Basilicata ferma nel porto delle nebbie

4 settembre 2019 | 13:08
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Basilicata ferma nel porto delle nebbie

In cinque mesi il governo regionale di centro destra ha prodotto solo ciarpame politico e amministrativo. Stanno trasformando il futuro in uno spaventapasseri

Processioni, incontri, comunicati, nomine, sottosegretari e niente ciccia. Bardi annuncia finanziamenti già approvati nella scorsa amministrazione regionale, chiede a Total la revisione degli accordi del 2006 (chiede). Tutta fuffa. Incontri “costruttivi” i cui risultati si vedranno domani ma domani non arriva mai tranne l’ennesimo incontro costruttivo “quando contiamo di dare risposte più concrete”. Risposte che scompaiono il giorno dopo. Come con la Total: Saranno resi noti domani da parte di Total, i dati ufficiali relativi ai risvolti occupazionali – diretti e indiretti … All’incontro svolto il giorno successivo i dati sui risvolti occupazionali non si sono visti. Sulle trattative con le compagnie petrolifere, considerati i primi passi, c’è da essere molto preoccupati. Ne parleremo a breve,

Paccottiglia, solo paccottiglia. Dopo cinque mesi di amministrazione di centro destra il risultato è ciarpame politico e amministrativo. Non abbiamo ancora capito quale sia il programma di questa coalizione di governo e quale sia di conseguenza il programma di questa amministrazione. Intanto, non sappiamo che fine abbia fatto il Piano strategico regionale che sarebbe dovuto approdare in Consiglio da tempo nel rispetto dei termini statutari. Ciò vuol dire che, ad oggi, la Regione Basilicata non ha ancora la rotta di navigazione né i documenti necessari a salpare la nave verso direzioni che restano ignote. Non possiamo neanche affermare che si naviga a vista poiché la nave è ancora lì ferma in un porto delle nebbie dove l’equipaggio non fa altro che ammuina.

A parte le metafore, persino il presidente del Consiglio regionale che ha trascorso l’estate a presentare libri, a consegnare premi e a presenziare a sagre, cerimonie e processioni, non sembra avere le idee chiare sul ruolo e sul lavoro che pesa sull’istituzione che rappresenta. Sul rendiconto finanziario 2017, parificato con le prescrizioni della Corte dei Conti, aveva dichiarato: “subito gli atti conseguenti”. Quel subito pare si sia smarrito negli uffici del nuovo direttore generale del Consiglio. E la Giunta regionale non sembra molto preoccupata della faccenda.

Insomma, la cera si consuma e la processione non cammina. A camminare a passo sostenuto, invece, sono le poltrone girevoli riservate ai soliti amici degli amici e le culo-giravolte dei sempiterni burocrati esperti di disastri. A camminare sono i trucchetti finalizzati a distribuire prebende ad assessori, consulenti, collaboratori e manager di seconda mano.

Lo scenario è preoccupante. Persino la speranza dà forti segnali di cedimento e il futuro da queste parti assomiglia sempre di più a uno spaventapasseri.