A Metaponto i braccianti USB tornano a chiedere diritti e dignità, nel nome di Petty

9 agosto 2019 | 18:54
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A Metaponto i braccianti USB tornano a chiedere diritti e dignità, nel nome di Petty

Per la dignità. Nel nome di Eris Petty Stone, a 28 anni costretta a vivere per i 3 euro l’ora che guadagnava spaccandosi la schiena a raccogliere fragole

Due giorni dopo la morte di Eris Petty Stone, una delegazione del Coordinamento Braccianti USB della Basilicata, guidata da Aboubakar Soumahoro e Francesco Castelgrande, ha visitato l’ex area industriale della Felandina, a Metaponto, per incontrare i braccianti scampati all’incendio.

Lavoratori che in quel posto vivono oltre il limite della dignità umana, in condizioni disastrose.

L’incendio ha tolto loro tutto il poco che avevano: indumenti, effetti personali, documenti. Soltanto adesso si è provveduto a portare l’acqua in un’area priva anche dell’energia elettrica. Lo scenario è raccapricciante, visto lo stato delle baracche, circondate da cumuli di rifiuti, in un’area oggetto di inchiesta della magistratura per essere stata al centro di una delle tante truffe organizzate intorno ai fondi UE.

L’Unione Sindacale di Base, in Basilicata come in altre regioni italiane, ha sempre denunciato le inumane condizioni di vita e di lavoro, battendosi per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori. Da tempo USB chiede alla Regione e ai Comuni interessati di intervenire per trovare soluzioni abitative per i braccianti, primo e necessario passo per sottrarli ai tentacoli del caporalato e della malavita.

Oggi, da Metaponto, USB torna a chiedere con forza il rispetto degli accordi presi (già nel 2016 si sono siglati accordi con la regione Basilicata, tutti disattesi) per gli insediamenti abitativi, per i diritti sindacali e sociali.

Per la dignità. Nel nome di Eris Petty Stone, a 28 anni costretta a vivere per i 3 euro l’ora che guadagnava spaccandosi la schiena a raccogliere fragole. Petty ha vissuto da invisibile e da invisibile è morta: per la maggior parte dei media era solo “una donna nigeriana di 28 anni”. Per USB è l’ultima vittima tra le fila dei braccianti sfruttati dalla filiera agricola organizzata dalla GDO, dal caporalato, dalla criminalità. Nel suo nome, anche nel suo nome, continueremo la nostra battaglia

PER IL COORDINAMENTO BRACCIANTI

Francesco Castelgrande