere dal fronte, dalla prigionia, rare foto d’epoca, oltre che i dettagliati ricordi dell’autore e dei suoi fratelli. In più l’opera ha avuto una funzione terapeutica per Pierdonato, fin da quando era rinchiuso nel regime di 41bis: il libro gli è servito per mettere in ordine i tasselli della propria vita e per rendere il giusto tributo al genitore morto in età prematura (69 anni) per infarto.”