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Partita con mille euro e una valigia dalla Basilicata, espone la sua opera alla Biennale di Milano

23 ottobre 2019 | 11:42
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Partita con mille euro e una valigia dalla Basilicata, espone la sua opera alla Biennale di Milano
Partita con mille euro e una valigia dalla Basilicata, espone la sua opera alla Biennale di Milano
Partita con mille euro e una valigia dalla Basilicata, espone la sua opera alla Biennale di Milano
Partita con mille euro e una valigia dalla Basilicata, espone la sua opera alla Biennale di Milano
Partita con mille euro e una valigia dalla Basilicata, espone la sua opera alla Biennale di Milano
Partita con mille euro e una valigia dalla Basilicata, espone la sua opera alla Biennale di Milano

Gelsomina Perilli, originaria di Calvello, da anni vive a Varese. Il suo libro di poesie selezionato tra le opere di 200 artisti provenienti da oltre 40 Paesi

Quando è andata via dalla Basilicata, 14 anni fa, nemmeno immaginava che il suo nome potesse essere scritto nel tempio dell’arte milanese. Gelsomina Perilli è partita da Calvello (Potenza) con mille euro e un trolley. Era tutto quello che aveva quando è scesa dal treno a Milano, da dove poi ha raggiunto Varese, città in cui vive a lavora. Me lo racconta al telefono. La contatto dopo aver appreso che sarà tra gli artisti provenienti da circa 40 Paesi del mondo selezionati dalla Biennale di Milano per esporre le loro opere al museo Brera Site. 

Lei, che a 20 anni in Basilicata aveva già un lavoro, ha deciso di partire quando quel lavoro è venuto meno e si è accorta che le sue risorse per rimanere erano esigue.

Non ero raccomandata e nemmeno figlia di papà-racconta- e l’unica possibilità che potevo dare a me stessa era partire”. 

Una volta a Varese, dove aveva solo trovato un posto letto, ha praticamente “bussato a tutte le porte per trovare lavoro”. La ricerca è andata a buon fine. Assunta come contabile in un’azienda del posto, comincia la sua carriera, fatta di sacrifici e tante soddisfazioni. Ma la vita, si sa, ti mette sempre di fronte a quello che sei e vorresti essere, anche quando sembra che tutto vada bene. 

Avevo tutto quello che si può desiderare, perfino un fidanzato- mi spiega- ma mi sono accorta che non ero felice. Mi mancava qualcosa. Non stavo vivendo. Ma soprattutto non riuscivo più a pensare”. 

Il lavoro l’aveva portata ad accantonare la sua vocazione: la scrittura. Dopo la pubblicazione del suo primo libro, infatti, si era fermata. Poi un incontro che la convince definitivamente “ad andare verso la scrittura”.

“Un artista che stimo molto, Morgan, mi dice, dopo aver letto alcune mie cose: “tu scrivi molto bene”. A me è bastato per ricominciare. Ho chiesto il part time al lavoro e sono ritornata a scrivere”.

Da allora i riconoscimenti non sono mancati, tra questi il premio internazionale “Salvatore Quasimodo” fino all’ultimo, arrivato appunto dalla Biennale di Milano. La sua opera, “Sui miei passi in-versi” è stata selezionata, tra quelle di oltre duecento artisti contemporanei provenienti da oltre 40 Paesi, ed esposta al Brera site.

La rassegna, organizzata e ideata da Salvo Nugnes e presentata da Vittorio Sgarbi, aperta dal 10 al 14 ottobre scorsi, si è posta l’obiettivo “di valorizzare la democrazia nell’arte”: questo il tema scelto per l’edizione 2019, “per dare l’opportunità a quanti più artisti possibile di farsi conoscere attraverso il proprio talento”.

E Gelsomina Perilli si è trovata catapultata tra quei talenti. La sua raccolta di versi, “sull’amore in tutte le sue declinazioni”, oltre ad essere esposta nella mecca dell’arte milanese è stata inserita nel catalogo della mostra, edito da Mondadori.

La poetessa lucana ha partecipato all’inaugurazione dell’esposizione, presentata da Sgarbi, con il contributo, tra gli altri, di Francesco Alberoni e Antonino Zichichi. Onorata di affiancare nomi che rappresentano da sempre l’arte e la cultura nel panorama italiano resta con i piedi per terra nonostante sia stata protagonista di un evento così importante. Quando le chiedo se devo chiamarla poetessa o scrittrice mi risponde che lei, semplicemente, scrive poesie, che per lei la poesia è un sentire. 

Forte il legame con la Basilicata, torna spesso a Calvello dove vive la sua famiglia. “E ogni volta è sempre un’emozione, così come ogni volta che riparto, già a Foggia, ho le lacrime agli occhi. Ma quando sono partita non potevo fare diversamente. Amo la mia terra, ma non sono mai scesa a compromessi. A noi lucani non manca niente. Abbiamo un capitale umano eccezionale. Risorse naturali meravigliose. Forse dovremmo essere più coraggiosi. 

Il coraggio di rischiare, Gelsomina lo aveva rinchiuso in valigia quando è partita. Lo stesso coraggio che ha poi tirato fuori quando ha deciso di dare priorità alla sua vera vocazione, firmando una cambiale in bianco con se stessa. Ma questo è ormai il passato. Sul futuro non si sbilancia: “Il mio pensiero non va mai a letto. Adesso sto ultimando un libro di aforismi. Per il resto, vivo giorno per giorno”.