Il presidente Bardi rompe il silenzio e anche la ragione

13 aprile 2019 | 21:17
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Il presidente Bardi rompe il silenzio e anche la ragione

Bardi minaccia la coalizione: “Datemi i nomi degli assessori entro giovedì o sarà Roma a decidere.” Ma come! Gli assessori deve nominarli lei, presidente. Che c’entra Roma?

In molti, in questi giorni si sono chiesti, ironizzando, che fine avesse fatto Vito Bardi. Il neo eletto presidente della Regione Basilicata è scomparso dai radar di chi, dopo aver votato per la sua coalizione, attende impaziente che si dia il via al cambiamento di cui si è fatto portatore in campagna elettorale. 

E finalmente oggi, in questo sabato dal cielo plumbeo, il neo governatore lucano rompe il silenzio. Uno si aspetterebbe una presa di posizione sulla vertenza degli ex lavoratori della Clinica Luccioni o di quelli della Ferrosud. O magari una frase sulla protesta degli agricoltori che ieri hanno manifestato nel centro storico di Potenza. O, vogliamo azzardare, un accenno allo scempio eolico o da quanto emerso dall’ultima udienza del processo “petrolgate”. Niente di tutto questo. 

Con una nota stampa ufficiale il presidente Bardi si unisce pubblicamente all’appello affinché non vengano tagliati i fondi pubblici a Radio Radicale.

La presenza di Radio Radicale nel panorama editoriale italiano -si legge nel comunicato del presidente Bardi- rappresenta una voce libera oltre che un vero servizio pubblico. Faccio appello al governo -affinché Radio Radicale non subisca il paventato taglio dei fondi che ne impedirebbero di fatto la sua prosecuzione in vita.

Oltre al silenzio, rompe la ragione. Minaccia la coalizione: datemi i nomi degli assessori entro giovedì o sarà Roma a decidere. Ma come! Gli assessori deve nominarli lei, presidente. Che c’entra Roma? Probabilmente il metodo, già chiaro nella campagna elettorale, è quello del cambiamento, del cambiamento delle regole, della prassi democratica, delle prerogative del presidente. Le lobby e i capi cordata devono decidere gli assessori. E se non si danno una mossa allora saranno i leader nazionali a decidere. Che tristezza.

Nel frattempo ci aspettiamo qualche dettaglio sul programma per traghettare la Basilicata verso il “cambiamento”, ma a quanto pare tutto resta top secret, in attesa delle decisioni delle trattorie lucane e romane.