Basento a rischio esondazione. Chi ha autorizzato l’aggressione al fiume?

19 settembre 2019 | 13:38
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Basento a rischio esondazione. Chi ha autorizzato l’aggressione al fiume?
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Basento a rischio esondazione. Chi ha autorizzato l’aggressione al fiume?

Collasso spondale in destra idraulica. Gravi problemi alle infrastrutture dell’area industriale

Siamo a ridosso del fiume Basento, nel tratto che percorre la Contrada Serra dell’Osso, in agro dei Comuni di Ferrandina e Pomarico, accompagnati da Anna Maria Dubla, dell’Associazione Ambiente e Legalità. Anna Maria ha con sé una cartella piena di documenti. Quella documentazione ci aiuta ad orientarci nel labirinto di autorizzazioni e lavori che hanno interessato questo tratto di fiume.

Comparando le foto storiche di quel tratto del corso d’acqua e comparandole con le condizioni attuali la scoperta dello scempio è un gioco da ragazzi. Qui hanno deviato il corso del fiume intervenendo sugli argini con lavori di ripristino della sponda sinistra che hanno indebolito e distrutto gli argini della sponda destra.

Le conseguenze sono evidenti. Rischio di esondazione.  Gli ultimi eventi di piena del 2013 e del 2014 hanno comportato gravi danni con il conseguente collasso totale dell’arteria stradale della zona industriale più volte chiusa al traffico con gravi problemi per le aziende.

In particolare, nel corso dell’ultimo periodo, con il progredire dei dissesti, si è verificato il crollo di una porzione significativa dell’argine e della relativa strada consortile con conseguente esposizione al rischio di incipiente collasso delle principali reti infrastrutturali a servizio dell’agglomerato industriale che corrono parallelamente al suddetto argine.

Lo vediamo con i nostri occhi. Tuttavia, Anna Maria ci mostra la relazione idrologico-idraulica   nel quadro degli Interventi di ripristino delle opere infrastrutturali consortili danneggiate dagli eventi meteorici del dicembre 2013, redatta all’inizio di quest’anno su commissione del Consorzio Industriale di Matera. E leggiamo:

“La zona in destra idraulica è caratterizzata dalla presenza della rete infrastrutturale consortile costituita dalla viabilità e dalle reti che garantiscono i servizi essenziali alle attività insediate nell’area industriale quali gas, energia elettrica, acquedotto idropotabile ed industriale, fognatura bianca e nera. Lo stato dei luoghi evidenzia notevoli differenze rispetto al recente passato. In particolare, il corso d’acqua tende ad una migrazione progressiva verso la sponda destra dove si riscontra una significativa erosione localizzata causa del collasso spondale in corrispondenza della strada consortile.

Successivamente tra il 2014 ed il 2017, l’intervento in sinistra idraulica è stato reiterato irrigidendo definitivamente la sponda con conseguente orientamento della corrente verso la sponda destra causando modifiche a monte ed a valle del tratto in questione. A seguito dell’orientamento della corrente verso la sponda opposta si è favorita l’erosione immediatamente a valle e dunque il dissesto dello scatolare di sbocco nel Basento del canale di drenaggio che attraversa l’area consortile.  Agendo, inoltre, da ostacolo in una corrente verosimilmente lenta, il manufatto ha indotto effetti anche a monte producendo la variazione dell’assetto fluviale che, per quanto di interesse, si è concretizzato nella deformazione del meandro e dunque nell’erosione progressiva della sponda destra.”

Sintetizzando, nel dicembre 2013 a seguito delle ingenti precipitazioni e delle conseguenti piene fluviali, tale tendenza evolutiva si è acuita al punto da generare il collasso spondale in destra idraulica. Tra il 2014 ed il 2018, infine, l’erosione spondale è ulteriormente progredita interessando oltre che la strada consortile anche i sotto servizi (metanodotto e fibra ottica) che ormai si trovano a meno di 1,00 m dal ciglio della sponda destra dove era presente l’argine collassato.

Insomma, un bel guaio.

Ma come è potuto accadere?

Continuiamo a guardare le carte con Anna Maria e scopriamo che nel 2011 un’azienda agricola con sede legale a Roma, attiva nell’area a ridosso del fiume, ha chiesto l’autorizzazione ad effettuare lavori di ripristino dell’officiosità nel tratto del Basento, compreso tra la confluenza del Fosso Carlillo e la Contrada Serra dell’Osso, in agro dei Comuni di Ferrandina e Pomarico. Il Dipartimento Ambiente della Regione autorizza i lavori nel settembre 2012. Nel 2017 l’Azienda agricola richiede autorizzazione per effettuare nuovi lavori di ripristino sulla sponda sinistra del fiume. La Regione rilascia autorizzazione nel marzo 2018.

Oltre gli eventi alluvionali, ossia le copiose precipitazioni che hanno interessato quell’area, c’è il sospetto che siano stati proprio quei lavori sulla sponda sinistra a causare le gravi criticità agli argini del lato destro. Ne è convinto il Consorzio industriale di Matera che il 6 novembre 2018 scrive alla Regione e al sindaco di Ferrandina in merito all’autorizzazione rilasciata a marzo 2018: (…) In merito si fa presente che la predetta azienda ha già effettuato un intervento analogo (circa 6 anni fa) in un tratto posto poco più a monte di quello oggetto del predetto provvedimento autorizzativo. In quella occasione lo spostamento dell’alveo fluviale verso la destra idraulica contribuì al crollo di oltre un chilometro di argine e di buona parte delle strutture consortili (strada e relative opere d’arte, canali di scolo delle acque) nonché la disattivazione di un metanodotto posto sotto la strada consortile. I danni sono ancora visibili…Un eventuale ripetersi di una tale situazione nel tratto oggetto del provvedimento potrebbe comportare delle conseguenze disastrose per l’ambiente in quanto nella sponda destra del fiume esiste una discarica dei rifiuti della ex liquichimica, meglio nota come area diaframmata, gestita dalla Syndial spa.” Il Consorzio a conclusione della missiva chiede un sopralluogo che, finalmente, dopo quasi un anno, dovrebbe avvenire lunedì prossimo 23 settembre.

Sembrerebbe che l’azienda agricola abbia agito ad esclusivo interesse proprio sottovalutando le possibili conseguenze sul resto del mondo intorno.

Continuiamo a chiederci come sia potuto accadere? Perché i dipartimenti regionali competenti hanno rilasciato autorizzazioni che probabilmente bisognava vagliare con molta più attenzione?