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Cronaca
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Terna spa: Il cavallo di Troia per devastare la Basilicata?

26 marzo 2019 | 13:06
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Terna spa: Il cavallo di Troia per devastare la Basilicata?
Terna spa: Il cavallo di Troia per devastare la Basilicata?
Terna spa: Il cavallo di Troia per devastare la Basilicata?
Terna spa: Il cavallo di Troia per devastare la Basilicata?
Terna spa: Il cavallo di Troia per devastare la Basilicata?

La società non si arrende con le sue vittime, ma le prede resistono ancora per difendersi dall’eolico selvaggio e dalla petrolizzazione

E’ una storia infinita quella di Terna in Basilicata, non ci sono leggi che tengano per fermarla, dopo essere stata tradita dalla Regione che, a febbraio 2019, si è dichiarata incompetente per la proroga della VIA, Terna aggira l’ostacolo e ripropone il procedimento di asservimento/esproprio a chi chiede il rispetto della legalità. Chi si propone per tutelare effettivamente questo saccheggio?

L’opera denominata Trasversale Lucana (TL) è un piano infrastrutturale energetico che consiste in 4 stazioni elettriche e si sviluppa per circa 50 km di elettrodotti binati di 150mila Volt ciascuno; è stata autorizzata contra legem con Delibera Regionale 279/2013 e successivamente spacchettata con successive Delibere e Determinazioni, per aggirare le leggi vigenti in materia. Gli interventi in oggetto autorizzati a piccole società di parchi eolici, solo in seguito sono stati volturati alla società Terna S.p.A., nonostante che negli allegati 1 del CTRA – Regione Basilicata, gli impianti (stazioni ed elettrodotti) sono stati sempre dichiarati di proprietà di Terna S.p.A., e, pertanto, saremmo in presenza di una voltura simulata.

L’inganno” di Terna S.p.A. e degli Uffici Regionali, consisterebbe nel fatto di aver definito progetto, un piano infrastrutturale energetico, soggetto a procedura VAS, che nella fattispecie sarebbe stata elusa, pur essendo indispensabile per le opere della società Terna S.p.A., a termine di legge.

La TL sarebbe abusiva ai sensi dell’allegato 2, progetti di competenza Statale, punto 4, del d.lgs. 152/2006: gli elettrodotti fino a 150 KV e oltre 15 km sono di competenza Statale, non Regionale. Pertanto, non si capisce la ratio di un nulla osta emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), Ufficio Comunicazioni, prot. 8423 del 2012, di dubbia credibilità, che delega gli uffici Regionali della Basilicata a gestire un’opera di esclusiva competenza ministeriale.

In riferimento al Decreto legislativo n. 28/2011 la Trasversale Lucana sarebbe in violazione: dell’art. 4.3 in relazione alla mancata valutazione in termini cumulativi dell’opera, nell’ambito di valutazione di impatto ambientale; dell’art. 17 punto 1 e 2 che definiscono le modalità degli interventi per lo sviluppo delle reti elettriche di trasmissione nazionale, di cui Terna è monopolista.

Lo studio di impatto ambientale (SIA) della Trasversale Lucana, pur essendo stato redatto da una ventina di luminari accademici, ingaggiati da Terna, appare lacunoso e difforme dal progetto realizzato; tanto è vero che, a pagina 41 del SIA, si dichiara che la TL “risulta essere coerente con quanto previsto dal programma operativo regionale della Calabria FESR 2007-2013”. I criteri valutativi (ERA) sono solo annunciati, ma non sarebbero stati verificati, non sarebbero stati applicati i principi di radioprotezione dai campi elettromagnetici (ALARE) per le popolazioni residenti (si veda borghi di San Nicola di Pietragalla e di San Francesco di Oppido Lucano), dove la stazione elettrica sarebbe posizionata sopra un bacino idrogeologico, in violazione della direttiva quadro sull’acqua 2000/60 CE.

In merito, un documento ufficiale della Regione Basilicata n° 23AB.2018/D.00323 del 13/04/2018 dichiara che non sono stati rispettati i vincoli della L.r. n° 54 del 30/12/2015, emanata ai sensi del D.M. 10/09/2010. Tale legge fa un elenco di aree da sottoporre a eventuali prescrizioni per il corretto inserimento degli impianti nel territorio, nella fattispecie non sarebbero state verificate le condizioni richieste in presenza di fiumi (Bradano) e corsi d’acqua in prossimità della stazione elettrica, che per questo sarebbe abusiva.

Riguardo ai tracciati degli elettrodotti e al posizionamento delle stazioni elettriche, non sono state valutate ex legge (DM 10-09-2010, direttiva 42/2001 CE) le soluzioni alternative e migliorative, ricorrendo a criteri progettuali volti a ottenere il minor consumo possibile di suolo utilizzando, laddove possibile, linee di trasmissione esistenti. Infatti, razionalmente le quattro stazioni elettriche potevano essere dimezzate, da 4 a 2. Lo stesso elettrodotto poteva essere ridimensionato nella misura della sua estensione e nella tipologia.

Per quanto riguarda la partecipazione delle comunità locali, deve essere garantita per legge. In un comunicato stampa del 20.10.2017, la società TERNA ha ribadito di avere concordato a tempo debito con i Comuni interessati dalla TL la definizione del progetto dell’opera nel rispetto della normativa in materia (Direttiva 42/2001 CE recepita dal d.lgs. 152/2006). Questa affermazione è contestabile in quanto TERNA ha realizzato un solo incontro (e soltanto nel Comune di Oppido Lucano il 20 dicembre 2016) ad opera quasi conclusa e non ex ante come per legge.

Quindi, per rimediare a questa deficienza, ha organizzato un tavolo tecnico per elargire le c.d. compensazioni ambientali ai Comuni (in termini meramente patrimoniali o economici) in violazione del paragrafo 14.15 del DM 10-09-2010.

Inoltre, il Consiglio di Stato, con sentenza 1729/2013, ha ribadito la centralità o la preminenza delle linee guida nazionali, quale il DM 10-09-2010, emanato in attuazione dell’articolo 12 del d.lgs. 387/2003, inerenti allo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili.

A ottobre 2016, l’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, incontrando il direttore di sviluppo della rete di Terna S.p.A., Stefano Conti, ha dato la disponibilità ad un cofinanziamento regionale per un ammontare complessivo di circa cinquanta milioni di euro per la realizzazione di interventi di sviluppo della rete elettrica regionale, a favore di un ulteriore dispiegamento di eolico selvaggio sul territorio lucano.

Considerata l’anomala procedura dell’Autorizzazione Regionale, scaduta a metà marzo 2018, i lavori dei cantieri della TL di Terna S.p.A. sono proseguiti per tutta la primavera, sine titulo, e a seguito di ordinanze dei Comuni di Tolve e Oppido Lucano sono stati fermati, per obbligo di legge.

Il 27 luglio 2018 la stessa società ha trasmesso una nota al nostro giornale, dove si dichiara consapevole delle perplessità che l’attuale progetto della TL genera sui territori interessati e in “ in un’ottica di collaborazione con i cittadini Terna si rende disponibile a trovare soluzioni progettuali migliorative dal punto di vista tecnico e ambientale” Ciò nonostante, Terna ci prova ancora con le sue vittime e promuove un ricorso al TAR Basilicata per revocare le ordinanze di fermo dei lavori emanate dai Comuni interessati. Fa specie riflettere su quanto accade a Genzano di Lucania, dove Terna sta raddoppiando la stazione elettrica vicino al castello di Monteserico.

Il 20 febbraio 2019 il Tar Basilicata ha rinviato ogni decisione sulle opere di Terna, all’autunno del corrente anno.

Sempre il 20 febbraio 2019, circa cinquanta cittadini del Comune di Oppido Lucano hanno ricevuto altrettante comunicazioni di Terna S.p.A. per il completamento della procedura di asservimento-esproprio dei terreni interessati dalla Trasversale Lucana.

A prescindere dalla nullità della stessa procedura di esproprio ai sensi dell’art. 21 septies della L.241/90, si fa riferimento all’applicazione da parte della Regione Basilicata del D.lgs. n. 387/2003. La Regione, stando agli atti trasmessi da Terna, “ha dichiarato la pubblica utilità, indifferibilità e urgenza, nonché la conformità urbanistica ai sensi del DPR n. 327/2001 del progetto”, alterando, però, il protocollo operativo della Conferenza di Servizi, che sarebbe privo di adozione di variante urbanistica deliberata dai Consigli Comunali, o delibera nella forma semplificata prevista dall’art. 19 comma 2, DPR 327/2001.

Eppure, la conformità urbanistica, agli effetti di legge, non costituirebbe affatto un vincolo espropriativo, ragion per cui nessun decreto di asservimento-esproprio poteva essere emanato né nel termine di validità della cosiddetta pubblica utilità delle opere, che è scaduta il 18/03/2018, né attualmente, come richiesto da Terna, a oggi, non in possesso di alcuna autorizzazione in corso.

Per cui appare anomalo ogni ulteriore tentativo di Terna di appropriarsi delle proprietà private.

Nel corso di un incontro con il Ministro dell’Ambiente Costa, tenutosi a Potenza l’08 marzo scorso, in merito all’operato di Terna, alcuni cittadini hanno evidenziato le lacune procedurali delle autorizzazioni, che sono esclusivamente di competenza ministeriale e non regionale, con l’adozione di procedure coordinate VIA-VAS, che dovrebbero essere adottate tanto al Nord, quanto al Sud; poiché, come ha sottolineato lo stesso Ministro, i meridionali non possono essere considerati figli di un Dio minore.

Visto che la stazione elettrica Terna a Montesano sulla Marcellana (Salerno) sarà smantellata, perché affetta da patologie autorizzative similari, perché quella di Oppido Lucano non può essere demolita? Questo è stato chiesto al Ministro. Si attendono risposte.

Intanto Terna passa all’incasso. Il tribunale di Potenza, sezione civile, ha rigettato il ricorso di Giuseppe Fidanza, proprietario, a Oppido Lucano, dei terreni occupati dalla società. Il giudice civile si è dichiarato incompetente sostenendo che la materia è di competenza del Tar e ha condannato il signor Fidanza al pagamento delle spese per oltre 1.400 euro.