Total, i nastri di partenza e l’Arpab

30 ottobre 2019 | 14:36
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Total, i nastri di partenza e l’Arpab

Tra comunicazioni parziali circa l’ottemperanza della multinazionale francese alle prescrizioni della Regione e del Cipe e il caos nell’organico dirigenziale dell’Arpab, i cittadini hanno diritto di sapere che cosa stia succedendo

Tra comunicazioni parziali circa l’ottemperanza della multinazionale francese alle prescrizioni della Regione e del Cipe e il caos nell’organico dirigenziale dell’Arpab, i cittadini hanno diritto di sapere che cosa stia succedendo

Total e la diffida, a che punto siamo?

Il 4 settembre 2018 il Dipartimento Energia e Ambiente della Regione Basilicata diffida Total dalla esecuzione delle prove funzionali di esercizio dell’impianto di Tempa Rossa.

La diffida è motivata dal fatto che a quella data la Total non aveva ancora formalmente trasmesso alla Regione la documentazione relativa all’adempimento delle prescrizioni contenute nella delibera Cipe n. 18/2012e nella DGR 1888/2011. Si tratta, tra le altre, di prescrizioni in ordine al monitoraggio ambientale, a protocolli per la gestione delle situazioni di emergenza, allo scarico delle acque e alle emissioni in atmosfera.

Il giorno successivo, 5 settembre 2018, L’U.n.m.i.g. della Direzione Generale Risorse Minerarie del Mise, in seguito alla diffida e per le stesse motivazioni sospende tutte le attività di prova di esercizio funzionali degli impianti di Tempa Rossa.

Alla data del 18 ottobre 2018 si ha contezza dell’ottemperanza a una delle cinque prescrizioni contenute sia nella delibera Cipe sia nella Dgr, la n. 15: Dovrà essere definito con Regione e Prefettura un protocollo per la gestione delle situazioni di emergenza, inclusi eventi incidentali.

Nei mesi successivi non si hanno notizie ufficiali circa l’eventuale revoca della diffida e della conseguente sospensione né notizie sugli adempimenti prescritti alla Total.

Il 29 gennaio 2019, La Gazzetta del Mezzogiorno scrive: Il conto alla rovescia è iniziato. Il Centro olio di Tempa Rossa – se gli ultimi adempimenti saranno definiti in poche settimane – potrebbe entrare in produzione già il prossimo mese di febbraio. La metà di febbraio, per la precisione. È l’indicazione emersa in Regione dopo che l’Arpab, nei giorni scorsi, ha notificato al Dipartimento ambiente il parere positivo al Piano di monitoraggio ambientale redatto dalla Total per l’impianto di Tempa Rossa.

A fine luglio 2019 sembra che il conto alla rovescia riparte. L’assessore Francesco Cupparo in quei giorni dichiara: “Total ripiglierà definitivamente le prove di estrazione ai primi di settembre”.

Tra agosto e settembre 2019 in più occasioni abbiamo assistito a dichiarazioni stampa del tipo “la Total ai nastri di partenza”, la “Total pronta a partire”.

Ma il conto alla rovescia sembra essere molto lungo. Anche se sembra che nel gennaio scorso l’Arpab abbia dato parere favorevole al piano di monitoraggio ambientale della Total ad oggi sembra esservi solo una validazione parziale. L’Ispra avrebbe fatto la sua istruttoria a supporto dell’Arpab che ancora non ha validato alcunché. Al momento, quindi, nessun provvedimento di verifica delle ottemperanze in ordine al piano di monitoraggio ambientale è stato adottato. È evidente che la diffida è ancora operativa.

A questo punto bisogna chiedersi che senso ha diffondere comunicati nei quali Total si dice pronta a partire? E quali sono i termini dell’accordo concluso tra i francesi e la Regione Basilicata in ordine ai tempi di avvio dell’impianto? Stando così le cose, Total

Alla domanda “A che punto è la questione della diffida, visto che avete chiuso l’accordo”? l’assessore Rosa, da noi contattato, ha risposto serafico: “non sono autorizzati”.

Intanto l’Arpab è in tutt’altre faccende affaccendata

Il 22 ottobre il direttore generale Edmondo Iannicelli delibera – n.295 –  il compenso ai direttori tecnico-scientifico e amministrativo, dopo che l’assessore Gianni Rosa aveva sollevato obiezioni sul compenso al direttore amministrativo. Il giorno dopo, 23 ottobre, con un’altra delibera, la n. 296, sospende l’avviso pubblico per il conferimento dell’incarico di direttore amministrativo così come richiesto dall’assessore all’ambiente. La richiesta di sospensione da parte di Gianni Rosa, è motivata dal fatto che la legge regionale n. 37/2015 prevede che il ruolo di direttore amministravo venga attribuito in base a una selezione tra dirigenti Arpab e dirigenti del ruolo unico regionale.

Peccato che sia nel 2015 sia nel 2018 sono stati selezionati direttori reclutati dalla sanità. Iannicelli si giustifica con la mancata partecipazione alle selezioni di dirigenti Arpab e del ruolo unico regionale, per cui sarebbe stato costretto a nominare direttore amministrativo persone provenienti dai ruoli sanitari nonostante la legge regionale lo impedisca. Con la delibera 296 Edmondo Iannicelli in sostanza passa la palla all’assessore Rosa e chiede alla Regione di sapere se, dopo tre avvisi andati praticamente disertati da dirigenti interni Arpab e da quelli del ruolo unico regionale, l’orientamento della Giunta rimane quello della legge n. 37/2015. Nel frattempo la Regione chiede chiarimenti all’Arpab in ordine ai rilievi della Corte dei Conti, nel quadro della parifica del rendiconto regionale per l’esercizio 2016, sulla natura degli incarichi di direttore amministrativo e tecnico-scientifico e sui compensi a loro corrisposti. Così, con la delibera n. 308 del 29 ottobre Edmondo Iannicelli si spende in dettagliate e lunghe precisazioni.

Insomma, dal mese di luglio è in corso tra l’assessorato regionale all’ambiente e Arpab un braccio di ferro a colpi di lettere e delibere da ambe le parti che, probabilmente, è da inquadrare nel tentativo di Gianni Rosa di “mandare a casa” il direttore generale Iannicelli. Intanto, però, all’Arpab regna la precarietà organizzativa ai livelli dirigenziali e il suo direttore è costantemente impegnato a giustificarsi. Quando finirà il teatrino?