Idrocarburi e altri episodi di inquinamento: quegli strani procedimenti che si trascinano da 20 anni
Il portavoce Perrino presenta un’interrogazione
Mentre proseguono le trattative con Eni e la Giunta Bardi ci fa sapere che è in atto un tira e molla con la compagnia per il rinnovo della concessione, ci preme segnalare una serie di episodi che la dicono lunga su come è stato gestito l’ ”affaire” petrolio in questi ultimi 20 anni.
Nel verbale di giunta del 30 settembre scorso non abbiamo potuto fare a meno di notare una curiosa serie di delibere che contengono episodi di sversamenti di idrocarburi, perdite ed altri inquinamenti sui quali ci è parso opportuno chiedere lumi e approfondimenti alla Giunta regionale.
Le delibere in questione sono le seguenti:
– n.669, per l’Area pozzo Fontana del Barone in agro di San Chirico Nuovo, la “determinazione di conclusione positiva della Conferenza di servizi, presa d’atto dei risultati delle indagini tomografiche ed approvazione proposta ulteriori sondaggi”; tanto a fronte di una comunicazione alla Giunta Regionale datata 15.09.2017 (oltre due anni or sono) da parte del RI (SPI S.p.a) del superamento della CSC per il parametro idrocarburi;
– n.671, per l’Area Pozzo Cerro Falcone 1 in agro di Calvello, la “determinazione di conclusione positiva della Conferenza di servizi ed approvazione Piano di caratterizzazione”; tanto a fronte di una comunicazione alla Giunta Regionale datata 30.03.2001 (18 anni e mezzo or sono) da parte del RI (Eni S.p.a.) del pericolo di inquinamento pregresso nel sito dell’area;
– n.672, per l’Area Pozzo Volturino 1, località Cugno del Salice in agro di Calvello, la “determinazione di conclusione positiva della Conferenza di servizi ed approvazione Piano di caratterizzazione”; tanto a fronte di una comunicazione alla Giunta Regionale datata 30.03.2001 (18 anni e mezzo or sono) da parte del RI (Eni S.p.a.) del pericolo di inquinamento pregresso nel sito dell’area;
– n.673, per l’Area Pozzo Cerro Falcone 2, località Bosco Auditiero in agro di Calvello, la “determinazione di conclusione positiva della Conferenza di servizi ed approvazione Piano di caratterizzazione”; tanto a fronte di una comunicazione alla Giunta Regionale datata 30.03.2001 (18 anni e mezzo or sono) da parte del RI (Eni S.p.a.) del pericolo di inquinamento pregresso nel sito dell’area;
– n.674, per località Bosco di Montepiano nel Comune di Ferrandina, il“Rapporto di caratterizzazione” e la ”Determinazione di conclusione positiva della Conferenza di servizi e chiusura del procedimento”; tanto a fronte di una comunicazione alla Giunta Regionale datata 04.08.2003 (oltre 16 anni fa) da parte del RI (Eni S.p.a.) del pericolo di inquinamento, a seguito di perdita, lungo il metanodotto di collegamento dei pozzi alla Centrale di trattamento gas di Ferrandina;
– n.675, per la linea di collegamento pozzo Pisticci 28-Centro Olio Pisticci, la “Determinazione di conclusione positiva della Conferenza di servizi e chiusura del procedimento”; tanto a fronte di una comunicazione alla Giunta Regionale datata 11.05.2000 (19 anni e mezzo fa) da parte del RI (Eni S.p.a.) del “pericolo di inquinamento lungo la condotta dal pozzo Pisticci 28 al Centro Olio Pisticci a causa di una perdita di petrolio dalla tubazione interrata nei pressi della strada vicinale Mastrogiulio in agro del Comune di Pisticci”.
Come si può ben notare si tratta di episodi di inquinamento che in alcuni casi risalgono addirittura a 19 anni e che hanno interessato diverse zone dell’intero territorio regionale e sulle quali insistono delle concessioni di coltivazione. Conferenze di servizi e piani di caratterizzazione che si trascinano da decenni per motivi che, sulla base delle informazioni fornite dalle stesse delibere, è arduo comprendere.
In alcuni casi, come quello occorso in San Chirico Nuovo, si ravvisano possibili collegamenti con alcuni recenti avvenimenti: viene, infatti, spontaneo chiedersi se, il possibile superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione per il parametro idrocarburi denunciato nel 2017, sia in qualche modo correlato con il divieto di utilizzo ad uso alimentare umano, di irrigazione agricola, e di abbeveramento animale delle acque sorgive delle fontane del Barone, di Lenne, di San Pietro e di Viscilo, emesso dal Sindaco di San Chirico Nuovo lo scorso settembre .
L’evidente sproporzionata e anomala durata dei procedimenti riportati nelle delibere esaminate emerge anche alla luce delle norme attualmente in vigore. Vogliamo assolutamente che l’Assessore Rosa faccia chiarezza al più presto su questi episodi davvero clamorosi, sperando che non si ripeta una situazione analoga sul disastro ambientale provocato dagli sversamenti del Cova di Viggiano emersi a febbraio 2017.
Gianni Perrino Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale