Eolico selvaggio. Ennesimo incidente, ennesimo appello
Ieri pomeriggio 25 agosto il generatore e le pale di una torre eolica, hanno preso fuoco a Tolve, in contrada Pazzano
Ieri pomeriggio 25 agosto, l’ennesimo incidente. Il generatore e le pale di una torre eolica, hanno preso fuoco. Forse per causa di un fulmine, dicono i vigili del fuoco accorsi sul posto. È accaduto in contrada Pazzano, nel Comune di Tolve incrocio strategico di numerosi parchi eolici che hanno devastato il territorio grazie anche al silenzio e alla complicità delle istituzioni.
Siamo nella zona dei parchi più volte contestati e finiti nelle inchieste di questo giornale. Siamo nella zona delle aggressioni ai giornalisti e ai cittadini oppositori dello scempio. Siamo a due passi dal luogo dell’attentato del marzo scorso ai danni di un medico che si oppone allo scempio. A due passi dal Comune eolico-gemellato con Tolve, San Chirico Nuovo, dove un dirigente dell’ufficio tecnico è stato licenziato per avere dichiarato la verità su alcune autorizzazioni discutibili.
Insomma, siamo in una delle aree più opache dell’affare del vento in Basilicata. L’epicentro si trova nel Comune di Tolve dove sindaco è il senatore leghista e vice presidente della Commissione parlamentare anti mafia, Pasquale Pepe.
In queste condizioni di contesto si lascia mano libera all’improvvisazione e alla centralità del denaro. Pale e generatori spesso vecchissimi, comprati in Danimarca o in altri Paesi europei, con quattro soldi. Ferri vecchi che vengono portati in officine specializzate dove li sistemano per essere rivenduti a prezzi anche decuplicati. Poi li montano a piacimento. Chi e quando controlla se le torri sono a norma? Se i materiali di assemblaggio hanno le certificazioni di legge?
Insomma se qualcuno vuole davvero scoperchiare il malaffare intorno all’eolico selvaggio, può farlo senza tanti sacrifici. Noi, nel nostro piccolo, alcune cose le abbiano notate, semplicemente perché sono lì, sotto la luce del sole e visibili ad occhio nudo.
Eppure quando i cittadini si rivolgono alle istituzioni, come hanno fatto in questi anni e fino a ieri, trovano strani ostacoli dinanzi a loro. Una burocrazia che fornisce risposte ambigue, una cecità istituzionale, una mediocrità negli enti preposti a rilievi e analisi. Mille difficoltà anche per avere accesso a documentazione pubblica. Quando finirà? Quando sarà operativa la Commissione d’Inchiesta regionale sull’eolico selvaggio? Quando la magistratura darà un segnale inequivocabile di giustizia?