Marcello Pittella indagato. Anche l’ex governatore nel mirino dell’inchiesta su tangenti e dossieraggio

18 ottobre 2019 | 11:36
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Marcello Pittella indagato. Anche l’ex governatore nel mirino dell’inchiesta su tangenti e dossieraggio

Nella giornata di ieri gli agenti della Squadra Mobile di Potenza, hanno acquisito copia della memoria dei telefoni cellulari del Pittella, computer e altri documenti, in una perquisizione effettuata sia a casa sia nell’ufficio

Nell’inchiesta della Procura di Potenza su un presunto giro di corruzione e dossieraggio a politici rivali spunta, tra gli indagati, il nome dell’ex governatore Marcello Pittella.

La stessa procura aveva evidenziato che le indagini sono ancora in corso e che quindi l’inchiesta, denominata “do ut des”, è passibile di ulteriori sviluppi.

Intanto da quello che trapela, l’ex presidente Pittella sarebbe indagato per traffico di influenze illecite nell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto dell’avvocato potentino, Raffaele De Bonis, del luogotenente della Finanza, Paolo D’Apolito, e del segretario particolare dell’ex governatore, Biagio Di Lascio.

Dal canto suo, Marcello Pittella, attuale consigliere regionale di opposizione, si è detto estraneo alla vicenda giudiziaria e pronto a chiarire ogni aspetto con i magistrati nei quali ripone la piena fiducia. “Non di meno -ha sottolineato- mi rammarica il clima di veleno che si è già avviato attraverso i soliti ‘canali’ del gossip telecomandato”. 

Nella giornata di ieri gli agenti della Squadra Mobile di Potenza, che ha condotto le indagini, hanno effettuato copia della memoria dei telefoni cellulari di Pittella per analizzarne il contenuto. Acquisiti anche computer e altri documenti, in una perquisizione effettuata sia a casa sia nell’ufficio dell’ex governatore.

Al vaglio degli inquirenti i 25 mila euro consegnati da Biagio Di Lascio dall’avvocato De Bonis per la “buona riuscita di una pratica in Regione” che sarebbero dovuti servire per la campagna elettorale di Marcello Pittella alle scorse elezioni regionali.

Nel corso delle indagini e precisamente dall’intercettazione di una conversazione, captata dalla Mobile, tra l’avvocato De Bonis e Di Lascio, il legale  potentino informa il segretario di Pittella che un ingegnere, successivamente identificato in Pietro Chiorazzo, aveva espresso la volontà di finanziare, con 500 mila euro, la campagna elettorale dell’ex governatore lucano. E sono sempre le intercettazioni ambientali a svelare la consegna dei 25 mila euro, dall’avvocato al Di Lascio, avvenuta nello studio dell’avvocato il 25 marzo 2019, e cioè il giorno dopo le elezioni regionali lucane. 

Tuttavia è lo stesso gip che nell’ordinanza di custodia cautelare evidenzia come il danaro fosse stato consegnato solo dopo la campagna elettorale, e come la stessa somma fosse un compenso per la mediazione di Di Lascio finalizzata a favorire gli affari dei clienti di De Bonis.