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Trattamento delle metastasi epatiche all’Ospedale di Matera

17 giugno 2019 | 10:54
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Trattamento delle metastasi epatiche all’Ospedale di Matera

In corso uno studio coordinato dall’ospedale francese Georges-Pompidou di Parigi e dal centro tumori tedesco Slik di Heilbronn

L’ unità operativa complessa di Radiologia Diagnostica ed Interventistica dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera é ufficialmente un centro osservazionale internazionale CIREL, promosso dal CIRSE, la societa’ europea di radiologia interventistica. Lo fa sapere l’Azienda sanitaria id Matera in una nota. 

E’, infatti, in corso uno studio che ha come obbiettivo quello di categorizzare, all’interno della normale pratica clinica, l’utilizzo del trattamento di chemioebolizzazione epatica mediante microparticelle precaricate con irinatecano.

Tale studio è coordinato dall’ospedale francese Georges-Pompidou di Parigi e dal centro tumori tedesco Slik di Heilbronn.

La procedura di TACE (Chemioembolizzazione intra-arteriosa) delle metastasi epatiche da Tumore del colon retto é già da diversi anni effettuata presso la sopracitata unità operativa e si propone come terapia alternativa e/o complementare alla più nota e convenzionale chemioterapia sistemica, nei pazienti non candidati alla chirurgia o alla termoablazione.

L’ospedale di Matera é il secondo centro italiano ad entrare a far parte dello studio e l’ undicesimo a livello europeo.

Il dottor Michele Nardella, direttore dell’unità operativa, é il responsabile locale dello studio e viene coadiuvato dai dottori Riccardo Inchingolo e Gerardo Di Costanzo, collaborano altresì gli oncologi Michele Aieta del Crob di Rionero e Marina Susi (responsabile della Medicina dell’ospedale di Matera).

Il direttore generale dell’Asm dr. Joseph Polimeni, oltre ad aver formulato gli auguri di buon lavoro a tutti i professionisti coinvolti in un progetto scientificamente avanzato, ha voluto sottolineare che: “ ancora una volta l’ospedale di Matera si conferma quale polo ospedaliero importante e di riferimento nelle sperimentazioni cliniche a livello internazionale, riuscendo a coniugare la propria mission relativa a all’assistenza con quella più specifica della ricerca”.