Basilicata presa a schiaffi. Le trattative segrete della Regione con le multinazionali del petrolio

25 settembre 2019 | 15:30
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Basilicata presa a schiaffi. Le trattative segrete della Regione con le multinazionali del petrolio
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Basilicata presa a schiaffi. Le trattative segrete della Regione con le multinazionali del petrolio

Si gioca a carte col morto e senza l’oste. Su concessioni Eni e Total la maggioranza fa mancare il numero legale

La seduta del Consiglio regionale, di ieri 24 settembre, è stata sciolta per la mancanza del numero legale mentre era in corso la votazione sulla mozione, proposta dall’opposizione di sinistra, relativa al negoziato sulle concessioni Total (Tempa Rossa) e Eni (Val d’Agri).

Con il documento si chiedeva l’impegno del Presidente della Regione “ad informare l’Assise regionale, prima della firma di ogni pre-intesa o intesa, al fine di poter essere edotti, condividere ed eventualmente contribuire alla definizione delle proposte in campo oltre che ad avere, dalla stessa, un mandato ufficiale propedeutico alla sottoscrizione delle stesse intese”.

La maggioranza ha praticamente rifiutato di mettere ai voti la mozione, respingendola nei contenuti, ritenuti strumentali. Si sarebbe potuto emendarla, discuterla e trovare una sintesi per poi votarla. Si sarebbe potuto arrivare al voto della mozione senza alcun emendamento e bocciarla. Invece nulla, niente numero legale, niente votazione. Una chiusura netta. Questo atteggiamento deve far riflettere. Soprattutto ci preoccupa, ma non ci sorprende, una maggioranza che siede a tavoli di negoziato delicatissimi senza aver mai portato in Consiglio regionale il Piano Strategico. Non si naviga senza bussola. E non ci sorprende se qualcuno richiama nuovamente nel dibattito assembleare il Progetto Tempa Rossa dello Studio Ambrosetti quale possibile base di discussione nelle trattative. Come a dire, “l’orientamento strategico, in quel negoziato, ce lo fornisce la Total”. E siamo a posto, perché anche Eni ha un suo piano strategico e la faccenda si chiuderebbe. A non avere strategie e metodologie all’altezza della sfida negoziale sembra essere la Giunta Regionale.

Esiste una chiara volontà, da parte del governo lucano, di non voler discutere l’argomento nel luogo istituzionale più appropriato. Insomma, tutto un segreto. Intanto lo stesso Bardi assente ieri in Consiglio, con un comunicato stampa ci fa sapere che va tutto bene, le trattative proseguono con soddisfazione e che “stiamo lavorando in maniera proficua alla definizione di un preliminare molto articolato che sarà oggetto dei nostri futuri incontri e abbiamo già convenuto di tenere nuove riunioni la prossima settimana”. Solita tiritera da mesi. Ad ogni modo, perché questa chiusura netta su una mozione che chiedeva trasparenza e partecipazione?

La sensazione è che le trattative siano gestite da altri. Da qualche parte a Roma e a Milano, inserite nel quadro di più vasti giochi politici e di scenari nazionali e internazionali. A guidare Bardi in questa faccenda ci sarebbero suggeritori – poteri invisibili – di altissimo livello politico e imprenditoriale. Il problema dei lucani è sapere a quali interessi fanno riferimento questi suggeritori e a quali interessi risponde Bardi. Insomma, fateci sapere dove volete andare a parare, a parte le solite frasi fatte sulla tutela dell’ambiente, sullo sviluppo e sull’occupazione.