Teatro |
Teatro
/

La Fura dels Baus e Ulderico Pesce raccontano “La bella vergogna”

9 agosto 2019 | 12:16
Share0
La Fura dels Baus e Ulderico Pesce raccontano “La bella vergogna”
La Fura dels Baus e Ulderico Pesce raccontano “La bella vergogna”
La Fura dels Baus e Ulderico Pesce raccontano “La bella vergogna”

Debutto il 10 agosto a San Paolo Albanese

La bella vergogna” è il titolo dello spettacolo che debutterà il 10 agosto alle 21, al Banxhurna di San Paolo Albanese (Potenza). Scritto dall’attore lucano Ulderico Pesce con la regia di Pera Tantiñà de La Fura dels baus è il risultato di un progetto intrapreso mesi fa dallo stesso Pesce e la compagnia spagnola, che si è snodato attraverso laboratori e incontri.

Il filo conduttore del racconto è un ossimoro: “la vergogna può diventare bellezza”?, e “la bellezza può essere stata una vergogna”? Il tematismo della “bella vergogna” si innesta con un altro tema cardine dello spettacolo: il viaggio dell’uomo alla ricerca di lavoro, di pace e serenità.

Gli spunti tematici sono il comizio che Palmiro Togliatti tenne a Matera l’1 aprile 1948 quando definì la situazione igienico sanitaria dei Sassi di Matera “una vergogna nazionale” e quando riconobbe in Matera, la “capitale del mondo contadino italiano”; la descrizione che Carlo Levi fa, nel “Cristo si è fermato a Eboli”, della situazione “vergognosa” in cui vivono circa 20 mila abitanti dei Sassi di Matera, una “vergogna da sanare” ma che rappresenta anche l’infinita “bellezza di Matera.”;  le attuali “vergogne”, prima fra tutte, la fuga di uomini, donne e bambini che arrivano in Italia da nazioni povere, o caratterizzate da regimi dittatoriali, o ricche di risorse energetiche ma colonizzate da paesi Occidentali che sfruttano le risorse lasciando gli abitanti del luogo nella più assoluta povertà;  la fuga, a partire dal 1500, di popolazioni di Rito Bizantino che scappano dai Balcani perché minacciati dall’esercito Musulmano e si stanziano nelle aree interne della Basilicata, alle pendici del Monte Pollino, nello specifico a San Paolo Albanese. Questo popolo vive da circa 600 anni conservando la lingua, riti come l’Himuneya, la lavorazione della ginestra, i canti e la musica di un tempo.

La “vergogna”, un tempo in fuga, è diventata, anche in questo caso: “bellezza”; le fughe dei monaci bizantini che, a seguito delle Leggi iconoclaste del 726, partirono dall’Oriente per sbarcare sulle coste del Metapontino. Da lì risalirono i fiumi della Basilicata, al tempo navigabili, e arrivarono a Matera, a Guardia Perticara, a Cersosimo ecc. In questi luoghi cominciano a vivere nelle grotte e a dipingerle creando opere memorabili; la fuga attuale dai piccoli paesi italiani, soprattutto di giovani che vanno a radicare la propria vita lavorativa nelle grandi città mentre i paesi diventano luoghi “bellissimi e desolati” abitati da anziani e badanti;  la fuga di 400 tonnellate di petrolio dal Cova di Viggiano, nel cuore della Basilicata, dove insiste il giacimento petrolifero più grande dell’Europa continentale, e le tragiche conseguenze che sta avendo per la salute degli uomini, degli animali e dell’ambiente e che sta, inoltre, trasformando la bellezza in vergogna.

Lo spettacolo è coprodotto dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 e dal Centro Mediterraneo delle Arti. In scena ci saranno Ulderico Pesce, Maria Letizia Gorga, Lara Chiellino, Eva Immediato e altri 30 artisti tra cui gli allievi del laboratorio. 

L’11 e il 12 agosto le repliche, con inizio sempre alle 21.