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Morto di crepacuore la mattina dello sgombero

15 marzo 2019 | 19:49
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Ci sono riusciti. Aveva sempre detto che non sarebbe uscito vivo da casa sua. Nell’audio la disperazione della figlia che telefona all’avvocato

Questa mattina avrebbe dovuto sgomberare la sua casa, a Palagianello, e mandarlo in strada. L’ennesima vittima è il signor Pietro Gatti, 73 anni. Sottoposto a un’esecuzione immobiliare. 

Si è sempre opposto a quella che riteneva un’ingiustizia. Ci ha provato. La sua abitazione espropriata comprende una particella non colpita da pignoramento e sembrerebbe che il giudice delle esecuzioni abbia violato, a detta dell’avvocato Anna Maria Caramia, le norme che vietano le vendite a prezzo vile ed ingiusto. L’intero immobile trasferito, infatti, era stato stimato nel 2007 in 335 mila euro, ma sembra che il valore fosse più alto. L’aggiudicazione all’asta è stata di 106 mila euro.

Ci ha provato il signor Gatti. Quel bene non poteva essere trasferito dopo quattro tentativi di asta, come dispone il codice. E non poteva essere buttato fuori di casa perché una parte di quella casa non è mai stata pignorata. Nonostante tutto, la Giustizia non ha avuto orecchie né occhi per lui e sua moglie. Nell’audio che pubblichiamo, autorizzati dall’avvocato dell’uomo deceduto, la disperazione della figlia che questa mattina intorno alle 6 ha chiamato il legale per informarlo della morte del padre.

Non ce l’ha fatta Pietro Gatti. E questa mattina, poco prima di essere cacciato di casa e finire in mezzo alla strada è morto. Un malore improvviso. “Crepacuore” dicono i familiari. Aveva sempre detto che dalla sua casa non sarebbe uscito vivo. E così è stato.

Il dramma delle esecuzioni ha rovinato centinaia di cittadini nel tarantino. Storie raccontate dal nostro giornale che chiamano in causa, come dice l’avvocato Caramia, “la dubbia gestione” delle aste fallimentari nel Tribunale di Taranto.

Intorno a queste vicende sembra che ci sia un sistema di interessi che coinvolgerebbe avvocati, giudici, curatori fallimentari, consulenti tecnici e forse anche personaggi della malavita. A pagarne le spese, poveri cittadini esecutati che spesso vivono la loro condizione per dieci venti e in alcuni casi trent’anni. Una tortura civile che sembra non avere mai fine.

Speriamo che la morte di Pietro Gatti risvegli le coscienze di chi tace e di chi è complice di queste ingiustizie. I funerali di Pietro saranno celebrati domani a Palagianello, Taranto.

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