Criminalità |
Basilicata
/
Cronaca
/

Omicidio Montescaglioso, fermato Giuseppe D’Elia esponente del clan Zito-D’Elia

31 maggio 2019 | 11:24
Share0
Omicidio Montescaglioso, fermato Giuseppe D’Elia esponente del clan Zito-D’Elia

Secondo la Dda ci sono gravi indizi di colpevolezza

A seguito delle indagini svolte dalla Dda sull’omicidio di Antonio Grieco avvenuto a Montescaglioso il 27 maggio scorso, il pm ha decretato il fermo nei confronti di Giuseppe D’Elia di Montescaglioso, per gravi indizi di colpevolezza.

Il provvedimento restrittivo oltre che per il delitto di omicidio aggravato dall’art. 416.1 bis c.p., è stato eseguito anche per il delitto di porto illegale d’arma da fuoco.

Prevista per oggi l’udienza di convalida da parte del Gip Distrettuale del Tribunale di Potenza.

Le investigazioni coordinate dalla Dda sono state condotte dalla Squadra mobile di Matera e Potenza.

Sulla base degli accertamenti svolti è risultato che la vittima, attirata all’interno di un bosco nei pressi di Montescaglioso veniva prima raggiunta da colpi di arma da fuoco esplosi a distanza ravvicinata (con colpo di grazia alla nuca ) e, successivamente, veniva trascinato e poi fatto rotolare per oltre 40 metri in un dirupo.

Il delitto, eseguito con modalità tipicamente mafiosa, sulla base degli elementi raccolti, deve inquadrarsi – secondo gli inquirenti – in un ampio e articolato contesto di criminalità organizzata e di contrasto fra gruppi contrapposti impegnati nel traffico di armi e droga.

L’uomo fermato si era immediatamente reso irreperibile dopo l’accaduto. Le forze dell’ordine lo hanno localizzato nelle campagne di Rionero in Vulture dove, insieme alla moglie, aveva trovato ospitalità nell’abitazione di Raffaella Asquino, arrestata per favoreggiamento, moglie di Donato Prota. Prota è attualmente detenuto, affiliato al clan Delli Gatti, condannato anche in appello per l’omicidio di Bruno Cassotta.

D’Elia, già esponente dello storico clan Zito-D’Elia di Montescaglioso (contrapposto al gruppo facente capo a Alessandro Bozza, espressione lucana del clan “Modeo” di Taranto)  aveva aderito  sul  finire  degli  anni  ’90 al  nascente  progetto criminale dei Basilischi, diventando riferimento territoriale della cellula autoctona operante nella zona di Bernalda e Montescaglioso.