Aggressione ai danni di un Agente della polizia penitenziaria a Melfi

23 novembre 2019 | 10:19
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Aggressione ai danni di un Agente della polizia penitenziaria a Melfi

O.S.A.P.P. “La situazione è resa ancora più precaria da una gravissima carenza di organico che rende pressoché impossibile fare fronte ai molteplici eventi critici che quotidianamente accadono”

Ancora episodi di violenza nel carcere di Melfi, nel pomeriggio di ieri, intorno alle ore 17.15, un detenuto di nazionalità Italiana, definitivo, ristretto nel circuito di Alta Sicurezza dell’Istituto, in evidente stato di ubriachezza ha sferrato uno schiaffo nei confronti dell’Assistente Capo di sezione, procurandogli un forte trauma all’orecchio e all’occhio destro, tanto da dover ricorrere alle cure presso il Pronto Soccorso del locale Ospedale.

A dare la notizia è il Segretario Generale dell’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) Leo Beneduci  che aggiunge :

“Ancora episodi di violenza nel carcere di Melfi, nonostante si sia segnalato nel decorso mese di ottobre, con ben due note, la situazione alquanto critica che si vive nell’Istituto. Oltre che per motivi di ordine e sicurezza le condizioni di lavoro del personale di polizia Penitenziaria nelle carceri Italiane sono più che critiche e oltre agli evidenti rischi  per l’incolumità fisica degli addetti del Corpo la situazione è resa ancora più precaria da una gravissima carenza di organico che rende pressoché impossibile fare fronte ai molteplici eventi critici che quotidianamente accadono.

Ovviamente – prosegue il leader dell’O.S.A.P.P. – oltre ai già tanti problemi relativi all’ordine e alla sicurezza degli Istituti Penitenziari della Repubblica, esiste e si aggrava sempre di più, le problematiche relative alla gestione della popolazione detenuta.

Peraltro, ancora attendiamo – conclude Beneduci  – la circolare sugli eventi critici e in particolare sulle aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria, promessa mesi fa dal Capo D.A.P. Dott. Basentini. Non vorremmo che, ove esistesse, la bozza fosse stata inviata al Garante nazionale dei diritti dei detenuti per un parere che non deve essere richiesto e a questo punto neanche voluto.