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Eolico selvaggio, elettrodotti e strane procedure

9 aprile 2019 | 17:51
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Eolico selvaggio, elettrodotti e strane procedure
Eolico selvaggio, elettrodotti e strane procedure
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Eolico selvaggio, elettrodotti e strane procedure
Eolico selvaggio, elettrodotti e strane procedure

Il lato debole di Terna spa e l’asso boomerang nella manica dei Comuni

Sullo sfondo di questa storia ci sono Terna s.p.a. e le solite società eoliche che hanno sbancato in lungo e in largo il territorio dei Comuni da Oppido a Tolve a San Chirico Nuovo, da Cancellara a Genzano. E poi c’è lui, l’uomo dell’eolico che con l’eolico nulla c’entra: il sindaco senatore Pasquale Pepe, già assessore all’ambiente al Comune di Potenza nel periodo (2014) di “manica larga” nel rilascio delle Pas (Procedure autorizzative semplificate) che hanno invaso di pale le contrade intorno alla città e a ridosso di abitazioni civili.

Siamo nel 2012, il 17 luglio. A Potenza nella sede del Dipartimento Attività Produttive si riunisce la Conferenza di Servizi che deve discutere in “relazione al rilascio dell’autorizzazione unica regionale perla costruzione e l’esercizio di un impianto eolico e delle relative opere connesse per la produzione di energia elettrica, in agro del Comune di Cancellara e Vaglio Basilicata, proposto dalla Società Eolica Cancellara srl con sede legale in Acerenza”. L’impianto sarà connesso alla futura stazione elettrica di Genzano mediante elettrodotto che interessa i Comuni di Cancellara, Oppido, Vaglio e Tolve.

La Conferenza è indetta dall’avvocato Vito Marsico, allora dirigente regionale dell’Ufficio Energia. Sono presenti Grippa Nicola per la Regione Basilicata-Ufficio Compatibilità Ambientale, Lo Re Antonio, allora sindaco di Cancellara, Bisaccia Domenico Consigliere Comunale di Vaglio di Basilicata, Giuseppe Evangelista Responsabile UTC del Comune di Vaglio, Olita Antonio per la Regione Basilicata – Ufficio Foreste e Tutela del Territorio. In rappresentanza della Società Eolica Cancellara srl c’è l’amministratore La Gala Giuseppe.

Assenti i rappresentanti dei Comuni di Oppido Lucano, Tolve, Genzano di Lucania. Assente anche il rappresentante della Provincia di Potenza, dell’Ufficio Ciclo dell’Acqua, dell’Ufficio Urbanistica e Tutela del paesaggio e tutti gli altri enti e istituzioni invitati, tra cui Terna spa, la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici, la Soprintendenza ai beni archeologici, l’Autorità interregionale di Bacino.

La Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata, fa pervenire una nota preventiva (n.6702 del 24 maggio 2012) con la quale comunica di essere impossibilitata a esprimere parere in mancanza dell’individuazione congiunta delle aree non idonee alla realizzazione dell’impianto e pertanto dichiara improcedibile l’istanza di autorizzazione.

Con nota n° 4776 del 12/07/2012 il Comune di Genzano esprime parere sfavorevole in riferimento alle opere connesse all’impianto della società Eolica Cancellara che interessano il territorio del Comune, vale a dire una stazione elettrica 150 – 380 KV e un doppio elettrodotto a 150 KV della società Terna s.p.a., in prossimità del castello monumentale di Monteserico. Il diniego viene espresso per l’assenza di compensazione ambientale, visto che le opere da realizzarsi interferiscono con la visuale panoramica che si gode dal castello. E dunque?

La decisione assunta

I convenuti, dopo ampia discussione, ritengono che: “Il parere sfavorevole del Comune di Genzano è inammissibile, poiché non possono essere riconosciuti gli oneri di compensazione ambientale richiesti, così come prescritto dalle linee guida nazionali (DM 10/09/2010) e soprattutto non possono essere di natura monetaria e/o patrimoniale, né tanto meno definite autonomamente dal Comune, ma debbono essere valutate esclusivamente, ai fini della trasparenza, nell’ambito della Conferenza di Servizi.”

Vale a dire, ripetiamo, che eventuali compensazioni ambientali non possono essere riconosciute e soprattutto non devono essere di natura monetaria e/o patrimoniale e neanche definite autonomamente dal Comune ma valutate esclusivamente, ai fini della trasparenza, nella Conferenza di Servizi.

I fatti ci raccontano un’altra storia

E’ accaduto che negli anni successivi le compensazioni siano state riconosciute, di natura monetaria, senza alcuna trasparenza, fuori dalla Conferenza di Servizi.

Il sindaco senatore della Lega Pasquale Pepe, avrebbe indotto i dirigenti di Terna spa, probabilmente con il beneplacito dei funzionari regionali preposti, a riconoscere circa 700mila euro ciascuno al Comune di Tolve e al Comune di Genzano di Lucania. Come ci sarebbe riuscito? Forse perché sapeva dei vizi procedurali che avrebbero potuto determinare la decadenza delle autorizzazioni regionali relative all’elettrodotto Trasversale Lucana? Un asso nella manica che gli avrebbe consentito di “pretendere” quel denaro da Terna spa. Quei vizi erano ben chiariti in un’istanza, presentata da un cittadino e protocollata l’8 giugno 2017 al Comune di Tolve, con la quale si chiedeva l’intervento in autotutela di decadenza delle autorizzazioni.

Eppure in quella Conferenza di Servizi del 17 luglio 2012, che riguardava anche le opere di Terna spa, era stata negata al Comune di Genzano di Lucania la compensazione ambientale, mentre a metà giugno 2017 Terna s.p.a. riconosce, non solo a questi due Comuni, ma anche a tutti gli altri Comuni interessati dalle opere di rete, cospicue somme di denaro. Senza passare, per quanto ne sappiamo, da alcuna Conferenza di Servizi.

Già in un’altra occasione il sindaco senatore Pepe avrebbe accolto di buon grado una donazione liberale da parte della C&C Tolve srl e della Serra Energie  srl. Trecentomila euro elargiti dalle due Società. Questi soldi il Comune li avrebbe destinati all’adeguamento tecnologico dell’impiantistica e alla ristrutturazione esterna di un edificio scolastico.

Come mai?

Sarà che l’obiettivo di Terna s.p.a. e delle società eoliche connesse, è di evitare disturbi da parte delle amministrazioni dei territori interessati dagli impianti in corso di realizzazione? E sarà che l’obiettivo di alcune amministrazioni è di incassare denaro per il “bene della loro comunità”? Magari per realizzare strade, ristrutturare edifici pubblici, sistemare il verde? Sacrificando le procedure e la trasparenza? Sarà.

Il lato debole di Terna spa e l’asso boomerang nella manica dei Comuni

Terna spa sa che le autorizzazioni per la rete elettrica in costruzione sono di competenza esclusiva del Ministero dell’Economia e che il fantasioso nulla osta protocollo n° 8423 del 2012 trasmesso alla Regione Basilicata per farsi autorizzare le opere in regime di deroga sarebbe nullo e perciò tutta la procedura autorizzativa risulterebbe inficiata e invalidabile. Aggiungiamo che lo spacchettamento del piano infrastrutturale mediante la microprogettualità rappresenterebbe un “trucchetto” tutto italiano e senza il quale sarebbe necessaria una procedura correlata VIA–VAS. In mancanza di tale procedura si potrebbe ipotizzare addirittura una dismissione completa delle opere realizzate.

E Terna spa ci terrebbe così tanto a tutelarsi da queste debolezze e a evitare disturbi tanto da inserire nelle convenzioni per quelle “donazioni liberali” o compensazioni, una strana clausola che obbligava i Comuni a restituire le somme ricevute in caso di insorgenza di contestazioni o conflitti sociali. Vorrebbe dire forse che “se tu Comune beneficiario della mia benevolenza mi metti i bastoni tra le ruote devi restituirmi il denaro che ti ho dato”? Vorrebbe dire che i Comuni erano tenuti a chiudere gli occhi quando, per esempio, Terna operava impunemente sul territorio di Tolve con lo stemma del Comune di Oppido sul cartello dei lavori di cantiere?

La clausola inutile di fronte alla legge e le presunte indagini

Tuttavia, nonostante la strana clausola, nel giugno del 2018, i Comuni di Tolve e Oppido a seguito  di istanze dei cittadini hanno dovuto obbligatoriamente emanare ordinanza di fermo dei lavori. Il Comune di Oppido ha successivamente, come per legge, anche emanato un’ordinanza di abbattimento delle opere realizzate. Ordinanze necessarie in quanto si sarebbe trattato di lavori abusivi poiché la Regione Basilicata aveva finalmente negato a Terna spa la proroga dell’autorizzazione. Proroga negata perché non di competenza della Regione l’autorizzazione già rilasciata a suo tempo.

Terna spa ha fatto ricorso, stranamente, al Tar Basilicata che il 20 febbraio scorso ha rimandato la decisione all’autunno 2019. Non è dato sapere come mai il Tar Basilicata possa assumere una decisione che non sarebbe di sua competenza. Ad ogni modo dal giugno 2018 i lavori per l’elettrodotto sono fermi ma i lavori per il raddoppio della stazione elettrica di Genzano vanno avanti e non sappiamo con quale autorizzazione. Intanto, per quanto in nostra conoscenza, il Comune di Tolve, responsabili della contestazione e del conflitto con Terna non ha restituito il denaro ricevuto a titolo di “compensazione”.

Alcune fonti ci dicono di un’indagine, avviata nel 2017, sulla vicenda Terna che sarebbe stata affidata alla Guardia di Finanza. Di questa indagine tuttavia sembra si sia persa ogni traccia.

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