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Tempa Rossa, Colella e Mele: “Con l’inizio delle attività i cittadini non potranno dormire sonni tranquilli”

9 ottobre 2019 | 10:26
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Tempa Rossa, Colella e Mele: “Con l’inizio delle attività i cittadini non potranno dormire sonni tranquilli”

La docente Unibas e il referente di Isde Basilicata: “Suggeriamo di non farsi ammaliare dalle facili entrate economiche e di utilizzare quelle risorse per costruire una rete seria di controlli ambientali e sanitari”

In attesa che nella Valle del Sauro (Basilicata), con i Comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione, abbia inizio la produzione di petrolio greggio a Tempa Rossa ad opera di Total Spa, sentiamo doveroso l’obbligo di informare i cittadini in merito ai problemi relativi alla salute e all’ambiente che tali estrazioni avranno nelle aree interessate dal secondo Centro Olio della Lucania.

Val d’Agri docet: se quanto accaduto in quest’area può essere rappresentativo, le popolazioni della Valle del Sauro certamente non potranno dormire sonni tranquilli.

Preoccupante è il fatto che, nonostante l’accaduto, nel caso di Tempa Rossa si sbandierino accordi preventivi con Arpab e Ispra come se rappresentassero la panacea di tutti i mali che le attività estrattive procureranno (perché li procureranno). Purtroppo l’esperienza della Val d’Agri ha ampiamente dimostrato lo scempio sanitario, ambientale, culturale e perfino istituzionale di un territorio ricchissimo, che tra l’altro accoglie ben sei produzioni di eccellenza tra dop, doc ed igp.

L’accaduto non garantisce sonni tranquilli. Alla gente della Valle del Sauro suggeriamo dunque di non farsi ammaliare dalle facili entrate economiche e di utilizzare quelle risorse per costruire una rete seria di controlli ambientali e sanitari: certamente non come quella costruita per la Val d’Agri con il progetto “Epibas”, che ad oggi non si sa che fine abbia fatto, quali siano i dati disponibili e come potranno essere utilizzati ai fini della protezione della salute dei cittadini del Sauro.

Gli unici dati certi che oggi abbiamo a disposizione sono quelli della VIS (Valutazione di Impatto Sanitario), lo studio epidemiologico effettuato a Viggiano e Grumento Nova, in Val d’Agri, grazie alle risorse delle royalty petrolifere.

Ma i problemi di Tempa Rossa sono tanti e tutti aperti, tra i quali: il cosiddetto “bianco ambientale“, una sorta di “fotografia” dello stato delle matrici ambientali dell’area in esame (acqua, suolo, aria), che invece di essere realizzata “prima” dell’inizio delle attività petrolifere attraverso studi specifici per poi poter monitorare gli impatti ambientali prodotti da tali attività, è stata realizzata diversi anni dopo l’inizio delle prove di produzione petrolifera, quando tali matrici erano già ampiamente contaminate. E questo, ahinoi, la dice lunga sulla valenza dei controlli ambientali! E che dire poi dello smaltimento dei reflui petroliferi che si vorrebbero sversare nel Torrente Sauro, che alimenta l’invaso di Monte Cotugno che fornisce acque ad uso umano a milioni di persone in Basilicata, Puglia e Calabria, senza poter prima conoscere e verificare l’efficacia delle nuove metodiche che Total dice di possedere per la depurazione di tali acque ?

Per quanto riguarda infine l’aspetto sanitario, le cose non vanno certo meglio: una pubblicazione del dottor Agostino Di Ciaula (Direttore Scientifico di Isde Italia) su “Avvenire” del 6 aprile del 2016, sottolinea: “A Corleto Perticara (4 km di distanza da Tempa Rossa) più del 23% di mortalità tra il 2011 ed il 2014, contro un aumento regionale del 2% ”. Nel 2014 il tasso di mortalità in Basilicata è stato del 10,3/mille abitanti, mentre a Corleto è stato del 17,9/ mille abitanti, dunque un aumento percentuale del 73% e del 69% superiore a quello provinciale.

Questi sono i dati, altri per il momento non ne abbiamo. E’ con questa realtà che i cittadini di quell’area dovranno confrontarsi, e hanno due possibilità: la prima e più semplice è far finta di nulla, la seconda è più impervia, ma certamente più utile: bisogna pretendere la massima trasparenza sulle iniziative e i metodi adottati, controlli di vario tipo adeguati alla complessità del problema, indagini epidemiologiche serie, e bisogna partecipare alle conferenze di servizio per far sentire la voce dei cittadini lì dove si prendono decisioni importanti per la loro salute.

Albina Colella Professore Ordinario di Geologia, Unibas

Giambattista Mele, Referente Isde per la Basilicata